“La vera penalizzazione che il calcio italiano ha nei confronti del grande calcio tedesco, spagnolo e inglese è quella strutturale: un’enorme differenza nella qualità del prodotto stadio che viene offerto. Il primo cambiamento che farei? Abolirei le curve”. Non le manda a dire Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli conferma le sue idee rivoluzionarie: “Prima degli stadi dobbiamo liberalizzare il rapporto tra club e tifosi – ha spiegato, dinanzi ai vertici del calcio italiano e del Coni, al convegno della Lega Pro – La società stabilisca un decalogo con regole alle quali tutti devono attenersi per venire in un luogo pubblico straordinario. Mi hanno detto: ‘presidente se ristruttura il San Paolo costruisca i gradoni perché noi i seggiolini li spacchiamo’. Queste cose all’estero accadono? Non credo: in Germania, per esempio, la gente va allo stadio perché la pay-tv vale pochissimo e l’impianto è confortevole. Noi siamo costretti a fare i cessi di metallo perché li smontano”.
CAMPIONATO A 16 – “Bisogna, inoltre, rivedere il format dei campionati perché non possiamo metterci altri 10 anni per ridurre la Serie A a 16 squadre” ha poi aggiunto De Laurentiis, spostando l’attenzione sul discorso relativo alla Serie A. “Bisogna inoltre investire sul vivaio, formare in casa i giovani del futuro perché non possiamo continuare a comprare all’estero: basterebbe iniziare a schierare le nostre squadre Primavera in Lega Pro. Non bisogna mai stare fermi sulle proprie barricate. Se vogliamo rivoluzionare il calcio in tre mesi lo facciamo, ma serve pragmatismo. Dobbiamo muoverci, non discutere: dobbiamo dare spazio ai fatti” ha concluso il presidente del Napoli..