Home » MundoCanteras – L’immenso potenziale canterano del Valencia CF

MundoCanteras – L’immenso potenziale canterano del Valencia CF

Nel quarto appuntamento sulle migliori canteras di Spagna ci spostiamo dalla regione della puntata precedente e ci affacciamo sul mediterraneo per parlare di una delle migliori squadre della Liga con un potenziale “canterano” di grande livello, invidiato da molti club iberici e non solo: il Valencia CFValencia logo

Il club fu fondato nel 1919 con il nome di Valencia Foot-ball Club e iniziò a giocare nello stadio Mestalla nel 1923. La società può vantare un palmares di tutto rispetto avendo vinto nella sua storia 15 titoli nazionali e 7 internazionali.

Dopo i primi successi nazionali negli anni quaranta (3 campionati e 2 Coppe del Re), negli anni sessanta arrivarono anche i successi europei. Nella Coppa delle Fiere 1961/62 batté in finale il Barcellona, nell’edizione 1962/63 sconfisse i croati della Dinamo Zagabria. Continuando a giocare sempre ad alti livelli, negli anni settanta il club conobbe un periodo d’oro vincendo nella stagione 1978/79 ancora la Coppa del Re e nell’annata seguente la sua prima Coppa delle Coppe vincendo contro l’Arsenal ai calci di rigore. L’anno successivo vinse addirittura la Supercoppa europea battendo il Nottingham Forest. I migliori giocatori di questo periodo furono il centrocampista austriaco Kurt Jara e l’indimenticabile fuoriclasse argentino Mario Kempes, che si laureò capocannoniere della Liga per due stagioni di fila, contribuendo anche alle vittorie europee.

Nonostante questa decade gloriosa, la società negli anni seguenti ebbe il periodo più nero della sua storia. Enormi debiti, mancati pagamenti di stipendi ai giocatori, carenza di spirito di squadra e cambi di allenatori azzardati portarono il club nel 1986 a retrocedere nella seconda serie dopo 55 anni.

Trofei ValenciaPer vedere il Valencia ad alti livelli calcistici dobbiamo arrivare alla fine degli anni novanta. Fu Claudio Ranieri, a portare nuova luce ai valenciani conquistando la Coppa del Re e la Supercoppa di Spagna nel 1999. Sotto la guida di Hector Cuper invece si sfiorò per due anni di seguito l’impresa di vincere la Champions League, perdendo in finale contro Real Madrid prima e Bayern Monaco dopo. L’arrivo nella stagione 2001/02 di Rafa Benítez regalò al Valencia il titolo di Liga dopo 31 anni. La squadra vinse ancora la Liga nella stagione 2003/04 e accompagnando al successo nazionale la vittoria in Coppa UEFA dopo aver sconfitto nella finale l’Olympique Marsiglia. Ranieri, tornato sulla panchina della squadra nell’estate 2004, vinse anche la Supercoppa UEFA.

Grandi nomi uscirono alla ribalta in quegli anni: il canterano Gaizka Mendieta che dopo le esaltanti stagioni da trascinatore a Valencia venne ceduto alla Lazio per più di 40 milioni di euro, rivelandosi però un bidone calcistico disputando una stagione deludente e senza gol; Santiago Cañizares canterano del Real Madrid, giocò più di 300 partite in 10 anni; Kily González e Francisco Farinós, l’argentino e il canterano passarono poi all’Inter anche loro con scarsi risultati e poche presenze; Jocelyn Angloma il francese proveniente dall’Inter ora allenatore de L’Etoile de Morne-à-l’Eau e vice allenatore della selezione di calcio di GuadalupaMiguel Ángel Angulo canterano che giocò dal 1997 al 2009; Raúl Albiol (1985) canterano della Comunitat Autonoma debutta nel 2003 per poi partire alla volta del Real Madrid nel 2009 per 20 milioni.

Molti altri avrei dovuto citare risultando freddo e banale. Il discorso che vorrei fare è diverso. Lo scenario che viene fuori soprattutto negli ultimi anni è quello di una cantera prolifica e di buona qualità ma allo stesso tempo buona solo a vendere. Le forti crisi che si sono succedute nella gestione del Valencia hanno sempre trovato la soluzione più facile per salvare la baracca. Vendere le giovani promesse cresciute nel vivaio e magari poi fare l’errore di pagare a peso d’oro stranieri prodigiosi solo all’estero. Le note cessioni di Jordi Alba, VillaDavid Silva e la più recente e clamorosa, visto gli sviluppi, di Isco ne sono la prova lampante dopo l’acquisto di Pablo Piatti per 8 milioni.

Valencia ppIl problema della cantera del Valencia CF non è che non escono giovani talenti, ma che non si scommette su di loro. Si preferisce spesso pagare altri  giocatori da formare al posto di dare l’opportunità a quelli che si stanno formando di esplodere; e se qualcuno ci riesce molto spesso viene ceduto al miglior offerente. Un nome su tutti è quello di Roberto Soldado nato a Valencia ed “emigrato” al Real Madrid per poi tornare alla cifra di 1o milioni. Direttamente dalla cantera possiamo apprezzare i talenti di Juan Bernat (1993) centrocampista veloce e dai piedi buoni messosi in luce nella scorsa stagione con discrete presenze; Francisco Alcácer (1993) attaccante prolifico nelle giovanili ora in prestito al Getafe; Carles Gil centrocampista creativo in forza all’Elche; Vicente Guaita (1987) secondo portiere della squadra valenciana dal 2008.

Il futuro di queste giovani promesse è nelle mani del neo tecnico Ernesto Valverde e di una società troppo spesso in crisi, con la speranza che si dia più valore ai prodotti di questo vivaio mediterraneo che ha regalato molte emozioni al calcio spagnolo e non solo.