MundoCanteras – Devozione e passione del Málaga CF

Nel nono appuntamento con le migliori canteras di Spagna restiamo nella stessa regione; come nella puntata precedente siamo in Andalusia. Parliamo di un club certamente antico ma con varie rifondazioni e cambi di nome, fino alla presidenza addirittura di uno sceicco: il Málaga Club de Fútbol.

Le origini del club risalgono intorno al 1904 con il nome di Málaga Football Club. Fu rinominato in seguito FC Malagueño e da una scissione nacque poco dopo una nuova società il Malaga FC. Negli anni venti ci fu una grandissima rivalità tra le due quadre della città, fino a una fusione da parte dei soci nel 1933 in Club Deportivo Malacitano.  Dal 1941, dopo l’inaugurazione dello stadio dove attualmente gioca, La Rosaleda, il nome cambiò in Club Deportivo Málaga. Nella stagione 1949/50 il Málaga fa il suo debutto nella prima divisione, dopo aver comprato i diritti del CD Santo Tomás per convertirlo nella propria filiale sotto il nome di Atlético Malagueño.

Questa mossa di comprare un altro club-filiale si rivelò azzeccata molti anni dopo, quando nel 1992 il C.D. Málaga fallì ma poté continuare sotto il nome della sua filiale (Atlético Malagueño) in quanto all’interno della Federazione spagnola le due squadre avevano un numero di registro indipendente. Dopo questa ingarbugliata storia cominciamo a parlare di calcio recente. Passati gli anni novanta nella penombra e con l’appellativo di piccola squadra sempre addosso, arriviamo all’ultimo decennio di storia, dove sono giunte le maggiori soddisfazioni per il Málaga.

Nella stagione 2001/02 infatti, il Málaga guidato da Joaquín Peiró arrivò alla conquista del suo primo e unico titolo che conta: la Coppa Intertoto, convertendosi nella prima squadra andalusa a vincere un titolo ufficiale europeo. Gente come Fernando Sanz (che in seguito diventò anche Presidente del club), Kiki Musampa e la coppia di attaccanti Darío Silva e Daly Valdés si misero in mostra nella competizione. Ci fu un fracasso economico nella metà degli anni duemila e il ritorno nella massima serie avvenne nel 2008.

La storia recente, come citato sopra, ci parla della presidenza nel 2010 dello sceicco del Quatar Abdullah bin Nasser Al Thani. In pochi anni, grazie all’imponente mole di denaro del neo-presidente, arrivarono calciatori di grande spessore a Málaga. Da Manuel Pellegrini come allenatore a nomi di rilievo come Eliseu, Enzo Maresca, Martín Demichelis, Ignacio Camacho, Julio Baptista.

Una squadra ben organizza che mostrava un calcio divertente si mise in luce nella Liga BBVA. Nella scorsa stagione con ulteriori innesti tra i quali Ruud van Nistelrooy (stagione non esaltante dove dichiarò il suo ritiro), Nacho Monreal che ora gioca con l’ArsenalJérémy ToulalanSanti Cazorla (l’acquisto più oneroso della storia del club con 20 milioni di Euro da Villarreal poi ceduto anche lui all’Arsenal) e la giovane promessa del calcio spagnolo Isco (classe 1992, strappato alla cantera del Valencia), il Málaga raggiunse la qualificazione alla odierna Champions League, tra l’altro con buoni risultati e ancora in gioco nei quarti di finale dove dovrà vedersela con il Borussia Dortmund.

Accanto a questi nomi di primo spessore si sono inseriti con buone prestazioni i canterani del club. Molti provenienti dalla filiale Atlético Malagueño hanno dato prova di meritare un posto nella rosa. Alcuni esempi sono il laterale destro Jesús Gámez (1985) che ha sempre giocato con la maglia bianco-azzurra; Francisco Portillo (1990) il trequartista di ottima tecnica, convertitosi in breve tempo in idolo della devota tifoseria; Francisco Jurado (1990) difensore destro con ottimo senso tattico e disciplina; Pol Freixanet (1991) giovane portiere di buona prospettiva che alterna il Malagueño con la squadra maggiore; Fabrice Olinga (1996) il piccolo attaccante del Camerun colto dal vivaio del Mallorca e cresciuto in Andalusia, sta dando molte soddisfazioni ai tecnici che lo seguono con molta attenzione; Alex Portillo (1992) difensore che ha debuttato in questa stagione con discrete prestazioni.

Molti altri potrebbero solcare i campi prestigiosi di questi ultimi periodi. La gestione capricciosa dello sceicco-presidente Al Thani non lascia intendere buone cose. Gli ottimi risultati di questo periodo arrivano certo dai milioni spesi per rinforzare ogni reparto ma la cantera del Málaga continua a sfornare giovani interessanti sotto molti punti di vista. La devozione e la passione che si respira a Málaga in questi giorni di “Settimana Santa” può essere solo paragonata a quella della tifoseria malagueña che in troppi anni ha visto vacillare la propria fede a causa di improvvisi colpi di scena societari. Concludo con il mio solito pensiero riguardo ai milioni di euro investiti nel “nome importante” che si, può portare nuova linfa vitale nel club ma non assicura certo una completa e solida “Risurrezione” che a mio avviso può avvenire solo con la cantera.