Torneo Final, 3/a giornata: continua la marcia del River. L’independiente vince il derby di Avellaneda. Crolla il Boca di Bianchi
Bastano cinque minuti di grande calcio al River Plate per domare il Tigre e volare in testa alla classifica. A rispondere alla squadra di Dìaz ci pensa il Lanus di Schelotto, che si impone contro il Velez baby mandato in campo da Gareca per 1-0 grazie a Romero. Cade a picco il Boca in casa dell’All Boys, mentre l’Independiente bissa il successo di Liniers vincendo il delicatissimo derby contro il Racing. In un turno caratterizzato ancora una volta dalla violenza sugli spalti, in coda l’Union e il San Martin vedono sempre più da vicino lo spettro della Segunda.
L’uomo dei miracoli. L’unto dal signore. Chiamatelo come volete, ma Ramon Dìaz, dalle parti del “Monumental” è per la gente del River Plate l’idolo indiscusso di questo miracolo sportivo in corso. Siamo solo all’inizio, ma le tre vittorie consecutive ottenute contro Belgrano (sfatando la maledizione del “Pirata”) Estudiantes e Tigre, solleticano i pensieri più reconditi nella mente dei “Millonarios”. Contro il “matador”di Victoria, il River ha sofferto ed è passato addirittura in svantaggio per un gol di Donatti , ma poi ha saputo rialzare la testa nel finale, realizzando ben tre reti in cinque minuti. Il “Chino” Luna, grande ex della sfida, e Juan Iturbe hanno rigirato la sfida e mandato in estasi un intero popolo. A nulla è servito in pienissimo recupero il rigore trasformato da Matias Perez ( fallo di mano di Bottinelli) per gli ospiti, se non ad alleviare la sofferenza per la seconda sconfitta consecutiva, dopo la delusione interna nella Copa contro il Libertad. All’entusiasmo contagioso in atto in casa biancorossa, fa da contraltare la frustrazione e il nervosismo sempre più dilagante in casa Tigre. Gli uomini di Gorosito, ancora una volta sconfitti, hanno terminato la sfida per l’ennesima volta in dieci, per il gesto folle di Ruben Botta, colto da Lunati in un fallo di reazione. River e Tigre, il bianco e il nero della vita, dello sport.
C’era molta attesa per l’infuocatissimo derby di Avellaneda, mai come quest’anno crocevia fondamentale per le stagioni di entrambe le compagini.Il “Rojo” ha dimostrato più carattere, maggiore cattiveria sportiva, e ha meritato il successo. Da registrare, come da copione, degli scontri tra le due tifoserie e le forze dell’ordine nel prepartita. Sul prato verde la squadra di Gallego è partita subito a mille, passando in vantaggio con un fendente da fuori area mandato a bersaglio da Miranda. Il Racing di Zubeldìa, dopa la sconcertante prestazione dell’esordio in casa dell’Atletico Rafaela, dimostra ancora una volta la scarsa propensione ad ottenere a risultati lontano dal “Cilindro”. Nonostante un Luciano Vietto volenteroso e attivo sul fronte offensivo, l'”Academia” è riuscita nell’impresa di calciare una sola volta verso i pali di Navarro in tutti i novanta minuti. Troppo poco per pensare di uscire vincitore dalla casa del “Diablo. L‘Independiente ha legittimato la propria vittoria sprecando in contropiede l’impossibile, soprattutto con Farias e Caicedo, ma alla fine, ha chiuso la sfida all’ultimo secondo con il rasoterra chirurgico di Jonathan Santana. Game, set and match. E proprio quando sembrava in procinto di affondare, l’Independiente ritrova lo spirito giusto e si muove in modo netto verso la salvezza. Non pervenuta, invece, la squadra biancoceleste, da anni l’eterna incompiuta del calcio argentino.
