Storie di Provincia: l’Udinese di Zico
Compie 60 anni in questi giorni uno dei più grandi calciatori mondiali di tutti i tempi, protagonista di una delle storie più incredibili che siano mai successe nel nostro campionato, esattamente trentanni or sono. Stiamo parlando di Arthur Antunes Coimbra, meglio noto al mondo come Zico. Difficile immaginare infatti un altro evento così inaspettato e clamoroso come quello che si materializzò sul pianeta calcio nel giugno del 1983. Quello che era considerato forse il più forte giocatore al mondo, a trent’anni decideva di lasciare il Brasile e sbarcare finalmente in Europa. Più precisamente in Italia. E fin qui, nulla di strano, per quanto eclatante. Quel che il mondo non era pronto ad accettare, era la destinazione: l’Udinese, ovvero una squadra perfettamente sconosciuta sul panorama internazionale.
Per capire la portata del clamore, bisognerebbe immaginare oggi che il Catania annunciasse Neymar o il Chievo Iniesta. Impossibile, vero? Eppure, nel ricco campionato italiano degli anni ’80, questo è potuto succedere. Il Presidente dell’Udinese Lamberto Mazza e il General Manager Dal Cin riuscirono a mettere sul piatto un’offerta di 6 miliardi per il Flamengo e garantirono al giocatore un munifico stipendio, grazie anche all’innovativa gestione dello sfruttamento dei diritti di immagine.
La trattativa coprì le cronache di tutta l’estate, perché la Federcalcio fu inizialmente costretta da una scandalizzata opinione pubblica a sospendere la ratifica dell’acquisto di Zico – insieme a quello di Toninho Cerezo, operato dalla Roma – avanzando perplessità sulle reali possibilità di copertura economica dell’investimento. L’intero popolo friulano scese in piazza a protestare, ormai quel sogno non poteva essere interrotto e nessuno avrebbe dovuto opporsi, tanto meno i vertici conservatori del calcio o l’opinione pubblica moralista: il messaggio arrivò forte e chiaro, immortalato su uno storico cartello: “O Zico o Austria”.
Zico, miglior giocatore sudamericano nel 1977, 1981 e 1982, aveva già disputato due mondiali da protagonista, nel ’78 e nell’ 82, ed era stato la stella del Flamengo con il quale aveva vinto diversi campionati, la Coppa Libertadores e un’Intercontinentale, “matando” l’incontro contro il fortissimo Liverpool di inizio anni ’80. Dotato di enorme tecnica individuale, classe, visione di gioco e sensibilità di tocco, il “Pelè Bianco”, malgrado la concorrenza dei contemporanei Maradona e Platini, era considerato il numero uno assoluto al mondo per quanto riguardava i calci piazzati dal limite dell’area.
L’esordio in serie A avviene il 12 settembre a Marassi. L’Udinese sconfigge il Genoa con un netto 5-0 e Zico realizza una doppietta, con un gol su punizione. Doppietta con gol su punizione, anche alla seconda giornata, contro il Catania. Poi, lo stop al Partenio, dove comunque Zico va in rete. In gol anche alla quarta di campionato, in un modesto pareggio interno. L’Udinese vince la sfida con la Roma brasiliana di Falcao e Cerezo, ma poi inizia ad arrancare. Tuttavia, Zico continua ad incantare. Quando nel girone di ritorno l’Udinese va a Catania, un intero stadio sembra tifare per Zico, nell’attesa di una sua magica punizione.
La squadra, allenata da Enzo Ferrari presentava anche altre buone individualità, come il centravanti Pietro Paolo Virdis, la mezzala Massimo Mauro, il libero Edinho – altro brasiliano della Selecao – , il vecchio Franco Causio ed il giovane Gigi De Agostini. Tuttavia la stagione non è all’altezza delle aspettative, complici anche una serie di sviste arbitrali che per tutta la stagione accompagnarono l’ Udinese – dopo le vicende estive, che avevano imbarazzato la lega, lassù non tutti la amavano.
A fine stagione, l’Udinese mancherà l’approdo europeo, ma Zico figurerà come vicecapocannoniere del torneo (dietro Platini), con 19 centri in 24 partite giocate.
Di segno minore invece la stagione successiva, segnata da infortuni fisici e infortuni fiscali, con l’accusa di evasione che lo costrinse a lasciare l’Italia, risolvendo il contratto con l’Udinese, a stagione in corso (16 presenze e 3 gol) e lasciando una squadra che si era molto indebolita e che stava lottando per la salvezza. La storia si interruppe così, troppo presto e troppo bruscamente, ma ancora oggi in Friuli, dove pure si sono abituati a risultati importanti e goleador di nome, piazzamenti notevoli e partecipazioni europee, il ricordo di Zico e del suo passaggio per Udine, conserva il fascino di una magia, che non sarebbe dovuta essere nemmeno possibile. Ma lo fu.
In questo video , i gol segnati da Zico, nella sua permanenza italiana.