Milan, da Barcellona si sprecano i proclami da remuntada

Un piacevole déjà vu: il Barcellona arriva a Milano per uno scontro diretto di Champions League con i favori del pronostico, viene sconfitto con due gol di scarto e, nei giorni successivi alla partita, tutta la Catalogna preannuncia la grande rimonta nella gara di ritorno.

A differenza di tre anni fa, sarà il Milan e non l’Inter a tentare di eliminare quella che, a detta di molti, è la migliore squadra di tutti i tempi. Il quotidiano El Mundo Deportivo, storicamente vicino ai blaugrana, questa mattina apriva con un semplice “Remontaremos“, mentre Sport titolava “Remuntada“.

L’ottimismo veleggia anche tra i giocatori: il capitano Puyol ha infatti affermato: “Abbiate fiducia in noi, non abbasseremo la guardia. Faremo cambiare umore ai nostri tifosi“, mentre il suo compagno di reparto Piqué ha proseguito con un perentorio “Noi siamo il Barcellona“.

Anche Xavi tende a minimizzare la sconfitta di San Siro, adibendola (come già fatto dal suo allenatore Roura) per lo più alle condizioni imperfette del manto erboso: “Restano 90 minuti. Questa generazione non è ancora riuscita a fare una rimonta storica e ci piacerebbe farla. Non siamo riusciti a farla con l’Inter, ma speriamo di avere un Camp Nou pieno e faremo il massimo. Sono ottimista sapendo che il possesso sarà nostro, il campo sarà a posto, la palla rimbalzerà bene, non dovremo fare due o tre controlli prima di alzare la testa. Loro sono rapidissimi e molto pericolosi nei contropiedi però noi ci proveremo. Sono 90 minuti, è il Camp Nou. Ieri non siamo riusciti a dare il massimo nel secondo tempo. Abbiamo commesso due errori, il primo permesso da un tocco di mano che l’arbitro non ha visto. In Europa bisogna minimizzare gli errori perché alla fine si pagano. Per loro è stata la gara dei sogni, si sono chiusi bene e hanno approfittato al meglio in queste due opportunità. Il campo non ha aiutato, ma qui sarà perfetto. Fallimento in caso di eliminazione? La parola fallimento non mi piace. Se la squadra si impegna non è un fallimento. Una delusione, sì“.

Le frasi dei catalani, che ricordano molto quelle che seguirono la sconfitta per 3-1 subita dall’Inter, echeggiano come un mix di forte autostima e timore mal celato, paura di uscire un’altra volta con un avversario sulla carta inferiore. E forse in loro inizia a insediarsi l’idea che le tanto bistrattate italiane sanno ancora farsi valere, anche contro una squadra di “marziani”.

 

 

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Stefano Tomat