L’Italia di Prandelli è attesa da due estati di fuoco: non tanto per il clima, ma per la pressione che gli azzurri avranno sia quest’anno che, soprattutto, nel mese di giugno del prossimo. Prima la Confederations Cup in Brasile, poi il Mondiale 2014 sempre in terra sudamericana. Ci saranno tutti: da Buffon a Pirlo, passando per Barzagli e, forse, servirà anche un Totti in formato “canto del cigno”. Ma cosa succederà dopo questa competizione così importante, diciamo sino al 2020? Alcuni veterani lasceranno sicuramente, ma Prandelli sta già gettando le basi per il futuro degli azzurri; tra questi, molti già oggi vantano presenze con la maglia azzurra.
Noi italiani ci sentiamo tutti un po’ allenatori, e non è un caso che il fantacalcio riscuota un successo enorme nel nostro paese: allora perché non dilettarci e divertirci, tutti insieme, provando a immaginare l’Italia del futuro? 23 calciatori, suddivisi in tre portieri, otto difensori, otto centrocampisti e sei attaccanti: è così che è nata, anche grazie all’aiuto di Luca Lottero e Stefano Pantano, la nostra Nazionale Italiana del futuro. Alcuni giovani, altri giovanissimi ma anche qualche giocatore più esperto, nato – al massimo – nel 1987.
A difendere la porta c’è un “emigrante” di lusso, sbarcato in Francia a suon di petro-dollari alla corte di Ancelotti e Leonardo: Sirigu è la nostra scelta, mentre per quella che una volta sarebbe stata la maglia numero dodici abbiamo optato per la vera promessa del calcio italiano tra i pali, quel Perin che sta facendo faville con la maglia del Pescara. Per quanto riguarda il ruolo di terzo portiere, invece, è stato necessario un vero e proprio derby d’Italia tra Bardi e Leali: il primo in prestito al Novara dall’Inter, il secondo invece di proprietà della Juventus, ma quest’anno il numero uno della Virtus Lanciano. Vista l’ottima stagione disputata a Livorno nella scorsa stagione, però, ha avuto la meglio Bardi.
La vera forza dell’Italia è sempre stata la difesa, tanto è vero che nell’ultimo mondiale vinto, l’unica rete subita su azione da Buffon fu un autogol di Zaccardo: per il resto solo Zidane, dagli 11 metri, riuscì a trafiggere il portiere della Juventus. Il reparto è composto, sugli esterni, da De Sciglio, Santon e Antonelli; il primo sta disputando la stagione della consacrazione in maglia rossonera, mentre l’ex difensore dell’Inter, adesso in forza al Newcastle, è riuscito a riprendersi dopo un brutto avvio di carriera in terra inglese. Infine Antonelli ha dalla sua grandi doti atletiche, oltre che un piede abbastanza educato per il suo ruolo. Confermatissimi al centro i già affermati Ogbonna, Ranocchia e Bonucci, futuri pilastri della difesa azzurra: chissà se sapranno emulare le imprese di Cannavaro, Materazzi e Nesta. Infine, a completare il reparto, le due promesse Bellusci e Romagnoli, con il primo diventato ormai una certezza nella difesa del Catania. Menzione d’onore per Abate, che per motivi anagrafici (classe ’86) non può essere incluso nella nostra rosa: siamo sicuri, però, che sarà fondamentale alla causa azzurra ancora per molti anni.
A centrocampo non manca la qualità e soprattutto la quantità: Pirlo è ormai nella fase calante della propria carriera (anche se non si direbbe), e allora per trovare l’erede è necessario nuovamente bussare alla porta del PSG. Verratti ha stupito chiunque, soprattutto Ancelotti, che di certo era consapevole di avere tra le mani un futuro fuoriclasse, ma non credeva fosse così pronto sin da subito. Al fianco dell’ex regista del Pescara, due scudieri che sanno trattare la palla con i guanti, ma che fanno della corsa, dell’intensità e del sacrificio i loro punti forti: Poli e Florenzi, già utilizzati da Prandelli nelle ultime amichevoli. Il reparto è completato con giocatori come Candreva e Bonaventura, vere e proprie armi tattiche da utilizzare in varie posizioni, ma allo stesso tempo anche da giovani come Benassi, Marrone e Bertolacci, rispettivamente un regista basso, un mediano difensivo e un trequartista dai piedi buoni. Anche qui è stato difficile escludere un giocatore come Marchisio, ma anche per lui – essendo nato nel 1986 – vale lo stesso discorso di Abate.
Infine è il momento dell’attacco, reparto molto talentuoso e che potrà regalare molte gioie ai tifosi italiani. Neanche a dirlo, il perno centrale sarà sicuramente Balotelli, vero mattatore di questo finale di stagione al Milan: al suo fianco, però, scalpitano El Shaarawy e Insigne. L’italo-egiziano è ormai un campione affermato, mentre l’esterno in forza al Napoli non sempre trova spazio nell’undici di Mazzarri, ma quando è sceso in campo ha mostrato lampi di talento da vero campione. A farne le spese, però, sarebbe Rossi, neoacquisto della Fiorentina reduce da due bruttissimi infortuni: non ci si può dimenticare del fatto che prima di questi incidenti fosse un “inamovibile” della nazionale, e quindi va inserito assolutamente in rosa, a maggior ragione se dovesse ritrovare nuova linfa con la maglia viola. Così come Destro, la prima alternativa a SuperMario nel ruolo di prima punta, mentre per l’ultima maglia la scelta si fa molto ardua, vista la concorrenza: Borini, Cerci, Gabbiadini e Immobile sono soltanto alcuni dei nomi che meriterebbero di indossare la casacca azzurra, ma la nostra scelta ricade sul primo, autore di una straordinaria stagione, l’anno scorso, con la Roma e adesso in forza al Liverpool.
Riassumendo, quindi, l’undici titolare sarebbe il seguente:
Italia (4-3-3): Sirigu; Santon, Ogbonna, Ranocchia, De Sciglio; Verratti, Poli, Florenzi; El Shaarawy, Insigne, Balotelli.
Santon e De Sciglio garantirebbero quella spinta sulle fasce necessaria a scardinare le difese avversarie; al centro, invece, il fisico di Ranocchia e la velocità di Ogbonna metterebbero in serie difficoltà qualsiasi attaccante. Nel caso in cui servisse, invece, un giocatore con piedi più educati, il buon Bonucci potrebbe rivelarsi la scelta migliore. Verratti in cabina di regia garantirebbe quella fantasia e quelle geometrie che poche squadre al mondo possono vantare di avere; Poli e Florenzi, invece, avrebbero il compito di sacrificarsi maggiormente in tutte e due le fasi, sia in copertura che a sostegno delle punte con inserimenti puntuali. In attacco, infine, largo spazio all’estro di Insigne, la concretezza di El Shaarawy e la potenza di Balotelli.
Sulla carta non si vincono gli Europei, né tanto meno i Mondiali: però sognare è lecito, soprattutto se alcune “teste calde” (qualsiasi riferimento a Mario Balotelli è puramente non casuale) dovessero davvero cambiare atteggiamento e rendersi utili alla causa azzurra. In fondo siamo pur sempre l’Italia, e noi (almeno nel calcio) non dobbiamo avere paura di nessuno.