Dieci giorni al via del massimo campionato di baseball professionistico americano, con le trenta squadre MLB che stanno scaldando i motori negli Spring Trainings in Arizona e Florida e con diversi giocatori reduci dal World Baseball Classic che ha incoronato la Repubblica Dominicana Campione del Mondo.
NATIONAL LEAGUE EAST
WASHINGTON NATIONALS
I Nationals di Davey Johnson, che si appresta a vivere la sua ultima stagione da manager a Washington, hanno riportato lo scorsa stagione una franchigia di baseball della Capitale ai playoffs per la prima volta in 79 anni, cioè quando la squadra si chiamava Washington Senators (poi diventati i Texas Rangers). Dall’approdo a Washington da Montreal nel 2005 la franchigia non era stata mai così compettitiva, guidata da un duo di giovani battitore/lanciatore come Bryce Harper e Stephen Strasburg che tutta la MLB invidia. La decisione di mettere il limite agli innings di Strasburg e di non fargli disputare la postseason per preservarlo dopo l’operazione al gomito di due anni prima ha complicato le cose nei playoffs persi contro i Cardinals, ma garantisce alla squadra un pitcher di assoluto livello in piena forma per la nuova stagione, che vede i Nationals favoriti nella division.
In offseason non erano molte le mosse che Washington necessitava di fare, ma le poche sono state fatte apparentemente bene: rifirmare il prima base Adam LaRoche, 33 homeruns la scorsa stagione, ingaggiare un leadoff come Denard Span (dai Twins in cambio del lanciatore Alex Meyer) e aggiungere due pedine tra rotazione e bullpen (Dan Haren e il closer Rafael Soriano).
La Stella – Bryce Harper LF – Rookie dell’anno nella National League lo scorso anno a soli 19 anni, Harper (22 homeruns) sembra già pronto al ruolo di miglior mazza della squadra e presto sarà uno dei migliori giocatori in assoluto dell’intera MLB.
ATLANTA BRAVES
Per la prima volta dal 1995 questa sarà la prima stagione senza l’uomo franchigia Chipper Jones, sicuramente un particolare molto rilevante per i tifosi dei Braves. Una volta lasciata da parte la nostalgia, ci sarà comunque da seguire una stagione che si preannuncia positiva per cercare di ripetere le 94 vittorie dello scorso anno, chiuso con l’eliminazione nella gara di wild card contro Saint Louis, caratterizzata da una infield fly rule che ha penalizzato Atlanta e di cui si è parlato molto.
Per restare al vertice della division occorrevano alcuni rinforzi ad un lineup che comunque era già competitivo vista anche la probabile crescita dei giovanissimi Jason Heyward e Freddie Freeman; si è puntato sui fratelli Upton (B.J. da Tampa Bay e Justin da Arizona) che assicurano solidità sia in battuta che in difesa. La rotazione guidata dal veterano Tim Hudson e da Kris Medlen ha visto partire Tommy Hanson e Randall Delgado ma resta di ottimo livello aspettando che Brandon Beachy ritorni dopo l’infortunio al gomito.
La Stella – Craih Kimbrel CP – Forse il miglior closer attualmente nella MLB, lo scorso anno ha partecipato al suo secondo All-Star Game e si è classificato tra i primi dieci candidati al titolo di MVP.
PHILADELPHIA PHILLIES
Dopo una stagione caratterizzata da alti e bassi (81 vittorie e 81 sconfitte), ma tutto sommato deludente, i Phillies del manager Charlie Manuel dovranno superarsi per minacciare Braves e Nationals al vertice della National League East, cosa che lo scorso anno non è mai successa visto l’inizio in sordina della squadra della città dell’amore fraterno. Philadelphia aveva vinto la division per cinque anni consecutivi, e la stagione scorsa potrebbe non essere l’unica di transizione per una squadra che ha probabilmente bisogno di iniziare a ricostruire.
