Segnaliamo in questa puntata un trittico di libri che con un po’ di pazienza sono ancora reperibili nelle scorte delle grandi catene di librerie. Il filo conduttore è unico: di che cosa parlano gli intellettuali quando parlano di calcio?
Iniziamo da “La vita è un pallone rotondo” di Vladimir Dimitrijevic, Adelphi Editore. L’autore, recentemente scomparso, è stato un ex centrocampista promettente del calcio slavo negli anni ’50 e si è poi dedicato alle lettere, fondando una propria casa editrice, l’Age d’Homme, dedita alla diffusione della cultura balcanica.
In questo piccolo testo Dimitrijevic affronta con piglio filosofico ma scanzonato un’indagine sul fascino dello sport tanto amato, ponendosi una serie di interrogativi: ad esempio, cosa distingue Diego Armando Maradona da altri celebrati campioni, come Pelè, Platini, Beckenbauer? Citiamo un passaggio esemplificativo: “La leggenda di Kaiser Franz non mi interessa … Oggi è Presidente di una delle più grandi squadre del mondo; imperturbabile, sempre in cravatta, inforca occhiali d’oro e continua a vivere un’esistenza che non mi appassiona per nulla … Quando don Diego fa il suo ingresso in qualsiasi bar, tutti gli vogliono offrire un bicchiere. Ma a Beckenbauer no. Aspettano che il giro lo paghi lui”. Così, di interrogativo in interrogativo, l’autore ripercorre alcuni momenti calcistici storici della ex Jugoslavia, ci fa scoprire campioni poco noti dalle nostre parti, idoli ricchi di talento sperperato e per ogni episodio risolve questioni esistenziali legate all’animo umano, in un’allegra rilettura letteraria del mistero rotondo.
Non hanno bisogno di presentazioni invece Enrico Ghezzi, storico creatore di Blob su Raitre e Carmelo Bene, mostro sacro della cultura italiana del ‘900. “Discorso su due piedi (il calcio)”, Bompiani Editore, riporta una conversazione tra i due, che a ruota libera si lasciano andare al racconto della loro passione calcistica. Così, scopriamo che Bene, intenditore di calcio e di campioni, adorava Van Basten (“Van Basten per me è uno dei due, dei tre più grandi di ogni tempo … Van Basten era uno che più che giocare era giocato anche lui. Nel senso che istintivamente diceva: ‘Quando si è di qua si tira di collo destro e quando si è di là, di collo sinistro. Il tiro sporco non lo ha mai avuto,Van Basten”). Notevole anche la definizione della differenza tra Falcao (giocatore senza palla) e Toninho Cerezo (giocatore con la palla). Curiosa anche la differenza tra Maradona e Romario individuata da Ghezzi: “In Maradona c’è come una cosa di artificio. Una sorta di tecnica che è palesemente tecnica. La tecnica messa in atto … il contrario di Romario [definito capace di sparire e riapparire altrove con la palla], l’invisibile ed il visibile. Maradona era il visibile. Cioè non era il lampo”.
Infine una segnalazione anche per “Cuentos de fùtbol”, Piccola Bibilioteca degli Oscar Mondadori, un’antologia di autori di lingua spagnola, quali Eduardo Galeano, Antonio Skarmeta, Osvaldo Soriano (qui autore del racconto “Il rigore più lungo del mondo”) e altri. Affidiamo alle parole della prefazione del curatore della raccolta, Jorge Valdano, ex centravanti campione del mondo con l’Argentina e stella del Real Madrid, il commento (che in fondo riassume anche il senso di questo articolo e della rubrica): “Se ti piace il calcio, lascia da parte la paura delle lettere e se ami la letteratura non credere che il pallone sia un oggetto sinistro. Se ti piacciono tutti e due, che cosa puoi chiedere più di questa raccolta?”.