Dopo tre mesi di sosta e il titolo conquistato dal Velez Sarsfield di Ricardo Gareca, riecco il campionato argentino. Il Final è servito. E con esso tutte le peculiarità e tradizioni che il calcio di queste latitudini si porta dietro. Prime due gare interrotte per black out energetici, rimonte impossibili, crisi senza fine e nervi che saltano, vittorie in inferiorità numerica, risse, espulsioni. Ovviamente gol a grappoli. Il tutto avvolto dalle atmosfere fantastiche del tifo albiceleste.
Carlos Bianchi in panchina, Riquelme che torna in extremis. Se il cielo dalle parti della “Bombonera” sembrava offuscato da loschi presagi, il ritorno dei due carismatici personaggi idolatrati dalla tifoseria, unito a quello accaduto nella prima giornata, suona tanto come una marcia trionfale appena iniziata. Del “partidazo” della settimana resta negli occhi di tutti la gioa irrefrenabile di Guillermo Burdisso, eroe inaspettato della sfida. Certo, i primi nove minuti “Azul y oro” hanno dimostrato la fragilità difensiva del Boca, infilata prima da corner da Olivera e poi nello spazio da Menéndez, magistralmente servito dal “charrùa” Cauteruccio. Superato lo shock iniziale i padroni di casa si sono riversati in massa in avanti, e con Walter Erviti, l’uomo dai gol pesanti, hanno dimezzato lo svantaggio. Ma il bello è arrivato nella ripresa, con Burdisso che in mischia ( e con l’aiuto determinante del portiere ospite Tripodi) ha impattato la sfida, riaccendendo l’entusiasmo dell’intero popolo boquense. Ma come nei migliori thriller che si rispettino, il finale a volte è imprevisto e imprevedibile. E si tinge sempre di giallo. L’episodio chiave della sfida capita sui piedi di Cauteruccio, il miglior calciatore del “Cervecero”. Rigore: calcia l’uruguayano, para Orion. Dal folle entusiasmo dei primissimi minuti, il Quilmes passa nel breve volgere di un tempo al dramma sportivo. A spedircelo ci pensa ancora l’ex difensore di Arsenal de Sarandi e Roma Burdisso, con una semi-rovesciata da urlo, che inchioda il 3-2 finale e il successo “Xeneizes”.
Risponde al Boca Juniors il River Plate, corsaro a Cordoba contro il Belgrano. Nonostante l’inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Ponzio ( fallo di reazione) la “Banda” sblocca la gara con un missile di Vangioni dai venticinque metri e chiude la sfida in contropiede con Luna, che incrocia con il destro il pesantissimo pallone del trionfo. A nulla è servito il gol di Farré a tempo scaduto. Mostra gli artigli il River, plagiato caratterialmente dalla guida di Ramon Diaz. E i margini di miglioramento dei biancorossi appaiono molti ampi.
Il disastro di giornata spetta di diritto all’Independiente, sconfitto al “Libertadores de America” dal Newell’s Old Boys di Martino, desolatamente al terz’ultimo posto in classifica dei promedios. Finisse oggi il campionato, il “Diablo”, storico club del calcio argentino, sarebbe retrocesso in Segunda. Come se non bastasse, a cadere come un macigno sopra le speranze di salvezze club di Avellaneda, ci ha pensato il rigore fallito sul risultato di 1-1 dal “Tecla” Farias. Il solito Scocco e Perez hanno fatto il resto, consegnando tre punti vitali alla “Lepra” di Rosario, sempre più protagonista in patria. Il tecnico “rojo” Gallego a fine partita si è dichiarato “molto stanco psicologicamente e provato”. Non sono quindi da escludere le sue dimissioni. Mentre fuori esplode la rabbia dei tifosi, in rotta di collisione con squadra, tecnico e presidente.
Delude il San Lorenzo a San Juan, più che per il risultato per il gioco espresso. Il pareggio a reti inviolate contro il San Martin fa se non altro muovere la classifica, ma non esalta nessuno. Pizzi compreso. Se due feriti ( abbastanza gravi) sono sempre meglio di un morto, al “Monumental” di Rafaela la vittima di giornata è di quelle che fanno rumore, a maggior ragione dopo i proclami di inizio semestre. La vittima è il Racing Club di Avellaneda, che nonostante l’immenso talento a propria disposizione, viene surclassato da un ottimo Atletico Rafaela, in gol con Bovaglio, Grazzini e López. Nonostante gli sforzi della società di Zubeldìa per trattenere i suoi pezzi pregiati dalle numerose richieste estere, l’inizio di stagione è tutt’altro da incorniciare. E mai come in questo semestre, il fallimento sportivo potrebbe risultare molto pesante. Ma c’è tempo. Molto tempo.
L’All Boys di Pepe Romero non va oltre il pareggio interno con il Godoy Cruz, trovando il gol del pari nel finale di gara con Ahumada. Di Castillón il momentaneo vantaggio del “Tomba”. Continua, invece, l’ascesa del Tigre di Gorosito. Al “Matador” di Victoria vanno i tre punti in palio nella sfida di La Plata, grazie alle reti di Ruben Botta, Donatti in mischia e Peñalba, che sfrutta l’errore grossolano del portiere dell’Estudiantes Silva. Continua così il momento magico per Gorosito e suoi, mentre l’Estudiantes si conferma un ibrido tra una grande squadra e un club di metà classifica.
Il Velez passa sul campo dell’Argentinos con una perla balistica di Lucas Pratto, che sorprende Fernandez da distanza siderale. In un match nervoso, equilibrato e con poche occasioni, la sottile linea tra vittoria e sconfitta è, come sempre nel calcio, demarcata da un episodio. A rendere infinita la sfida ci ha pensato un guasto all’impianto elettrico della “Paternal” che ha lasciato tutti al buio per circa venticinque minuti. Ad accendere la luce, poi, ci ha pensato Pratto. A chiudere la porta del “Tricolor”, invece, Sosa, autore di ottimi interventi. Stravince il Lanus di Schelotto, che impartisce una sonora lezione di calcio al malcapitato Colon di Sensini, l’ombra della squadra della prima parte dello scorso semestre. A testimonianza del lavoro svolto dall’ex calciatore del Boca, ci sono le reti , tutte splendide e avvenute dopo azioni corali di squadra, realizzate da Ayala, Romero, Blanco e Reguiro. Chapeau al “Granate” e al suo tecnico.
Ventitre partite senza successi. Ti trovi avanti con un gol fortunoso realizzato da Aleman. Giochi mezz’ora del secondo tempo in superiorità numerica, sprechi l’impossibile in contropiede e poi cosa vuoi che ti succeda? Contestualizzando tutto al mondo calcistico, la risposta è semplice e al tempo stesso spietata. Allunghi la serie nera. Questo è accaduto all’Union de Santa Fe, raggiunta da Benedetto e dall’Arsenal di Alfaro a tempo abbondantemente scaduto, dopo aver pressoché dominato la sfida. Un punto d’oro per gli ospiti, l’ennesima occasione sprecata per la squadra di Facundo Sava. Al peggio sembra non esserci mai fine per i tifosi del “Tatengue”.