Terminata la quattro giorni di Serie A rimangono i residui dei tanti nervosismi e delusioni della giornata di campionato. È molto semplice decretare le tre maggiori Scontente del venticinquesimo turno, almeno per le prime due posizioni, mentre la terza se la sono giocata in coppia Napoli e Juventus. Dato poi l’ultimo posto del podio ai partenopei tra gli altri Scontenti di Serie A citiamo quindi la Juventus di Conte. Certo, i presupposti per entrare nella nostra Top3 c’erano tutti: non riuscire a fare man bassa contro una Roma in crisi d’identità e con il morale non certo alle stelle. Il primo tempo già parlava chiaro sulla piega che avrebbe preso la partita fino al termine, ma a favore dei bianconeri rimangono le fatiche di Champions League.
Potremmo parlare inoltre delle varie Palermo, Udinese, Pescara … Tutte rimaste con l’amaro in bocca, chi per non essere capace di scollarsi dal fondo classifica (vedi i rosanero soprattutto), chi per aver creduto ad inizio stagione di poter condurre un campionato rimanendo magari a ridosso delle zone europee (e parliamo dei friulani, ovviamente).
Ma vediamo ora l’interessante quanto amara (per i protagonisti) Top3 degli Scontenti:
LAZIO: “Sono molto dispiaciuto, mi prendo le colpe di questa sconfitta”. Queste sono le parole del tecnico dei biancocelesti Petkovic. E come non poter accontentare l’allenatore laziale che praticamente si è autocandidato come “vincitore” della nostra classifica? Anche se il secondo posto è dedicato a tutta la squadra e non direttamente al tecnico. E poi si sa, gli ultimi saranno i primi e così è stato per gli aquilotti, che ancora stanno smaltendo l’acido lattico dopo il posticipo di ieri sera e si sono piazzati davanti a tutti nella nostra Top3. Che parabola discendente quella della Lazio! Dopo la vittoria della prima giornata di ritorno PAREGGIO-SCONFITTA-SCONFITTA-PAREGGIO-SCONFITTA. Il che frutta l’aggancio al terzo posto da parte del Milan. In casa biancoceleste inizia a crearsi panico, nervosismo e confusione. Prova ne è la reazione a fine partita di Konko verso un tifoso in tribuna, con i compagni del francese che devono portare a forza il laziale fuori dal campo. Oppure le urla da dentro gli spogliatoi, dove i giocatori biancocelesti erano impegnati in uno scarica barile di colpe. Insomma, un primo posto negli Scontenti così forse non si era mai visto.
INTER: fino a lunedì sera erano i nerazzurri ancoràti al primo posto della nostra Top3. Rispetto alle stagioni fallimentari da cui proviene il club di Moratti, be’, quest’anno la classifica lascia aperti molti discorsi interessanti. Eppure concentrandoci su quanto espresso in campo non c’è da stare tranquilli. È un’Inter da montagne russe: sembra partire in malo modo (3-1 a Siena), per poi toccare il punto più alto (3-1 contro il Chievo). E poi ripiombare nel baratro alla velocità della luce (lo schiacciante 4-1 in casa della Fiorentina). C’è l’inciso (felice) dell’Europa League è vero, ma noi qui ci occupiamo di Serie A e quindi è l’ora forse di scendere da queste giostre, perché rimane l’ultima dozzina, o poco più, di partite in cui bisogna decidere chi essere, cosa fare, con chi e come. Stramaccioni nella sua gestione ha vinto sì, ma non ha convinto. Provate a dire il contrario. Il presidente Moratti continua a dargli fiducia (siamo sicuri?), ma sembra più un padre che vuole coprire le ragazzate del figlio che del vertice di una società che dà sèguito ad un suo dipendente. Prossima fermata sarà l’acceso Derby della Madonnina e, se il match contro i cugini del Milan può non essere decisivo per i nerazzurri, all’orizzonte ci sono il Catania (al Massimino) e la gara interna contro il Bologna. Staremo a vedere.
NAPOLI: 0-0 al San Paolo contro la Sampdoria. Non tanto per sminuire i blucerchiati rianimati dalla cura Delio Rossi, quanto per lo ZERO alla voce reti segnate dai celesti. Rimanere a secco di gol tra le mura amiche per il Napoli non è cosa da poco. E sì, direte anche che le pessime condizioni del campo hanno condizionato il gioco, ma a creare Scontentezza in casa partenopea vi è l’aleggiare dei primi malumori, di un Mazzarri “incazzoso” che lascia intendere ai tifosi di aver terminato il suo ciclo in Campania, di un Cavani che quando non funziona lascia la sua squadra in balìa del vento. E forse a fine stagione potremmo anche togliere quel “in balìa del vento”… Nonostante la buona posizione in classifica il Napoli soffre, una sofferenza fisiologica per chi vuole diventare grande. Manca armonìa. Questa la motivazione che ha fatto pendere l’ago della bilancia verso gli azzurri piuttosto che per la Juventus per questo terzo posto della Top3.