Esclusiva Mp – Sannino: “Il derby è da tripla. Varese? Un’isola felice”
“Fare pronostici su queste partite è impossibile”. Giuseppe Sannino non si sbilancia sul derby di Milano in programma per domenica prossima e punta sull’equilibrio. Nella chiacchierata con il tecnico campano abbiamo toccato anche altri argomenti, tra cui il cammino di Siena e Varese.
Mister, spesso capita che nelle grandi partite prevalga la squadra messa peggio: dobbiamo aspettarci il rilancio dell’Inter?
I derby, soprattutto quello di Milano, sono sempre da tripla. Può finire in tutti modi, perché chi arriva da un momento non esaltante ci mette qualcosa in più e chi sta bene cerca di confermarsi. Inoltre le due squadre sono anche rivali per il terzo posto, per cui i punti varranno il doppio e non ci si può assolutamente sbilanciare sull’esito del match.
Il Milan è reduce da una grande nottata europea. Nel successo contro il Barça, dove si è vista principalmente la mano di Allegri?
Ha messo benissimo la squadra in campo. Le linee erano corte e compatte: i palleggiatori del Barcellona, molto bravi negli spazi stretti, non sono stati in grado di fare il loro solito gioco. Il Milan non ha mai concesso neanche la profondità agli avversari e, proprio per la sicurezza di essere ben schierato, ha potuto permettersi un pressing continuo e fastidioso sui portatori di palla spagnoli.
Sull’altra sponda c’è uno Stramaccioni che continua d alternare diversi sistemi di gioco per la sua Inter. Per dirla alla Marotta, questa spensieratezza tattica è sinonimo di confusione?
Non credo. Sicuramente l’Inter, in campionato, non sta attraversando un ottimo periodo e quindi diventa facile pensare che il tecnico romano sia in confusione. Vi invito però a riflettere su un dato: lui ha sempre infuso una grande duttilità tattica alla squadra, anche quando le cose giravano e tutti ne parlavano bene. Penso quindi sia il suo modo di fare, che tiene conto dei vari momenti attaraversati dal gruppo e delle caratteristiche degli avversari che si vanno ad affrontare di volta in volta.
Cambiamo argomento: il suo ex Siena sta galoppando forte verso la salvezza…
Io lo dissi già in tempi non sospetti: questa è una squadra che ha tutto per salvarsi. Il Siena è abituato a soffrire, è nel suo DNA battersi fino all’ultima giornata per centrare la salvezza. Stessa cosa non si può dire per alcune concorrenti, preparate in estate per un altro tipo di campionato. Tale fattore, alla lunga, può incidere parecchio.
Questo Emeghara ha dimostrato di poter essere il classico uomo in più, concorda?
Non lo conosceva quasi nessuno e siamo rimasti tutti stupiti dal suo rendimento. E’un attaccante esplosivo, rapido e freddo il giusto sotto porta. Sicuramente è un valore aggiunto per il Siena.
Da un’ex all’altra: il Varese cambia allenatori e calciatori ma ogni anno è competitivo. Con una metafora, si può dire che siamo di fronte al Catania della Serie B?
Certo, è un paragone azzeccato. A Varese si lavora quasi come se si fosse in famiglia, con la tranquillità più assoluta e con il massimo sostegno da parte della società. Questi valori si sono un po’ persi nel calcio di oggi e chi ce li ha ne trae enormi vantaggi. Anche dopo la partenza di Sogliano, l’artefice principale della crescita del club, i risultati non sono mancati. Varese è un’isola felice del calcio: spero di vederla in Serie A.
Perché il 4-4-2 è in disuso? Penuria di esterni?
Non direi. Gli allenatori italiani, che restano i migliori al mondo, si sono evoluti e non si legano più ad un solo sistema di gioco da seguire come un dogma. Oggi si usa molto questo 3-5-2, anche se in tanti lo mascherano perché l’unica squadra a schierare davvero tre difensori è la Juventus. L’importante è creare il mix giusto tra le proprie idee e le caratteristiche dei calciatori; io vado avanti con il mio 4-4-2 ma se serve cambio. L’ho già dimostrato a Palermo e, in alcune occasioni, a Siena.