L’inizio di marzo nella National Basketball Association coincide con il raggiungimento dei tre quarti di stagione, le 32 squadre sono quasi tutte giunte alla sessantesima gara stagionale e siamo di fatto alla volata finale nella regular season. Marzo è storicamente mese di Madness nel college basketball, che negli ultimi quindici giorni cattura tutti gli interessi degli amanti della palla a spicchi, ma guai a distrarsi dal mondo dei professionisti perché la corsa alla postseason e al miglior ranking possibile nei playoffs coinvolge ancora venti squadre per le quali ogni vittoria o sconfitta da qui alla fine può avere un certo peso.
Probabilmente non l’avrà per i Miami Heat, che in queste ultime settimane si sono guadagnati un bel margine di vantaggio a Est sulle altre contendenti. Lo hanno fatto battendo il record di franchigia per vittorie consecutive (15, con striscia ancora aperta), durante le quali il livello di gioco di LeBron James ha raggiunto dimensioni fin qui quasi inesplorate. Il tre volte MVP della Lega ha chiuso il mese di febbraio con 29.7 punti di media, ma il dato significativo sono le sue percentuali al tiro (64,1%) che lo rendono il piu’ preciso con almeno duecento tiri (139/217) dai tempi di Kareem Abdul-Jabbar nel 1983. Fuori dai numeri, che comunque qualcosa ci dicono, la dimestichezza con la quale Il Prescelto ha elevato i suoi standard di gioco, già piuttosto alti, fa pensare sempre piu’ agli Heat come favoriti per il re-peat. Nell’ultima settimana la loro striscia di vittorie è stata in pericolo almeno tre volte: contro i Kings, dove è servito un doppio supplementare, contro i Grizzlies dove l’apporto di Wade è stato decisivo nei minuti finali, e soprattutto contro i Knicks nella gara di domenica, contro i quali gli Heat erano 0-2 in stagione nonché sotto anche di 16 punti, prima di rimontare nel finale grazie ad una grande difesa che ha tenuto i Knicks a soli 36 punti nel secondo tempo, ad un Chris Bosh sopra le righe e alle triple di Shane Battier, senza dimenticare ovviamente Wade & James. La vittoria al Garden secondo LeBron “è la migliore della nostra stagione viste anche le difficoltà iniziali”, “la piu’ dura da portare a casa” ha aggiunto Dwayne Wade.
Insomma ad Est in questo momento non c’è squadra che possa competere con quella di Coach Spoelstra, anche se è difficile sottovalutare gli Indiana Pacers alla luce delle loro ultime prestazioni; la squadra di Frank Vogel (serio candidato al premio di Coach of the Year) sta mostrando di essere in questo momento la miglior difesa della Lega, il loro lavoro sul perimetro è fastidioso per ogni avversario e a centro area l’intimidazione di difensori come Hibbert non passa inosservata, oltre al fatto che i Pacers sono la miglior squadra NBA a rimbalzo. Dopo 55 gare di assenza è tornato anche Danny Granger, un tempo stella della squadra e oggi ben sostituito da un Paul George sempre piu’ in ascesa: dopo la strameritata convocazione all’All Star Game il ventiduenne californiano continua a stupire, dimostrandosi notte dopo notte come un all-around player come pochi nella Lega. Domenica arriva la prova, Miami contro Indiana ci dirà di piu’ sulle ambizioni dei Pacers, che nel frattempo hanno superato i Knicks al secondo posto nella Eastern Conference.
Ad Ovest continua la marcia dei San Antonio Spurs, la squadra che gioca il miglior basket di squadra dell’intera NBA; i texani hanno perso due delle ultime dieci ed entrambe al supplementare, ma la brutta notizia a casa Popovich è arrivata: Tony Parker dovrà stare fermo almeno un mese per la distorsione alla caviglia subita durante la gara stravinta contro Sacramento. Gli Spurs sono comunque 4-1 senza il francese in questa stagione e, anche se i Thunder inseguono tre gare dietro per il primo posto nella Western Conference, il problema a Parker potrebbe non causare troppi danni ai neroargento a patto che al via dei playoffs il playmaker sia al 100%.
Buon momento anche per i Memphis Grizzlies che dopo la trade che ha spedito Rudy Gay a Toronto ha trovato una buona quadratura con Prince in quintetto insieme allo specialista difensivo Tony Allen e con l’attività di Bayless e Pondexter dalla panchina. La squadra di Coach Hollins ha chiuso una striscia vincente di otto partite perdendo contro gli Heat a Miami lo scorso venerdì, in una gara che ha visto la squadra del Tennesse uscire comunque uscire a testa alta. I Grizzlies sono attualmente quarti nell’agguerrito Ovest, ma devono guardarsi le spalle dai Denver Nuggets, reduci da una bella vittoria ai danni degli Oklahoma City Thunder dopo quella sui Lakers sempre piu’ in crescita. La squadra di D’Antoni ha finalmente un Dwight Howard in buonissima condizione fisica oltre ad un Bryant caldissimo (sfiora i 35 di media nelle ultime cinque gare col 57% al tiro), e i gialloviola sono tornati al 50% di vittorie per la prima volta dall’ultimo giorno del 2012.
