Il punto sulla Serie A: giornata 29

Distanze immutate al vertice con una giornata in meno da giocare: la Juventus vince e convince anche a Bologna contro una squadra in gran salute, mentre il Milan ha la meglio del Palermo ultimo in classifica grazie alla doppietta del palermitano Balotelli. Soffrono e rischiano Napoli e Fiorentina, che però riesco a vincere (per 3-2 entrambe) su Atalanta e Genoa. Continua la marcia della Roma di Andreazzoli che batte anche il Parma e raggiunge i cugini della Lazio, sconfitti nelle neve a Torino, e l’Inter, che non ha giocato contro la Sampdoria per maltempo e che recupererà ad inizio aprile.

Non si ferma più. Questa Juventus, nonostante potesse essere distratta dal sorteggio di Nyon che ha decretato l’incrocio ai quarti di Champions contro il Bayern Monaco, passa in scioltezza anche a Bologna, una squadra tra le più in forma di questo periodo e che aveva già battuto Inter, Roma e Napoli in questa Serie A. Ma l’armata di Conte sembra non conoscere soste ora che il traguardo si avvicina e prima si difende sulla pressione degli uomini di Pioli e poi colpisce con Vucinic e Marchisio. Il campionato sembra davvero un capitolo chiuso, nove punti a nove giornate dalla fine sono davvero tanti. Al ritorno dalla sosta ci sarà l’Inter, che, insieme alla sfida contro il Milan in programma tra quattro giornate, è uno dei pochi ostacoli sulla strada che porta alla vittoria finale.

Ma se in vetta alla classifica c’è calma piatta, nove punti più sotto c’è una vera e propria bagarre per i due “posti Champions”, obiettivo di almeno sei squadre. La prima del gruppo è il Napoli, che dopo cinque giornate torna finalmente alla vittoria in casa contro l’Atalanta. E non è un caso che il ritorno ai tre punti sia coinciso con il ritorno alla rete di Cavani, vero e proprio trascinatore degli azzurri. La condizione fisica e mentale degli uomini di Mazzarri non è al top e si vede nelle amnesie difensive che Cannavaro e compagni hanno ad ogni partita. In una condizione del genere è indispensabile il potersi aggrappare al Matador e ai suoi gol, che, insieme ad una ritrovata forma anche per Hamsik, possono essere quel qualcosa che le altre in corsa per il secondo posto non hanno. Staremo a vedere.

Chi di certo non sta a guardare è Mario Balotelli, che ha deciso di diventare un giocatore continuo con i colori del Milan addosso. Nella sua carriera, il record di segnature in campionato è stato quello di 13 gol nella stagione scorsa con il City, ma da quando è tornato ha già segnato 7 gol in 6 partite giocate. E’ proprio vero che la psicologia nei giocatori fa tutto. Balotelli a parte, il Milan in campionato viaggia più spedito anche della Juve da 4/5 mesi a questa parte. Non perde da dicembre e nelle ultime 22 giornate ha una media di 2,1 punti a partita. Nel momento in cui El Shaarawy ha dovuto giustamente tirare il fiato – nelle ultime uscite si è notato un Faraone un po’ stanco e sulle gambe – sono arrivati i gol prima di Pazzini e poi di Balotelli. A centrocampo Montolivo è diventato leader indiscusso e la difesa sembra essere tornata solida (l’ultimo gol subito è quello di Schelotto nel derby, quasi 200 minuti fa). Insomma, le basi per sperare nel secondo posto ci sono e al ritorno dalla sosta si fa visita al Chievo. Poi, nell’ordine, Fiorentina, Napoli e Juventus. Tra un mese ne sapremo sicuramente di più sul futuro del Milan.

Pare essersi ripresa anche la Fiorentina di Montella, dopo la piccola crisi che ha colpito i viola all’inizio del 2013. Non senza qualche patema di troppo, e con qualche episodio favorevole – vuoi per errori degli avversari e vuoi per sviste arbitrali – la squadra toscana ha la meglio del sempre buon Genoa di Ballardini, che perde la terza partita giocata bene di fila ma che, se giocherà sempre così, non dovrebbe aver problemi a salvarsi. Tornando ai viola, il giocatore che davvero sembra prendersi sulle spalle la squadra non è Jovetic, come ci si sarebbe potuti aspettare, ma bensì Ljajic, arrivato alla definitiva maturazione sotto la guida di Montella. La difesa forse non è più salda come quella di inizio campionato, ma il centrocampo con Pizarro, Borja e Aquilani è quello con il più alto tasso tecnico della Serie A, è fuori di dubbio. La corsa alla Champions è più viva che mai, a Firenze già aspettano il Milan per lo scontro diretto.

Un po’ più staccate dalle prime quattro troviamo le due romane, che stanno vivendo un periodo opposto, come in tutto il campionato: quando la Lazio andava bene, la Roma era in crisi e viceversa. Ora è la Roma a stare meglio, ben guidata da Andreazzoli, che ha saputo ridare tranquillità e serenità ad una squadra che tecnicamente ha poco da invidiare a chi ha davanti. In più, c’è un Totti che continua a segnare e a dimostrare cinque anni buoni in meno rispetto ai 36 che cita la sua carta d’identità.
Si è un po’ persa, invece, la Lazio, che nella neve di Torino e con l’uomo in meno dopo un quarto d’ora a causa dello sciagurato Ciani (che si è fatto ammonire due volte in 30 secondi per due falli di gioco), esce sconfitta e si fa raggiungere dai cugini giallorossi. Senza Klose da tempo e con Floccari infortunato, Kozak non fa ciò che ben gli riesce il giovedì nella serate di Europa League e Onazi fa rimpiangere il ben più tecnico e carismatico Hernanes. Il punto dolente della squadra di Petkovic è sempre quello: buonissimo undici titolare non supportato da altrettanto buone riserve. In un campionato lungo 8 mesi, è un fattore che non può non contare.