L’oasi felice di Pepe Romero continua a stupire tutti. A farne le spese questa volta è stato il Boca Juniors, annientato dall’All Boys a Floresta. Analizzando il match, il risultato non rende compiutamente merito alla grande quantità di gioco espresso dall'”Albo”, assoluto dominatore della sfida in tutte e due le metà campo; mentre Carlos Bianchi aveva definito questa sfida “non decisiva, ma comunque importante ai fini del final”, restando così deluso e interdetto per la pochezza mostrata dalla propria squadra. Le reti di Ahumada ( ex River) e di Vildozo su rigore, hanno sotterrato un Boca pavido, privo di idee e ancora senza Riquelme. Come se non bastasse, gli “xeneizes” devono ringraziare Ustari, sostituto di Orion, per il parziale “accettabile” subito. Una vera e propria batosta. Da riscattare in Copa Libertadores in Ecuador. Un’altra sconfitta aumenterebbe ancor di più la pressione dei tifosi sulla squadra. E ovviamente su Carlos Bianchi, al terzo ciclo su questa panchina.
Al Lanus basta un guizzo di Romero contro il Velez. Agevolato dal turnover esasperato di Gareca, che ha deciso in questo semestre di puntare tutto sulla Copa Libertadores, il “Granate” si è imposto faticando più del dovuto, e rischiando in più di una circostanza di subire il gol della beffa. Sugli scudi i due portieri, Marchesin da una parte e Montoya dall’altra, entrambi autori di parate prodigiose. Paradossalmente, esce rafforzato maggiormente da questa sfida il “Fortin”, che ha potuto mettere in mostra i suoi giovani ( Copete e Freire su tutti), continuando così sulla falsariga intrapresa in questi anni, ovvero: avanti adagio, ponderando ogni singola scelta, senza sfigurare al cospetto di nessuno. Neanche contro la migliore squadra del Torneo Final.
Nel “derby” delle convalescenti, Estudiantes e San Lorenzo pareggiano per 1-1 al “Ciudad de la Plata”, accontentandosi di un punticino che sa tanto di mezza occasione persa. Sblocca la sfida Zapata, sfruttando la deviazione di Angeleri, e poi Gentiletti rimette le cose a posto, approfittando dell’ennesimo errore stagionale del portiere del “Pincha” Silva. A proposito di errori ( e orrori): il tecnico dell’Argentinos Juniors, Gabriel Schurrer, dopo sei partite senza vittorie tra Inicial e Final, ha rassegnato le proprie dimissioni. Decisione inevitabile, giunta al termine della sconfitta patita contro l’Arsenal de Sarandi, trascinato dal colombiano Carbonero, autore di un vero e proprio “golazo” e dalla concretezza sotto porta di Furch. Per la successione sulla panchina del “Bicho” si fanno insistentemente i nomi di Marcelo Gallardo e Leonardo Madelon, soprattutto dopo i no incassati dal “Vasco “Arruabarrena e da Claudio Borghi.
Piange Santa Fè. E saltano i nervi ai tifosi della “Barra da la Bomba”, inferociti dopo l’ennesimo sconfitta dei proprio beniamini. Union-Quilmes termina 0-3, e a metà ripresa, con gli ospiti abbondantemente in vantaggio, i tifosi dell’Union hanno scatenato tutta la loro rabbia cercando di invadere prima la tribuna riservata ai tifosi ospiti, e poi il terreno di gioco. L’uso degli idranti e l’intervento delle forze dell’ordine hanno evitato il peggio. Ma calcisticamente parlando, peggiore di una striscia di 26 risultati consecutivi senza vittoria, c’è solo la retrocessione. E nel caso del “Tatengue” questa eventualità si sta trasformando sempre di più in una certezza.
Perde anche il Colon a Cordoba. A segno Pereyra e Zapata per gli uomini di Zielinski, Gigliotti per lo “Sabalero”. Con questo risultato continua a traballare la panchina di Nestor Sensini, ormai appeso a un filo. Continua, invece, la marcia del “Pirata”, sempre più lontano dalla sabbie mobili della retrocessione. Pareggia il Newell’s di Martino a San Juan ( Garcia per il “Verdinegro” e Munoz per i rosarini”), mentre ottiene la seconda vittoria da allenatore Martin Palermo, che sbanca con il suo Godoy Cruz il il campo dell’Atletico Rafaela. Decisivi Leandro Grimi e il bomber Mauro Ivan Obolo. Perchè bomber si nasce, ma allenatori si diventa. Per maggiori informazioni, chiedere a “El Loco”.