Il Calcio che non vedi – Il meteorite di Totti, la costruzione di gioco del Troyes

Vogliamo aprire questa rubrica giocando in casa, con lo splendido gol di Francesco Totti sabato sera all’Olimpico, gol che è valso alla formazione di Andreazzoli tre punti d’oro in un momento di crisi come questo e che è riuscito nell’ardua impresa di fermare la Juventus, la formazione attualmente più forte della Serie A.

La marcatura pesante del Capitano giallorosso nasconde poco ed è fin troppo lampante per trovare giustificazione in questa sede, tuttavia la si può analizzare, forse, in modo più approfondito: l’azione origina da un calcio piazzato in favore della Roma sulla tre quarti avversaria della cui battuta si incarica Miralem Pjanić, il bosniaco va al tiro, basso e potente, ma che probabilmente non avrebbe creato troppi problemi all’estrema difesa bianconera; la sfera, però, colpisce il piede di Vidal e, a causa della potenza del tiro, il centrocampista cileno non riesce a bloccare, respingendo la palla fuori dell’area di qualche metro. A questo punto interviene Francesco Totti, che, bravo nel raccogliere la sfera, senza pensarci due volte e quasi istintivamente calcia in porta colpendo la palla di collo pieno nel migliore dei modi; la velocità – l’autovelox segna 113 km/h – è troppa anche per Buffon e il Capitano vede la rete gonfiarsi.

Ciò che non balza immediatamente agli occhi è, invece, come mai Francesco si trovava in quella posizione: a ben guardare, dal replay si vede chiaramente come il capitano della Roma si vada a posizionare, in un primo momento, nella mischia di compagni e avversari sita nell’area di rigore della Juve; al momento del tiro del compagno di squadra, però, Totti era già partito, uscendo dall’area per farsi incontro a Pjanić stesso. Forse uno schema provato in allenamento per portare via qualche uomo e lasciare maggiore libertà a Osvaldo e compagni di smarcarsi per colpire in porta; fatto sta che la scelta del bosniaco si è rivelata poi, seppur fortunosa, non poco decisiva: Totti, infatti, una volta visto partire il calcio di punizione si arresta rimanendo in quel limbo che si rivelerà tanto fortunato per la squadra di casa.
Una curiosità riguarda, invece, il corridoio perfetto che percorre la traiettoria del missile che parte dai piedi di Francesco; bloccando l’immagine del replay un momento dopo il tiro del capitano sembra, infatti, quasi un miracolo che la palla non abbia trovato ostacoli lungo il suo percorso.

Rimanendo nella massima serie italiana un siluro simile, seppure minore di intensità, si può ravvisare nel tiro di Jovetić che ha consegnato alla Fiorentina di Montella le chiavi per accedere alla definitiva vittoria contro l’Inter di Stramaccioni. L’attaccante montenegrino, grazie all’intervento di Aquilani sul difensore avversario, riceve palla spalle alla porta dimostrandosi rapidissimo nel girarsi e nel calciare con una potenza, quasi da fermo, che ha dello straordinario. Nel secondo tempo della stessa partita Stevan segna la doppietta personale ricevendo palla ancora una volta dall’ex Roma Alberto Aquilani: splendido l’assist del centrocampista che riceve palla al limite dell’area di rigore avversaria, vede Jovetić entrare in area e si inventa un gran colpo di tacco che spiazza tutti tranne il compagno montenegrino che gonfia la rete per la seconda volta incrementando ulteriormente il vantaggio dei suoi.

Colpo di tacco decisivo come quello che nel posticipo di Serie A, a ventiquattro ore di distanza, Emeghara – nuovo goleador in forza al Siena – all’altezza della tre quarti avversaria spostato sulla sinistra, ha sfornato per la sovrapposizione di Rubin che giunto sul fondo mette in mezzo per trovare lo splendido gesto di Rosina che al volo e da posizione laterale riesce a infilare Marchetti.

Il colpo di tacco possiede, dunque, da sempre un grande fascino in grado di calamitare gli occhi degli spettatori increduli come anche i piedi dei calciatori più estrosi che non lesinano certo finezze di tal fatta. Si tratta, però, di un gesto atletico che spesso non consente una grande precisione e proprio per tale motivo andrebbe sempre valutata attentamente la situazione cercando di non lasciarsi andare a tali gesti quando non vi siano le condizioni sufficienti. Sembra essere proprio la scena andata in onda nella Francia settentrionale dove, nel corso del match tra il Lille e il Rennes, un colpo di tacco al volo sbagliato di Erding, forse in cerca del compagno Feret, innesca l’azione che porterà i padroni di casa a siglare il 2-0.

Errori certo non sono mancati anche tra chi per definizione è deputato a difendere la propria porta; torniamo dunque nella nostra penisola, seppure nella serie cadetta, dove sabato pomeriggio al Franco Ossola di Varese i padroni di casa pagano a caro prezzo l’ingenuità dell’estremo difensore, protagonista di un’errore clamoroso: un lancio lungo è indirizzato verso Bruno, che, marcato stretto dal difensore del Varese e con l’altro centrale difensivo pronto a raddoppiare, anche qualora venisse in possesso della sfera si troverebbe ad avere ben poche soluzioni offensive; a questo punto Bastianoni esce inspiegabilmente di porta con l’intento di anticipare l’avversario e i compagni e con l’unico effetto di farsi beffare dal colpo di testa a scavalcare di Bruno.

Capolavoro, invece, dal punto di vista tattico l’azione che porta al secondo gol del Troyes nella gara valida per la venticinquesima giornata di Ligue 1 disputata contro il Tolosa e terminata poi sul 2-2. Lo scambio, originato sulla fascia sinistra all’altezza della tre quarti avversaria, tra Yattara e Camus con il successivo scarico per Ngoyi che verticalizza in profondità è rapidissimo e in un lasso di tempo brevissimo riesce a mandare in porta Yattara stesso che trova poi  pronto Ahamada a chiudergli l’angolo ma che nulla può sulla ribattuta di Nivet.

Come si può vedere, i movimenti senza palla dei protagonisti dell’azione sono velocissimi e proprio l’estrema rapidità e la precisione di essi mette fuori gioco la difesa avversaria. In particolar modo determinanti si rivelano i movimenti di Camus e di Yattara, mentre dalla parte opposta si inseriscono Nivet e Faussurier, pronti a colpire in caso di ribattuta del portiere.

Torniamo, per chiudere il circolo, sotto il cielo di Roma dove a catturare la nostra attenzione è lo sviluppo di un’altra azione giallorossa: siamo nel corso del primo tempo quando Lamela riesce a rubare palla e scambia velocemente con Totti per poi, con un gesto quasi a memoria – una memoria di sapore certo zemaniano -, verticalizzare abilmente per Osvaldo.

L’italo-argentino, dopo aver bruciato sul tempo Bonucci, supera in corsa anche il portiere ma si allarga troppo e, costretto a metterla in mezzo, non trova nessuno pronto a raccogliere la palla in area, eccetto lo stesso Bonucci che serve un passaggio, involontario o meno, per Buffon.

Chiudiamo dunque qui la presente rubrica che vi aspetta mercoledì prossimo per una nuova disamina di episodi tecnici e tattici da non perdere.