Dieci, cento, mille Europa League
Giocare di Giovedì sera, si sa, è scomodo. Farlo su campi lontani, magari al gelo, aumenta la sensazione di fastidio. Ma l’Europa è l’Europa, e i sedicesimi di andata di Europa League hanno confermato il trend, che vede la seconda competizione continentale in fatto di prestigio offrire l’ideale mix fra blasone e concretezza, campioni e “operai”.
Parliamo di una coppa molto contestata, dove i premi in denaro sono irrisori rispetto alla sorella maggiore. Per farsi un’idea, chiedere all’amico Google per credere, basti pensare che ai singoli club più o meno converrebbe accedere alla fase a gironi di Champions, piuttosto che arrivare in fondo o quasi in Europa League. In termini pecuniari, vero, ma è ciò che conta.
Lasciando parlare il campo, si tratta di una competizione ricca di fascino. Il restyling rispetto alla vecchia Coppa Uefa, sebbene il trofeo sia rimasto lo stesso, è piaciuto relativamente, ma un format con preliminari, fase a gironi e poi fase finale assomiglia il giusto alla coppa dalle grandi orecchie, specie ora che è entrata nel vivo con la “retrocessione” delle terze classificate al piano di sopra.
Club blasonati come Liverpool, Atletico Madrid, Lyon, Ajax, Inter e chi più ne ha più ne metta danno un tocco di nobiltà al tabellone, ma non per tutte basta il sangue blu. Il Liverpool, per esempio, è stato ampiamente sconfitto dallo Zenit San Pietroburgo, squadra fra le più interessanti d’Europa, ormai a suo agio nei palcoscenici più importanti. La stessa seconda forza del nostro campionato, quel Napoli così coinvolto nella lotta per il titolo nazionale, è stato bastonato severamente al San Paolo dal Viktoria Plzeň, compagine proveniente dalla Repubblica Ceca.
Chi vincerà? Presto per dirlo, ma lo spettatore – nella inusuale doppia copertura televisiva di Mediaset Premium e Sky Sport Italia – ha innanzitutto l’opportunità di godersi emozioni forti, sia perché la sorpresa è dietro l’angolo (più che in Champions, sicuramente), sia per via dell’alto numero di squadre in cerca di rivalsa rimaste in corsa.
Un Chelsea, un’Inter, un Lione, storicamente abituate a competere su scala internazionale, storcerebbero parecchio il naso se eliminate, perché è pur sempre un alloro di prestigio, un passaporto per la Supercoppa Europea, una pietra miliare da aggiungere al proprio percorso.
Nelle partite di ritorno, fortunatamente non spezzettate e lontane dall’andata come (purtroppo) accade in Champions League, sarà curioso vedere se al Benfica basterà il successo di Leverkusen, o se il Newcastle che lotta per salvarsi in Premier League troverà l’impresa portoghese. Se uno poi il palato ce l’ha davvero fine, Lyon-Tottenham è sfida che potrebbe benissimo valere un ottavo di Coppa Campioni.
Dieci, cento, mille Europa League allora, grazie ai punteggi inattesi, ai top team in cerca d’autore, a quei Giovedì che non sono ancora weekend ma vi assomigliano. E occhio a un certo Gareth Bale, ragazzo che rischia di regalare, a lungo andare, a Villas Boas quella coppa tanto cara dai tempi del Porto…