Dalle stelle alle stalle, l’Inter sprofonda nel baratro

Lo si era capito sin dall’inizio, nonostante in molti tifosi interisti probabilmente speravano si trattasse soltanto di un brutto sogno: invece no, l’Inter ha palesato tutti i propri limiti di sistema nella disfatta di ieri sera al Franchi.

Un poker subito dalla Fiorentina che non ammette repliche: nessuno, Handanovic a parte, ha messo il proprio mattoncino per evitare una sconfitta così rumorosa nei piani alti di Via Durini. Stramaccioni è stato messo in discussione per la prima volta da quando, nel marzo 2012, prese il posto di Ranieri: la colpa principale del tecnico riguarda soprattutto la confusione generata con i continui cambi di modulo, e ovviamente anche i risultati poco soddisfacenti delle ultime settimane. Pizarro e Aquilani sono sicuramente giocatori di qualità assoluta, ma ieri il centrocampo nerazzurro non è stato in grado di contestare un solo passaggio nella maniera corretta, e così la valanga viola ha travolto e frantumato l’Inter in piccoli pezzetti.
Lo stesso Cuadrado ha letteralmente umiliato Nagatomo nella personalissima sfida sulla corsia esterna del campo: Montella sembra aver ritrovato finalmente la bussola dopo un ottimo inizio di campionato e un mediocre avvio nel 2013.

Le gambe non reagivano in maniera corretta: la stanchezza ha sicuramente contribuito a questa “Caporetto” a strisce nerazzurre, ma il tutto non può solamente essere ricondotto alle fatiche di giovedì contro il Cluj. Il terzo gol è l’emblema della serata al Franchi, con Nagatomo autore di un rinvio sbilenco da cui poi è scaturita la seconda rete di Jovetic: certi errori non si possono commettere in Serie A, e se persino un giocatore attento, diligente e molto volenteroso come il giapponese ci è caduto, allora significa che la luce si era spenta molto presto per i meneghini in quel di Firenze.

La difesa ha mostrato limiti pazzeschi quando il gioco di Borja Valero e compagni si è sviluppato sulle fasce: non un buon presentimento in vista del prossimo incontro di campionato, contro quel Milan battuto in maniera fortunosa all’andata, e che utilizza lo stesso modulo della viola. Serve stringere le viti in fase difensiva, concedendo meno sui cross e sulle cosiddette seconde palle; la mediana non ha praticamente contrastato, questo lo abbiamo visto tutti, ma Balotelli rischia di realizzare una goleada contro questo Ranocchia e questo Juan Jesus, palesemente più a loro agio nella difesa a 3 che in quella a 4.

Difesa e centrocampo, come detto, hanno deluso: anche l’attacco ha mostrato molti problemi, dato che Cassano ha letteralmente passeggiato per più di un’ora prima di segnare un bellissimo gol. La stessa rete, però, se possibile mette ancora più in evidenza i limiti del barese e della fase offensiva nerazzurra; la mancanza di sponde, quelle famigerate sponde di cui Milito andava ghiotto, costringono Fantantonio a cercare la profondità con troppa insistenza, e sia Guarin che Palacio non possono fare i miracoli ad ogni lancio lungo. Ed è proprio per questo motivo che l’Inter si è resa pericolosa soltanto dalla distanza, prima con Kuzmanovic e poi con Cassano in occasione dell’inutile gol della bandiera.

Al di là di tutto, il cambio di Kovacic resta comunque apparentemente inspiegabile, a meno che non fosse previsto nel piano gara: il giovane croato ha bisogno di fiducia da parte dell’ambiente nerazzurro, non di sostituzioni a fine primo tempo, a maggior ragione se il suo rendimento è stato fondamentalmente in linea con quello dei suoi compagni. Il tutto per non bruciare l’ennesimo talento cristallino che si è affacciato sul prato verde di San Siro, visto che Coutinho, appena fatti i bagagli, ha già avuto il tempo di far innamorare di se stesso la KOP ad Anfield.