Quando il campionato sembra riaperto, ci pensa il Napoli a socchiuderne la porta. La Juventus stravince allo Juventus Stadium contro il Siena mentre i partenopei non vanno oltre lo 0 a 0 a Udine. Milan e Inter pareggiano nel derby di Milano e ne approfitta la Lazio, vittoriosa sul Pescara, per riportarsi al terzo posto solitario. La Roma passa nella bufera di neve di Bergamo, la Fiorentina cade a Bologna, mentre è ormai una solida realtà il Catania, a due punti dalla zona-Europa.
La Juventus arriva come meglio non avrebbe potuto allo scontro diretto di venerdì sera con il Napoli. Batte un Siena troppo passivo (svegliato solo dal gol dello 0-2) e allunga in classifica, complice il secondo 0 a 0 consecutivo per gli uomini di Mazzarri.
La settimana di lavoro senza impegno in Champions ha giovato ai bianconeri, apparsi tutt’altra squadra rispetto a quella sconfitta a Roma. L’assenza di Vidal non si è notata, anche perché il diciannovenne Pogba sta crescendo sempre di più diventando una sorta di nuovo Vieira, che forse ha meno capacità di inserimento ma più capacità balistiche da fuori area.
Torna al gol anche Giovinco, torna in campo Chiellini dopo l’infortunio, torna a dirigere magnificamente il centrocampo Pirlo. Meglio di così, per Conte alla vigilia di Napoli-Juve, non poteva proprio andare.
E infatti, la situazione che Mazzarri si ritroverà venerdì sera non è quella sperata dal tecnico toscano non più di 8-9 giorni fa. Il Napoli dal possibile “meno due” con possibilità di sorpasso in caso di vittoria al San Paolo si è ritrovato al “meno sei” con due 0 a 0 consecutivi con Samp e Udinese. I problemi visti sono sempre quelli. Se Cavani non è in giornata di grazia, contro difese chiuse e pronte alla ripartenza il Napoli fa fatica. Essendo loro stessi una squadra che gioca di rimessa, quando gli azzurri si trovano di fronte una squadra che non fa gioco ma punta al contropiede vanno in crisi. E’ sempre stato il difetto delle squadre di Mazzarri ed è il motivo per cui lo troveremmo poco adatto al gioco di una grande squadra. Il suo stile da “provinciale” (che non vuole essere un’offesa, assolutamente) poco si sposerebbe con la voglia di un’Inter o di una Roma di imporre il proprio gioco.
Detto questo, il Napoli ha l’ultima chance venerdì sera. Se non vince, lo scudetto sarà ineluttabilmente di nuovo bianconero.
Ma se dovesse addirittura perdere, potrebbe essere a rischio anche il secondo posto. Perché nella stessa giornata in cui si affrontano la prima e la seconda della classe si affronteranno anche la terza e la quarta, ossia Lazio e Milan, che in caso di vittoria si avvicinerebbero in maniera preoccupante ai partenopei.
Allo scontro diretto arriva meglio la Lazio, che batte senza sforzi il Pescara dopo la qualificazione agli ottavi di Europa League arrivata in settimana. Due tiri dalla distanza di Radu e Lulic permettono ai biancocelesti di Petkovic di giocare con i remi in barca per la restante ora di gioco, non dovendo sprecare energie mentali e fisiche per battere un avversario che sembra sempre più destinato alla Serie B. Lo scontro diretto tra i capitolini e i rossoneri è importante, ma a differenza di quello del San Paolo non sarà decisivo. Lazio e Milan non sono le uniche in corsa per il terzo posto e la vittoria di una o dell’altra non escluderebbe dalla corsa un’Inter o una Fiorentina. Certo è che darebbe una bella iniezione di fiducia.
Ed è quella di cui avrebbe bisogno il Milan di Allegri, dopo aver pareggiato un derby che nel primo tempo aveva praticamente già vinto, se non nel risultato quantomeno nel gioco. Il fatto di non essere riuscito a chiudere la pratica già nel primo tempo ha poi portato l’Inter a trovare un pareggio che solo 45 minuti prima sembrava insperato.
