Una occasione persa
Al fischio finale del derby di Milano, è quella la sensazione che si avverte nell’aria.
Una occasione persa, sia per Allegri che per Stramaccioni.
Per il tecnico toscano del Milan il pareggio, dopo un primo tempo dominato sotto ogni punto di vista – che sia quello tattico, che sia quello dinamico e che sia quello tecnico – ma concluso solamente in vantaggio di un gol, ha un po’ quel retrogusto amaro che solo una sconfitta lascerebbe.
L’aver indovinato dieci undicesimi di formazione (Nocerino sembra ormai un corpo estraneo a questo Milan) e la tattica con cui colpire i cugini nerazzurri non è bastato a vincere il suo settimo derby (3 vinti, 3 persi e 1 pareggiato). Un Handanovic in versione monstre si è piazzato tra lui e la vittoria, tra un allenatore e la sua “settimana perfetta”, dopo aver battuto anche i marziani del Barcellona, e ciò che ne è uscito è soltanto una occasione persa.
L’occasione di rivincere il derby dopo quello di Supercoppa e avendone persi tre nel frattempo, l’occasione di portarsi a più quattro in classifica proprio sui nerazzurri, l’occasione di dimostrare che anche con una squadra giovane e nuova si può vincere e convincere e, infine, l’occasione di battere Stramaccioni, mai perdente in un derby nella sua carriera. E invece.
Stramaccioni, appunto. Anche per lui questa partita ha il sapore di un’occasione persa.
Non tanto per l’uno a uno finale, che essendo figlio di quel primo tempo è piuttosto simile ad un sospiro di sollievo, ma per la partita in sé, per come è andata.
Avrebbe potuto dimostrare alla critica e ai critici cronici di essere davvero bravo, dopo la crisi passata da Siena e culminata a Firenze e invece ha schierato una formazione iniziale (non tanto per gli undici in campo, quanto per la loro disposizione) impresentabile. Aggiungendo che, oltretutto, ha avuto bisogno di un intero primo tempo in cui il suo pugile ha preso pugni sempre dalla stessa parte per fargli alzare la guardia.
Aveva l’occasione di dimostrare e dimostrarsi uomo-derby, l’occasione di risollevare il morale di un popolo che, dopo l’infortunio di Milito e la cessione di Livaja, è ancora in lutto, l’occasione di superare i cugini rossoneri in classifica e proclamarsi favoriti per la corsa al terzo posto, l’occasione di vincere nonostante infortuni e squalifiche.
L’occasione di tornare a sorridere ed esultare per una vittoria, anziché per un pareggio. E invece.