TRADE DEADLINE
Il termine entro il quale si potevano scambiare giocatori è scaduto lo scorso 21 febbraio, ma nonostante i vari rumors niente di particolarmente importante è accaduto tra le franchigie NBA. I nomi caldi, tra tutti quello di Josh Smith in scadenza a giugno con gli Atlanta Hawks, non si sono mossi e si sono registrati scambi di minore importanza (anche se J.J. Redick, ex Orlando Magic, a Milwaukee sta avendo un ottimo impatto), tra i quali quello che ha visto il rookie Thomas Robinson andare a Houston con Marcus Morris che invece raggiunge il fratello Markieff a Phoenix, in uno scambio che ha coinvolto quattro giocatori dall’Università di Kansas. Altri movimenti hanno visto Anthony Morrow passare da Atlanta a Dallas per Dahnthay Jones, Jordan Crawford dai Wizards ai Celtics, Ronnie Brewer dai Knicks ai Thunder e Eric Maynor dai Thuinder ai Blazers.
BIG NUMBERS
Solitamente in una Lega dove i grandi numeri non accadono raramente, si tende a sottolineare poco le cosiddette loosing effort, ovvero le grandi prestazioni di giocatori che però sono usciti sconfitti con la loro squadra. Quasi impossibile però non rimarcare la prestazione di Stephen Curry nel tempio del basket, il Madison Square Garden, dello scorso 27 febbraio. Il figlio di Dell, che ha all’attivo oltre mille gare NBA con varie squadre, ne ha messi 54 con 11/13 da tre punti, un canestro in meno dal record ogni epoca di tiri da tre punti in una partita (12, Donyell Marshall e Kobe Bryant). La cosa straordinaria è anche come sono arrivate queste triple, soltanto due piedi a terra e con spazio, le altre se le è tutte prese palla in mano andando a sfidare l’avversario. Prestazione da ricordare che però non gli è valsa la partita, vinta dai Knicks di un Carmelo Anthony da 35 punti e 8 assist e di un Tyson Chandler da addirittura 28 rimbalzi (13 nel solo primo quarto, massimo NBA dal 2010).
Nella partita di giovedì notte tra Chicago Bulls e Philadelphia 76ers, il centro Joakim Noah ha messo a segno una tripla doppia. Fin qui nulla di strano, se non il fatto che al posto dei soliti assist Noah è andato in doppia cifra con le stoppate, finendo con 23 punti, 21 rimbalzi e 11 stoppate. Per trovare un’altra gara da almeno 20 punti, 20 rimbalzi e almeno 10 stoppate bisogna tornare al 1998 e al lunghissimo (2m e 29 cm) Shawn Bradley. L’imporesa era riuscita in precedenza a soli altri cinque giocatori dal 1973 in poi, ovvero da quando la NBA conta come statistica ufficiale le stoppate.
Già vincitorie del premio di miglior sesto uomo dell’anno nel 2010, Jamal Crawford dei Los Angeles Clippers si conferma giocatore caldo quando esce dalla panchina. L’ex Hawks, conosciuto anche per essere uno dei quattro giocatori della storia NBA ad aver segnato almeno 50 punti con tre casacche diverse, ha superato quota 20 punti uscendo dalla panchina per la ventiduesima volta in stagione. E visto che quest’anno James Harden non è piu’ sesto uomo, probabilmente il titolo tornerà a lui.
NEWS
Martedì 26 febbraio a Indianapolis nella gara tra Pacers e Warriors un principio di rissa ha coinvolto Roy Hibbert e David Lee, espulsi durante la gara, insieme ad altri giocatori delle due squadre. La Lega ha squalificato una partita i due, e multato 35 mila dollari ciascuno Klay Thompson, Stephen Curry e Lance Stephenson.
Monta Ellis e Ty Lawson sono stati nominati rispettivamente giocatore della settimana nella Eastern e nella Western Conference. Il giocatore dei Bucks ha viaggiato ad oltre 24 punti, 8 assist e 5 rubate nelle tre vittorie di Milwaukee (memorabile il buzzer beater che ha battuto i Rockets), mentre Lawson, anche lui autore di un tiro vincente allo scadere contro i Thunder, ha collaborato al 3-0 dei Nuggets con oltre 21 punti di media e 7 assist.