I rossoneri arrivano alla sfida contro la Lazio comunque consapevoli di aver trovato un sistema di gioco valido, capace di esprimere un calcio discreto. L’aver trovato la giusta collocazione di Montolivo e il giusto assetto difensivo (nonostante la qualità dei due centrali non sia eccelsa) ha creato i presupposti per creare una manovra offensiva meno “preoccupata”.
Contro la Lazio, però, mancheranno sia Montolivo che Mexes, squalificati, vedremo come Allegri saprà sopperire a queste mancanze.
Sull’altra sponda del naviglio, invece, hanno preso con molta più gioia il punto guadagnato nel derby, vuoi per come è stata giocata la partita, vuoi per la situazione di crisi che stava attraversando l’Inter e vuoi per come si era messo il risultato dopo il primo tempo. Certo è che Stramaccioni ci ha messo ancora una volta del suo, spostando Guarìn a laterale destro con compiti di marcatura su un De Sciglio che nel primo tempo è stata la vera arma in più dei rossoneri. Un centrocampo di puro contenimento con Gargano e Cambiasso ha fatto il resto. Ci sono voluti 45 minuti per fargli invertire gli esterni bassi (Zanetti dietro Guarìn e Nagatomo dietro Alvarez) e altri 15 per spostare Guarìn in mezzo al campo con l’inserimento di un vero esterno destro, Schelotto, che poi gli ha anche risolto la partita.
Continua la striscia di risultati positivi nel derby per Staramaccioni, ma insomma, qualcosa da rivedere c’è.
Qualcosa rispetto al passato è stato rivisto e rivisitato in casa Roma dal nuovo mister Andreazzoli, alla seconda vittoria consecutiva. I giallorossi in maglia bianca “mimetica” nella bufera di neve vincono a Bergamo per 3 a 2. Del gioco espresso dalla squadra si può dire veramente poco, viste le condizioni del campo che hanno ridotto la partita ad un continuo spazzare da una parte all’altra. Quello che è certo è che il riportare Pjanic a centrocampo o comunque al centro del campo in posizione leggermente più avanzata (domenica mancava De Rossi) sta dando i suoi frutti. La zona Europa non è così lontana, mancano ancora tante partite e tanti scontri diretti. Tutto può ancora succedere.
Succede proprio di tutto, invece, alla Fiorentina di Montella, che si dimostra una squadra incredibile in casa, come per esempio contro l’Inter nel turno scorso, per poi sciogliersi come neve al sole in trasferta, come nella sfida del Dall’Ara contro il Bologna. Ai viola non è bastato concludere il primo tempo in vantaggio con il gol di Ljiajc per portare a casa i tre punti, che sono finiti nelle mani dei rossoblù che hanno rimontato e sorpassato i toscani prima con Motta e poi con il primo gol in Serie A di Christodoulopoulos. Brutta battuta d’arresto per i viola, che avrebbero potuto raggiungere il Milan al quarto posto e che invece restano sesti, in coabitazione con la sorpresa Catania.
E’ infatti il Catania la vera rivelazione del campionato. Non ne avevamo mai parlato finora per paura fosse un fuoco di paglia che si sarebbe spento in fretta, ma i siciliani stanno tenendo testa a squadre più blasonate di loro e i due punti in più rispetto alla Roma e i due in meno dell’Inter sono qui a testimoniarlo. I paragoni con il Palermo di due stagioni fa si sprecano, ma non ci trovano del tutto d’accordo. Quel Palermo era una squadra che aveva un campione, Pastore, e tanti giovani giocatori che sarebbero diventati poi affermati come Cassani e Balzaretti, un Hernandez sano e un Miccoli più giovane. Questo Catania ha giocatori tutti utili al progetto ma che, Gomez a parte, non saranno mai dei veri fuoriclasse. Bergessio non sarà mai la punta più forte del mondo, Barrientos non sarà mai ai livelli di Ribery, così come Lodi non sarà mai Pirlo. Ma in uno stesso progetto, nel progetto Catania guidato da Maran adesso e da Montella prima ci stanno benissimo e funzionano insieme. Arriverà in Europa? Chi può dirlo. Speriamo solo che, se ci dovessero arrivare, poi non escano con il Thun di turno come fece quel Palermo.