Finisce in parità la sfida Scudetto tra Juventus e Napoli al San Paolo, con i padroni di casa che restano distanziati di 6 punti quando mancano 11 giornate alla fine. Nella sfida per il terzo posto della nostra Serie A, il Milan strapazza una Lazio in dieci uomini, mentre l’Inter muore e risorge a Catania, prima sotto 0-2 e poi vincente per 3-2 al 91° minuto. Vincono, con qualche difficoltà, anche la Fiorentina in casa contro il Chievo e la Roma contro il Genoa.
Va tutto sommato bene alla Juventus capolista il risultato del San Paolo. Tutto sommato perché i bianconeri sono passati in vantaggio, hanno sfiorato più volte il gol del 2 a 0 e hanno sostanzialmente dominato la gara per i 90 minuti. Ma di contro c’è l’aver potuto tenere inalterata la distanza di sei punti che distanzia ancora i campioni d’Italia uscenti e la prima inseguitrice, il Napoli.
Napoli che, soprattutto dopo il pareggio un po’ improvviso, ha giocato con ardore e voglia la gara di venerdì sera. Ma che non ha mai dimostrato di avere la forza di vincere la gara, quella forza che unita alla spinta del San Paolo ha abbattuto potenze come Chelsea e Manchester City non più tardi di 12 mesi fa. Un Napoli che, forse, alla rimonta in campionato ci crede o ci ha creduto più nelle parole che nei fatti.
Chi alla rimonta ci ha creduto, e ha avuto ragione, è stato Massimiliano Allegri. Quando a fine ottobre, un girone fa, dopo la sconfitta dell’Olimpico contro la Lazio disse che “a fine febbraio si faranno i conti” nessuno, nemmeno noi, gli abbiamo dato credito. Si pensava, ed era opinione comune, che il suo esonero fosse l’unica soluzione possibile, l’unica cura per i malanni di un Milan incapace di riprendersi. E invece, 19 partite dopo, siamo qui a parlare di un Milan al terzo posto solitario, che ha annichilito per 3 a 0 quella stessa Lazio e che, volendo, è a soli cinque punti dal Napoli secondo. Il mattatore della sfida contro i biancocelesti rimasti prematuramente in 10 uomini in un San Siro nuovamente innamorato dei rossoneri è Giampaolo Pazzini, autore di una doppietta proprio nel giorno in cui Mario Balotelli è rimasto fermo ai box. Un ulteriore segno della bontà del lavoro di Allegri: raggiungere il terzo posto con la stessa squadra, gli stessi uomini, di quella fine di ottobre.
Un percorso simile, quello di scendere all’inferno per poi ascendere verso il paradiso calcistico, l’ha fatto anche l’Inter di Stramaccioni, ma in soli 90 minuti a Catania. Sotto di due reti dopo il primo tempo e con Rocchi titolare, vittoriosa a fine gara con l’ingresso di Palacio in avanti e di Stankovic a dettare i tempi in mezzo al campo.
I tre punti sono manna dal cielo, visto come si era messa la partita dopo l’ennesimo primo tempo buttato da parte dei nerazzurri e visto che si trattava di uno scontro con una diretta concorrente alle zone Europee.
Catania che, dal canto suo, ha solo di che rammacaricarsi. In vantaggio di 2 a 0 e in totale controllo della gara, ha lasciato che all’Inter la possibilità di rimettersi in carreggiata. Questo dimostra che forse non è ancora una grande squadra.
Come forse non lo è ancora la Fiorentina di Montella, che deve faticare oltre modo contro il Chievo a Firenze. Nella giornata-no di Jovetic, risulta decisivo Larrondo, che segna il gol del definitivo 2 a 1 dopo essere stato letteralmente colpito dal tiro di Toni. I viola hanno perso quella “bellezza” di gioco che ha contraddistinto i primi mesi della gestione Montella e che ora viene fuori solo in sporadiche occasione (si veda sfida contro l’Inter). Forse manca un po’ di incisività negli ultimi 20/25 metri, vedremo se con il ritorno in campo ed esordio in maglia viola di Giuseppe Rossi le cose potranno cambiare in meglio.
Chiudiamo con la Roma di Francesco Totti, sempre più nella leggenda del nostro campionato. 225 gol in Serie A per il numero 10 giallorosso, che raggiunge Nordhal al secondo posto e mette nel mirino Piola, distante 48 reti. Il capitano della Roma ha già assicurato di voler raggiungere Piola prima di smettere, vorrà dire che ci gusteremo altre 3/4 stagioni di Totti. Tornando alla sfida dell’Olimpico, la Roma ha avuto la meglio di un Genoa rivitalizzato dalla cura Ballardini e che è squadra vera, con un vantaggio di 5 punti sulla zona retrocessione. La difesa a 3 di Andreazzoli sembra reggere e il centrocampo formato da Pjanic (infortunato alla caviglia, si teme qualcosa di serio) e De Rossi è da subito sembrata la soluzione migliore.
Quella contro i liguri è la terza vittoria di fila che rilancia la Roma in una corsa Champions che diventa sempre più emozionante.