Il punto sulla Serie A: giornata 25

L’Europa non fa bene alla nostra Serie A. Questo è quanto emerge dalla venticinquesima giornata del campionato, che non vede vittorie per quelle squadre che in settimana sono state impegnate in competizioni europee: la Juve perde all’Olimpico contro la Roma, il Napoli impatta sullo 0 a 0 contro la Sampdoria, mentre Inter e Lazio crollano (nel vero senso della parola) contro Fiorentina e Siena. Tra le prime cinque in classifica vince solamente il Milan contro il Parma e si porta al terzo posto, dopo una rincorsa di 5 mesi.

I numeri nel calcio non dicono tutto, ma a volte dicono tanto. Alle scaramanzie, alle casualità, nessuno dice di crederci, ma alla fine ci stanno attenti tutti.
Juventus-Chelsea, 21 novembre 2012, 3 a 0 per i bianconeri; Milan-Juventus, 26 novembre 2012, 1 a 0 per i rossoneri.
Celtic-Juventus, 12 febbraio 2013, 3 a 0 per gli uomini di Conte; Roma-Juventus, 16 febbraio 2013, 1 a 0 per la squadra di Andreazzoli.
In questi numeri ci si può vedere qualcosa di casuale, specialmente nei risultati. Ma quello che balza all’occhio è soprattutto, oltre alle sconfitte arrivate dopo una partita di Champions League, il numero zero alla casella “gol segnati” nelle partite di campionato contro due difese che non hanno dimostrato (sia ai tempi delle partite che in tutta la stagione) di essere il massimo della compattezza.
Questo può voler significare sola una cosa: l’impegno europeo porta maggiore stanchezza e minore lucidità, anche ad una super squadra come la Juventus di questi ultimi due anni.
Sabato sera Totti, così come il 26 novembre Robinho, ha solamente messo in luce un fattore che potrebbe essere determinante in caso di (probabile) avanzamento in Champions dei bianconeri.

Non ne approfitta però il Napoli, che si ferma al palo colpito da Hamsik e non riesce a battere la Sampdoria al San Paolo.
Le fatiche del “giovedì degli orrori” in Europa League si fanno sentire e, nonostante un sostanziale predominio del campo, i giocatori del Napoli perdono di forza e spinta nel secondo tempo.
Una mancanza di energie forse unita ad una paura di sprecare l’occasione regalata dalla Roma che alla fine hanno determinato l’ennesima frenata degli uomini di Mazzarri quando si trattava di dare il colpo decisivo al campionato. L’unica nota positiva della settimana è la probabile eliminazione in Europa League, che se da un lato affossa il famoso coefficiente UEFA italiano, dall’altro libera il Napoli dal doppio impegno, lasciando la mente e le gambe degli azzurri più leggere e dedicate esclusivamente alla nostra Serie A.

Settimana libera dal doppio impegno, e si è visto, per il Milan, che ha nell’anticipo del venerdì ha battuto il Parma a San Siro grazie all’ennesimo gol di Mario Balotelli, questa volta in rete su punizione. Un Milan non bello e messo in difficoltà dai ducali, quello visto nei primi 45 minuti. Biabiany e Rosi da una parte e Sansone e Mesbah dall’altra si sono ritrovati spesse volte in superiorità numerica contro Constant e De Sciglio. Il cambio di modulo in corsa di Allegri ha risistemato gli equilibri e alla lunga il Milan è venuto fuori, aggrappandosi ancora sulle spalle di Balotelli, vista anche l’assenza di El Shaarawy, a riposo per fastidi al ginocchio.
Un Milan che guadagna altri tre punti e che, complici le disfatte di Inter e Lazio, trova il terzo posto, in coabitazione con i capitolini. Un risultato che solamente cinque mesi fa era del tutto insperato. Settimana prossima c’è il derby e prima c’è il Barcellona. Vedremo come usciranno da questi sette giorni i rossoneri.

Sette giorni che rischiano di essere decisivi per il futuro di Andrea Stramaccioni. La sua Inter perde ancora in trasferta (1 punto nelle ultime 9 trasferte) e quella di Firenze, tra tutte, forse è stata la caduta peggiore. La Fiorentina di Montella ha annichilito i nerazzurri dal primo all’ultimo minuto e solamente un grande Handanovic ha evitato un passivo più ampio, specie nel primo tempo. Inter tutta sbagliata, sia tatticamente che come approccio mentale alla gara, che di contro ha trovato una Fiorentina perfetta in ogni suo minimo particolare. Dagli splendidi Jovetic e Ljiajc alla magnifica regia di Borja Valero e Pizarro, passando per i dribbling e le scorribande di un’instancabile Cuadrado.
Il 4 a 1 finale rende ancor meno l’idea rispetto ai reali valori visti in campo domenica sera, con una squadra totalmente in balìa dell’altra.
Con questa vittoria la Viola si porta ad un solo punto dai nerazzurri e a due dal terzo posto. La lotta per la Champions tra Milan, Lazio, Inter e Fiorentina sarà davvero bella e avvincente.

Avrebbe potuto essere meno avvincente, la lotta per il terzo posto, se la Lazio non fosse crollata sul campo maledetto (per i biancocelesti, dove non vincono dal 2005) di Siena, dove nel posticipo del lunedì gli uomini di Iachini hanno battuto 3 a 0 la squadra guidata da Petkovic. La nave laziale imbarca acqua fin dai primi minuti e si ritrova sullo 0 a 2 dopo soli venti minuti di gioco. La scusa della stanchezza per le fatiche in Europa, come nel caso dell’Inter, regge poco. La sensazione è che l’impegno europeo tolga energie mentali alle squadre che l’affrontano, vittime poi di errori di distrazione dei singoli, come nel caso di Ciani che perde la marcatura di Emeghara prima e di Rosina poi, gli autori dei gol senesi. La mancanza di Ledesma in mezzo al campo può essere una scusante ma se nemmeno uno tra Candreva, Lulic ed Hernanes riesce a saltare l’uomo c’è qualcosa che non va, prima di tutto nella testa dei giocatori e poi nelle gambe.
In settimana c’è il ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League, vedremo come reagiranno nel prossimo weekend le nostre squadre impegnate in Europa.