Addio a Luís Cubilla, stella dell’Uruguay negli anni ’60 e ’70 da giocatore e allenatore di grande successo in particolare nel periodo d’oro dell’Olimpia Asunción. Storia di una leggenda del Sudamerica.
Campione in patria e all’estero
Luís Alberto Cubilla Almeida nasce a Paysandú (Uruguay) il 28 marzo 1940. Dopo gli inizi giovanili nel suo paese con la maglia del Colón, si unisce ancora minorenne al più importante club uruguaiano: il Penarol di Montevideo. Con la casacca giallo-nera si impone tra i più promettenti giocatori del Sudamerica vincendo a ripetizione in patria e fuori. Un bottino niente male, composto da 4 campionati nazionali, 2 Coppe Libertadores e una Coppa Intercontinentale.
La chance europea
Il Barcellona, club che in quell’epoca cerca con difficoltà di competere con il Real Madrid, lo ingaggia nel 1962. Cubilla non avrà molta fortuna in Catalogna, giocando con il contagocce per due stagioni (16 presenze totali con 2 reti) ma raggranellando una Coppa del Re.
Nuovi trionfi
Torna in Sudamerica al River Plate. Qui la sua carriera riprende quota. Nel 1969 rientra in patria, stavolta al Nacional, ed è nuovamente tempo di grandi vittorie: altri 4 titoli uruguaiani, una Coppa Libertadores, una Coppa Interamericana ed una Intercontinentale. Spara le ultime cartucce in Cile al Santiago Morning e nuovamente a Montevideo ma al Defensor Sporting. Qui chiude in grande stile la carriera aiutando il club a vincere il primo campionato della sua storia.
Stella della Nazionale
Cubilla ha avuto anche la possibilità di disputare ben 3 Mondiali con la Celeste, nel 1962, 1970 e 1974. Con la Nazionale disputa 38 partite segnando 11 reti tra il 1959 ed il 1974.
Stile di gioco
Cubilla è stato un attaccante di grandi doti tecniche ma poco prolifico. Il suo difficile ambientamento al calcio europeo è avvenuto principalmente per il differente ritmo di gioco rispetto al Sudamerica.
Gli inizi da sogno come allenatore
Comincia la sua parabola da tecnico con il botto: sulla panchina dell’Olimpia Asunción, compagine paraguaiana, infila un filotto di 4 trionfi tra il 1979 ed il 1980. Campionato, Libertadores, Interamericana ed Intercontinentale. Ha due brevi parentesi con Newell’s Old Boys e Penarol prima di tornare all’Olimpia nel 1982 e vincere un’altra Primera. Poco entusiasmanti le fermate successive ai colombiani dell’Atlético Nacional ed agli argentini del River Plate.
In Paraguay per nuovi trionfi
Resta a casa per qualche anno e poi accetta un’altra chiamata da Asunción. Tra il 1988 ed il 1993 riporta la squadra alle glorie continentali portando a casa, oltre agli altri trofei, un’altra Libertadores. A Tokyo stavolta il sogno mondiale si infrange sul Milan stellare di Sacchi. A parte la fortunata esperienza al Penarol che porta al titolo nazionale nel 1981, porta a casa ben 15 allori tutti sulla panchina dell’Olimpia: 8 campionati, due Libertadores, un’Intercontinentale, un’Interamericana, due Recopa Sudamericana, una Supercopa Sudamericana. Nel 1990 viene eletto Miglior Allenatore del continente.
Alla guida della Celeste
Dal 1990 al 1993 è il Commissario Tecnico dell’Uruguay, che guida con poca fortuna alle edizioni 1991 e 1993 della Copa América.
Il tramonto
Le ultime esperienze in panchina vedono Cubilla in Colombia, Argentina, Guatemala, Ecuador e Perù. Ma il film non può arrivare ai titoli di coda senza un ultimo passaggio all’Olimpia nel 2010. Brevissimo poi l’incarico al Tacuary. Malato di tumore, si spegne il 3 marzo nella sua amatissima città adottiva, Asunción.