In inverno è stato messo sotto contratto il veterano ex Rangers Michael Young, in grado di dare leadership ad un lineup che spera di avere in salute Ryan Howard e Chase Utley, reduci da una stagione piena di problemi fisici, e che aveva perso la scorsa estate Victorino e Pence; sono arrivati al Citizens Bank Park anche Delmond Young dai Tigers e l’ottimo prospetto Ben Revere, esterno dal buon rendimento difensivo dai Twins. La rotazione può contare come partenti principali su lanciatori d’elite come Cole Hamels, Cliff Lee e Roy Halladay, gli ultimi due reduci però anch’essi da una stagione tutt’altro che positiva.
La Stella – Cole Hamels P – Il ventinovenne di San Diego sarà il partente n.1 nella rotazione 2013 dei Phillies dopo una stagione da 17 vittorie e 3.05 di media ERA. Nel 2008 è stato l’MVP delle World Series vinte dai Phillies.
NEW YORK METS
La seconda squadra della Grande Mela ha concluso la stagione scorsa con un record negativo (74-88) mancando la qualificazione alla postseason per la sesta volta consecutiva. L’unico momento esaltante e da ricordare dell’annata passata è stato il primo no-hitter (gara che un lanciatore conclude senza concedere valide per tutti i 9 innings) della storia della franchigia, lanciato da Johan Santana l’1 giugno contro i Saint Louis Cardinals. Oltre a questo il Cy Young Award vinto da R.A. Dickey, che ha collezionato 20 vittorie con 2.73 di media ERA e tre shutouts (gara senza concedere punti). Il problema attuale del manager Terry Collins è un lineup che ha pochi punti fermi oltre a David Wright.
Proprio a Wright ha pensato il GM Sandy Alderson in offseason, dandogli l’atteso prolungamento e facendo di lui la faccia della franchigia. Non è stato trovato un accordo invece con R.A. Dickey che è stato poi scambiato coi Blue Jays per due ottimi prospetti come il catcher Travis d’Arnaud e il pitcher Noel Syndergaard, oltre a quello che a inizio stagione sarà il catcher titolare, John Buck. Sono stati tagliati alcuni veterani e l’età media si è abbassata, la stagione 2013 sarà lunga ma la ricostruzione è già iniziata.
La Stella – David Wright 3B – Il trentenne terza base dei Mets, 6 volte All-Star, ha appena firmato il prolungamento che gli farà presumibilmente chiudere la carriera a New York (138 milioni per 8 anni).
MIAMI MARLINS
Doveva essere la stagione della svolta per i Marlins, la stagione del cambio di passo di una franchigia, iniziata con la costruzione del nuovo stadio (il Marlkins Park costato tantissimo e pagato con soldi dei contribuenti), la costruzione di una nuova squadra e l’ingaggio di Ozzie Guillén come manager. I Marlins nell’immaginario di tutti dovevano spiccare il volo se non immediatamente al massimo entro due stagioni, ma in pochi mesi il piano è completamente saltato. Con la squadra in difficoltà a metà stagione sono stati ceduti i contratti piu’ pesanti, con il lineup di agosto che aveva solo Jose Reyes (acquisizione importante della scorsa offseason) tra quelli che erano presenti da inizio stagione.
In offseason l’obiettivo principale è stato in controtendenza con quello dell’inverno precedente: si è pensato infatti solo ad abbassare il payroll. Ceduti a Toronto Reyes e i lanciatori Mark Buehrle e Josh Johnson, in cambio di Henderson Alvarez, Yunel Escobar e qualche prospetto. Firmati anche il leadoff Juan Pierre e il terza base Placido Polanco, mentre Mike Redmond sostituisce Ozzie Guillen nel dugout
La Stella – Giancarlo Stanton RF – Una delle poche cose per cui i tifosi delusi dei Marlins possono andare orgogliosi. Stanton ha partecipato al suo primo All-Star Game dopo aver battuto 37 fuori campo alla sua terza stagione nella MLB.