Home » Vitesse Campione d’Olanda: dieci motivi per crederci

Il Vitesse sta un po’ stupendo chiunque quest’anno ed è diventato in breve tempo la sorpresa più bella dell’Eredivisie. L’attuale quarto posto, a +7 dal Twente quinto, è meritatissimo e legittimato dallo splendido momento di forma che stanno passando adesso i gialloneri (non solo la star della squadra Bony, ma proprio tutti i giocatori).

Giacché le sorprese fanno sempre simpatia, soprattutto in Olanda, dove vincono sempre e solo i soliti noti, può risultare utile e divertente un’operazione tra il serio e il faceto come questo decalogo di constatazioni sulla squadra di Arnhem, che spieghi per bene perché il Vitesse può aspirare a meritare il titolo di Landskampioen per la stagione 2012/2013.

Ricordiamo ai naviganti che l’Hollywood sul Reno, come chiamano i gialloneri tifosi e avversari (non senza una certa dose di ironia) non ha mai vinto nulla nella sua storia, se non qualche campionato Eerste Divisie (serie B dei Paesi Bassi) e che in bacheca al GelreDome non c’è assolutamente niente: mai stati campioni nazionali, mai vincitori di coppa d’Olanda, mai vista una Supercoppa Nazionale o anche solo un Intertoto.

Il miglior risultato in Eredivisie nella storia del Vitesse è un terzo posto nel ’98 (in tutta la decade la squadra di Arnhem si affermò comunque come una compagine da medio-alta classifica); l’anno scorso è giunto sesto ma nel 2010 e nel 2011 i piazzamenti finali erano stati rispettivamente il quattordicesimo e il quindicesimo posto, dunque appena più su della zona retrocessione.

Sono passati tra le fila giallonere alcuni giocatori che, peraltro, hanno fatto la storia dell’Eredivisie: chi a inizio carriera, chi alla fine delle sue sgroppate sul rettangolo verde. Tra di essi non si possono non segnalare: Roy Makaay, Stijn Schaars, Ricky van Wolfswinkel, Andy van der Meyde, Nicky Hofs, Matthew Amoah (miglior marcatore della storia del club nel massimo campionato olandese), Theo Janssen.

Ma dopo questa introduzione doverosa bando alle ciance e veniamo al nostro decalogo:

  1. Come detto il Vitesse è quarto a meno tre punti dalla vetta. Come fare a non crederci?
  2. Wilfried Bony. Il numero 9 giallonero è un motivo in sé per credere nella squadra di Arnhem: 26 gol in 24 partite, 5 assist, capocannoniere indiscusso di Eredivisie. Se non è un gran giocatore questo…
  3. L’attuale momento di forma. La compagine è reduce da cinque vittorie consecutive in campionato, tra le quali si annoverano anche le convincenti prove sui difficili campi di Enschede col Twente e dell’Aia con l’ADO Den Haag (addirittura uno 0-4 esterno per il Vitesse).
  4. Un calendario che, nelle ultime cinque partite dell’anno, non prevede alcun big match, a parte quello con il Feyenoord (che si giocherà a Rotterdam il 21 aprile). Certo, incrociare in questo periodo squadre che lottano per la salvezza come (in parte) lo Zwolle o il Roda non è mai banale, ma il Vitesse ha tutte le carte in regola per raccogliere anche dieci punti.
  5. Van Ginkel, Havenaar, Ibarra e Reis: in poche parole, tutto il reparto avanzato. Il turn over tra tutti questi giocatori è stato gestito alla grande da coach Rutten, che ha trovato grandissimi assistman al servizio di Bony in tutti gli altri attaccanti, soprattutto in van Ginkel e Ibarra: proprio il 20enne olandese è leader di squadra nella speciale graduatoria con ben 8 assistenze.
  6. Fred Rutten: il mister ex Schalke 04 ma soprattutto PSV e Twente, ha saputo costruire una macchina quasi perfetta che sapesse esaltare al meglio l’enorme potenziale offensivo del Vitesse. Il 4-2-3-1 (talvolta 4-3-3) con attaccanti esterni molto larghi è stato il colpo di genio per consentire a ognuno degli interpreti di poter rendere al meglio. A questo va aggiunto il lancio definitivo tra i grandi di van Ginkel, per il quale sono già in subbuglio mille voci di mercato.
  7. La legge dei grandi numeri: il Vitesse non ha mai vinto nulla ed esiste dal 1892, cioè da 121 anni, e milita nella prima divisione olandese, ininterrottamente, dal 1990. Sarebbe anche ora che interrompesse l’atavico digiuno…
  8. Theo Janssen. Il Mancino di Arnhem ha vinto il titolo in tutte le squadre in cui ha militato: perché negargli la massima soddisfazione di conquistare l’Eredivisie anche con la sua squadra del cuore nonché compagine della sua terra natia? L’amore del buon Theo per il suo club è sconfinato: vederlo trionfare con la maglia giallonera sarebbe un epilogo auspicabile per ogni romantico teoreta del calcio.
  9. Dopo le sorprese AZ e Twente, qualche anno fa, una terza sorpresa al di fuori del magico terzetto Ajax, PSV e Feyenoord conferirebbe una rinnovata aria di umanità a un torneo come l’Eredivisie, abituale paradigma dei campionati nazionali in cui la disparità di livello delle contendenti è abissale.
  10.  Perché un team soprannominato la Hollywood del Reno denota una vena di genialità (o follia) nella tifoseria del Vitesse che non può che renderci simpatica l’ensemble di Bony & co.