Sanremo, il vicepresidente del Lecce fra i contestatori
“Pensavo che avrei assistito a uno spettacolo musicale, invece mi sono trovato davanti una tribuna politica”: commenta così Letterio Munafò, vicepresidente del Lecce, l’esibizione di Maurizio Crozza sul palco della prima serata del Festival di Sanremo. Esibizione che, visto che non stava rispondendo alle sue aspettative, ha deciso di contestare. “Ho detto a Crozza che non era di certo il caso di parlare di politica in quel momento, il Teatro Ariston non era di certo la sede giusta” aggiunge Munafò. L’imitazione di Silvio Berlusconi portata in scena dal comico genovese non è piaciuta al vicepresidente del Lecce e ad altri contestatori, “che però io non conoscevo. Non è stata una protesta organizzata, non conoscevo molte delle persone che erano sedute accanto a me”. Quella di martedì sera non è stata la prima volta in cui l’attuale vicepresidente del Lecce, arrivato al timone della società calcistica salentina pochi mesi fa insieme alla famiglia Tesoro che ne ha rilevato la proprietà, mette in atto una contestazione al Festival di Sanremo. “Lo scorso anno – ricorda – mi sono divertito molto quando Adriano Celentano ha interpretato alcuni suoi successi musicali, ma quando ha iniziato a parlare di politica e a fare polemiche ho fatto presente che non era il momento né la sede. Il Festiva di Sanremo deve essere caratterizzato dalla musica e non dalla politica”.