Rugby, Inghilterra-Italia 18-11: che ripresa!
Nell’ultima gara della quarta giornata del Sei Nazioni 2013, fra Inghilterra e Italia è sfida vera per 80′. A vincere, come da pronostico, sono gli inglesi, ma i ragazzi di Brunel escono a testa alta dal tempio del rugby inglese ed europeo. Monologo bianco in avvio, poi è Italia coraggiosa e gagliarda. Flood bene al piede ma meno nelle scelte di gioco: il posto di Farrell non è in discussione: 18-11 il finale.
SPIRAGLI APERTI. Gli inglesi partono pigiando forte sull’acceleratore, perché la voglia di Grande Slam è tanta e l’Italia appare timida. L’impatto dell’attacco del XV della Red Rose è dunque pesante, con Flood subito freddo nei piazzati (6-0). Pronta e un po’ sorprendente è la reazione azzurra, a partire da un calcio di Orquera che accorcia le distanze. L’Inghilterra produce alcune azioni spettacolari, regalando al sold-out alcune belle giocate. Ma oltre allo spettacolo serve concretezza e ad esser franchi la capolista manca di pragmatismo: sul più bello, la difesa dell’Italia regge in qualche modo. La mazzata? L’infortunio di Castrogiovanni, che priva il XV di Brunel del suo uomo simbolo, sul piano emotivo e prettamente rugbistico. Frattanto, il giallo comminato a Gori lascia l’Italia in 14 contro 15. L’emorragia non è comunque di quelle pesanti e il 12-3 dell’intervallo lascia aperti molti spiragli.
LA PAURA DEGLI INGLESI. Al 50′, arriva quello che non ti aspetti: errore inglese in touche e Orquera lancia McLean, che va a marcare e terrorizza Twickenham. Naturale che l’Italia si galvanizzi, affronti coraggiosamente ogni punto di incontro, ce la metta tutta. Psicologicamente, l’Inghilterra sente la spallata e si lecca le ferite, anche perché quel pasticcio di Wood e Care in rimessa laterale è una botta che lascia il livido. Lancaster cambia Haskell con Croft, l’Italia spreca un po’ di occasioni. Flood, pasticcione in certe fasi di gioco ma impeccabile coi piedi, allunga al 62′, per un 18-11 che resiste anche al forcing finale azzurro. Nell’ultimo quarto di gara, l’Italia alza la voce e impegna severamente la difesa dell’Inghilterra, che resiste e mantiene intatte le speranze di Grande Slam.
L’Italia compie un innegabile passo in avanti sul piano di gioco, convinzione e concretezza, mentre molta stampa d’oltremanica ha parlato di poor England, definizione eloquente. Rispetto all’altra trasferta stagionale (in Scozia), gli azzurri conquistano gli applausi e il rispetto della platea del rugby dell’Emisfero Nord, recuperando brillantezza anche in alcuni singoli.
INGHILTERRA-ITALIA 18-11
Inghilterra: 15 Alex Goode, 14 Chris Ashton, 13 Manu Tuilagi, 12 Brad Barritt, 11 Mike Brown, 10 Toby Flood, 9 Danny Care, 8 Tom Wood, 7 Chris Robshaw (c), 6 James Haskell, 5 Geoff Parling, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Tom Youngs, 1 Mako Vunipola.
A disp.: 16 Dylan Hartley, 17 David Wilson, 18 Joe Marler, 19 Courtney Lawes, 20 Tom Croft, 21 Ben Youngs, 22 Freddie Burns, 23 Billy Twelvetrees.
Italia: 15 Andrea Masi, 14 Giovambattista Venditti, 13 Gonzalo Canale, 12 Gonzalo Garcia, 11 Luke McLean, 10 Luciano Orquera, 9 Edoardo Gori, 8 Sergio Parisse, 7 Robert Barbieri, 6 Alessandro Zanni, 5 Joshua Furno, 4 Quintin Geldenhuys, 3 Martin Castrogiovanni, 2 Leonardo Ghiraldini (c) 1 Alberto De Marchi.
A disp.: 16 Davide Giazzon, 17 Andrea Lo Cicero, 18 Lorenzo Cittadini, 19 Antonio Pavanello, 20 Francesco Minto, 21 Simone Favaro, 22 Tobias Botes, 23Tommaso Benvenuti.
Arbitro: George Clancy (Irlanda)
Marcatori: Inghilterra: Pen.: Flood 6. Italia: Meta: McLean. Pen.: Orquera 2
Note: Cartellino giallo a Gori (I)