The show must go on
In autunno un tragico evento sconvolse il calcio dilettantistico in Veneto. Una partita di seconda categoria fu fatta giocare a distanza di poche ore da un suicidio avvenuto all’interno della biglietteria dell’impianto; le critiche non mancarono e ci fu un continuo botta e risposta tra chi appoggiò la decisione e chi invece inveì allo scandalo per non aver avuto rispetto della morte.
In questo fine settimana Marsala è stata teatro di un episodio identico che ha visto protagonista il custode del campo; un 36enne che ha deciso di porre fine alla sua vita, scegliendo il magazzino come luogo per compiere il folle gesto. Poche ore più tardi lo stadio ha ospitato la gara di Eccellenza tra il Marsala e l’Akragas, match rimasto in dubbio fino alle ore 14 prima della decisione ufficiale di non rinviarla. Anche in questo caso la scelta di appoggiare il “The show must go on” non ha convinto tutti e il partito di chi avrebbe gradito il rinvio ha fatto sentire il proprio dissenso in rete.
Morte e sport, un incrocio vissuto spesso negli ultimi anni e con esiti differenti. Ci sono casi emblematici come la recente morte di Morosini o quella di Vittorio Mero; situazioni dove tutti hanno giustamente concordato verso lo stop oppure altri eventi passati come la morte di Senna o i drammatici incidenti dell’Heysel dove invece si scelse di proseguire per motivi di ordine pubblico o perché forse non pienamente coscienti di ciò che era accaduto.
Giocare Marsala-Akragas è stato giusto? difficile dirlo da parte di chi non era presente al campo come il sottoscritto e non conosce con esattezza la dinamica degli avvenimenti. In una società frenetica come la nostra il rispetto della morte ha perso gran parte del suo valore; la visione macabra di un corpo esanime a terra diventa spunto per fare scoop o contatti su youtube, difficile quindi scandalizzarsi se poi si gioca a pochi metri di distanza dal luogo di un suicidio. Non ci resta che applaudire la scelta dei tifosi del Marsala che hanno deciso di rinunciare al tifo per doveroso rispetto di un amico o semplice conoscente che da domenica scorsa non c’è più.