Sei Nazioni, Italia-Irlanda 22-15. Bellissima Italia!
L’Italia chiude il Torneo delle Sei Nazioni con un prestigioso successo sull’Irlanda, trafitta 22-15 a Roma. Lo Stadio Olimpico regala e si regala un XV azzurro concreto e focalizzato sull’obiettivo, mentre sui verdi galleggia lo spettro del wooden spoon (il cosiddetto cucchiaio di legno), in attesa dell’esito di Francia-Scozia.
Ultimo turno di un torneo iniziato bene, proseguito peggio, raddrizzato forse. L’Italia di Brunel vive la sfida con l’Irlanda senza l’infortunato Castrogiovanni, mentre per Lo Cicero è l’ultima presenza internazionale in carriera. Nell’Irlanda, altro addio eccellente: O’Driscoll lascia dopo aver letteralmente scritto la storia di questa nazionale, ad aggiungere pepe e blasone al pomeriggio dell’Olimpico. Ospiti avanti con una punizione messa a segno da Jackson al 5′, ma Italia pimpante e pronta al placcaggio avanzante. Problemi comunque in fase di mischia, dove gli azzurri anticipano l’ingaggio, in un’indisciplina da evitare a certi livelli. La reazione in ogni caso c’è, perché Orquera prende bene la mira e spara, dritto al cento del bersaglio: 6-6 e Olimpico che ci crede. I padroni di casa continuano a farsi preferire, anche perché l’Irlanda manca in alcuni fondamentali solitamente suo punto di forza. Orquera e poi Garcia (ma non si poteva essere più audaci?) fanno 9-3, un mini-break ridotto dal 9-6 di Jackson a tempo scaduto.
Al rientro dagli spogliatoi, il timore che l’Italia si spenga all’ora di gioco sparisce via via. Sì, perché nonostante l’assenza di un punto riferimento assoluto come Castrogiovanni, questa è una squadra ben messa in campo, che tiene bene il campo, mette paura a un avversario opaco, ammaccato, ma ricco di talento. Cresce anche la disciplina, pulizia della giocata offensiva come difensiva, e il punteggio lo dice: TMO e meta (quelli del calcio impareranno mai?) azzurra al 49′, convertita da Orquera (16-6 al 50′). Il problema è che il cartellino giallo a Parisse priva la banda di Brunel del suo capitano, dell’uomo più rappresentativo; l’Irlanda allora prende confidenza e coraggio, si ricorda d’essere grande gruppo e si riavvicina. Alito sul collo degli azzurri, lì per far male: può essere frustante, come lo è Jackson che da 35 metri fa 16-12. Inizia ad essere dura, ma gli azzurri tengono botta, indossano la corazza e resistono. Dal canto loro O’Driscoll e compagni soffrono alla lunga, si spengono e l’atto finale – penalità, touche, cassaforte e calcio a tempo scaduto, chapeau – premia l’Italia e la sua crescita nella gestione Brunel.
22-15, Superb, thoroughly deserved ha scritto Eurosport, nel pomeriggio delle lacrime di Lo Cicero, dell’addio di O’Driscoll alla scena internazionale, della braccia spalancate di Brunel, un francese dal cuore azzurro.
SEI NAZIONI 2013 – Ultima giornata
Italia-Irlanda 22-15
Galles-Inghilterra
Francia-Scozia