L’ultimo Foggia di Zeman: un’officina di talenti

Lorenzo Insigne, Marco Sau, Bartosz Salamon: di chi è lo zampino? E’ di Zdenek Zeman, ancora una volta straordinario coltivatore di talenti grezzi. Non sono passati nemmeno due anni dalla sua ultima esperienza nel Foggia che già si possono raccogliere i frutti di un lavoro mai banale. Dello scugnizzo napoletano se ne è già parlato tanto e lui stesso riconosce che senza il boemo la sua esplosione non sarebbe stata così rapida; Salamon si è da poco guadagnato il Milan grazie alle ottime prestazioni sfoderate con il Brescia da difensore centrale. In Puglia faceva il metronomo di centrocampo, il regista alla Di Biagio per intenderci, ma vi si era pur sempre presentato come un mezzo sconosciuto alla prima stagione da titolare. Marco Sau, invece, è l’esempio più eclatante di quanto le cure zemaniane siano miracolose: 23 anni, solo 14 gol tra i professionisti e una serie di aspettative non ripagate. Farà godere, nel 2010/2011, gli spettatori dello Zaccaria con reti a grappoli e si avvierà a diventare il calciatore che oggi tutti conosciamo.

In quella squadra c’erano pure Vasco Regini, oggi pilastro dell’Empoli e dell’Under 21, lo stesso gruppo dove ha ritrovato Simone Romagnoli, difensore del Pescara in prestito allo Spezia, e Moussa Kone, pedina importante per l’ambizioso Varese di Castori. C’era anche Diego Farias, uno dei talenti più puri della Serie B, già seguito da Roma e Milan. Se pensiamo alla crescita impetuosa che hanno avuto Marquinhos, Florenzi e Lamela nel campionato in corso, beh, non c’è da sorprendersi. Dovessimo elencare tutti i prodotti del laboratorio zemaniano non finiremmo più, ma è necessaria una premessa: il tecnico da solo non può far nulla se un ragazzo non è accompagnato dalle giuste basi, però la storia del calcio è piena di progetti di campione falliti per non essere capitati nella mani di un buon architetto. Del resto un Fabio Vignaroli che in carriera non è mai andato oltre i 4 sigilli annuali e in una stagione sola ne fa 23, dimostra che la casualità non esiste. L’ultimo Foggia di Zeman ha fatto centro: non ha vinto il torneo di Prima Divisione, ma perché fermarci sempre su un unico dettaglio per giudicare la grandezza di questo allenatore?