Graziano Pellè: dal Salento con furore
Graziano Pellè nasce il 15 luglio del 1985 a san Cesario di Lecce, molto lontano da dove la sua carriera sportiva lo porterà in seguito. Infatti, l’ariete salentino, sta segnando e convincendo in Olanda, con la casacca biancorossa del Feyenoord, la squadra di calcio di Rotterdam, una delle tre grandi del calcio olandese (con Ajax e PSV Eindhoven, curiosamente tutte con gli stessi colori sociali).
Pellè nasce calcisticamente nel vivaio del Copertino prima e del Lecce poi, trovando delle belle affermazioni già da giovanissimo: a 17 anni è titolare inamovibile della primavera dei giallorossi pugliesi, con la quale vince per due volte di fila il campionato primavera (2003 e 2004), dopo aver contribuito anche alla conquista della coppa Italia giovanile nel 2002 (ad appena 16 anni). Con un palmares tanto ricco nelle selezioni giovanili, ci si sarebbe prospettato un immediato futuro di gloria per il ragazzo, che però non ha luogo a causa dell’enorme concorrenza al’interno del reparto avanzato leccese (erano gli anni di Chevantón, Vučinić e Bojinov). Viene comunque promosso, date le premesse, saltuariamente in prima squadra già nel 2003/2004 da Delio Rossi, ma il ragazzo colleziona appena due presenze in serie A. In estate arriva Zdeněk Zeman, che però non lo fa mai giocare perché gli preferisce Vučinić, Bjelanović, Konan e Bojinov, non proprio carneadi, e dunque il giocatore viene spedito nel gennaio 2004 a farsi le ossa nel Catania, all’epoca in serie B.
Tra gli etnei le presenze sono 15 ma i gol zero e dunque nell’estate 2004 Graziano torna alla casa madre. Da qui parte un periodo in cui fa su e giù tra serie A e B e dove milita sei mesi al Lecce, sei a Crotone e dodici al Cesena, per un totale di 67 presenze totali in due anni e 17 gol (per la maggior parte segnati a Cesena). Proprio dopo aver giocato in Romagna, però, viene notato da degli osservatori olandesi che lo consigliano all’AZ Alkmaar, la qual squadra lo acquista dopo che Louis van Gaal lo osserva personalmente durante l’Europeo Under 21 di quell’anno 2007.
In Olanda Van Gaal lo fa giocare regolarmente, anche se i risultati individuali non sono brillantissimi: 29 presenze e 3 sole reti fanno perdere al centrattacco italiano la maglia da titolare nell’AZ dopo una sola stagione. L’anno successivo diventa il primo calciatore italiano a vincere l’Eredivisie ma nel 2008/2009 le presenze sono solo 23 (tante da subentrante) e le reti 4. Nella stagione dopo, 2009/2010, 19 caps totali (nelle quali la percentuale di partite giocate da subentrante aumenta ancora) è il massimo che ottiene, mettendo a referto la miseria di due gol. L’anno seguente lo passa ancora ad Alkmaar, alla quarta stagione consecutiva nei Paesi Bassi, giocando 20 partite (praticamente mai da titolare) segnando però sei volte, che non sono un brutto risultato considerando il totale dei pochi minuti giocati.
Nell’estate del 2011 Pellè decide allora di rientrare in Italia, al Parma, dove però ricomincia subito a giocare poco e segnare ancora meno (13 presenze, 2 reti in sei mesi coi ducali), tanto che la dirigenza gialloblù lo spedisce nuovamente in serie B nel gennaio 2012, alla Sampdoria. A Genova non va malissimo, su 16 presenze Pellè realizza 4 reti, ma comunque non viene confermato dalla Samp e in estate torna a Parma. A fine agosto 2012 si fa vivo il Feyenoord, intenzionato a riportare il giocatore in Olanda, seppur in prestito. A questo punto, la svolta…
Nell’Eredivisie 2012/2013 Pellè non solo diventa stabilmente titolare della sua squadra (non capitava dal 2007), ma inizia a segnare con una regolarità impressionante, tanto che chiude il girone d’andata del massimo torneo olandese con 14 reti in altrettante apparizioni. A questo punto il Feyenoord opta per riscattare immediatamente il ragazzo: tre milioni nelle casse del Parma e Pellè a Rotterdam fino al 30 giugno 2017, con un compenso di 800 000 euro l’anno. L’attaccante salentino ripaga immediatamente il club della fiducia accordatagli segnando altri quattro gol nelle prime sei giornate di ritorno e conducendo la sua squadra al momentaneo terzo posto in classifica.
Centravanti vecchia scuola, potente ma anche dinamico, Pellè dispone di una buona tecnica individuale e di un ottimo senso del gol esploso in questa stagione, per la gioia del mister, Ronald Koeman. Pezzo preferito del repertorio è il colpo di testa (1,93 m in area si fanno sentire) e, nonostante sia stato paragonato a Luca Toni, probabilmente il suo stile di gioco assomiglia molto di più a quello di Marco Borriello, vista anche la predisposizione tanto alla acrobazia quanto al gol realizzato “al volo”. È cercato frequentemente dai compagni perché sanno di poter trovare in lui un’ottima sponda e, giacché il Feyenoord gioca col tridente, questo tipo di lavoro “sporco” è tatticamente preziosissimo per i Rotterdammers.
La domanda che però resta nonostante l’ottima stagione fin qui disputata è: Graziano Pellè riuscirebbe a ripetersi anche in Italia?