Top e flop della 24a giornata di Serie A
I migliori e i peggiori della 24a giornata. Debutto coi fiocchi per Gianluca Sansone, assoluto protagonista della vittoria della Sampdoria sulla Roma, tradita da Osvaldo. Pirlo illumina la Juve, Ibarbo fa venire il mal di testa a Mexes e Zapata, Lulic grazia due volte il Napoli che alla fine… ringrazia
TOP
Gianluca Sansone: gli bastano 45 minuti per essere il man of the match di Sampdoria-Roma. Subentrato all’impalpabile Soriano dopo l’intervallo, serve due assist a Estigarribia e Icardi e va a segno con una magistrale punizione che beffa Stekelenburg. Davvero niente male il debutto in maglia blucerchiata dell’ex torinista.
Victor Ibarbo: viaggia a velocità doppia rispetto ai derelitti Mexes e Zapata, che soprattutto nel primo tempo non lo vedono proprio mai. Nemmeno quando, da fermo, è libero di colpisce di testa e battere Abbiati. Spina nel fianco costante, se fosse anche più cattivo sotto porta (vedi il gol divorato dopo 20 minuti) farebbe gola a tante squadre.
Andrea Pirlo: scelta sciagurata quella di Montella, che ha deciso di non ingabbiarlo. Se gli viene consentito di ragionare, sono dolori. Sforna assist al bacio da qualsiasi distanza e in quantità industriale. Senza sbagliarne mezzo. Vederlo all’opera è sempre un piacere per gli amanti del bel calcio.
FLOP
Pablo Daniel Osvaldo: sempre più irritante. Ha il merito di procurarsi un rigore, ma poi rovina tutto togliendo il pallone di mano a Totti (sì, avete capito bene) per volerlo tirare a tutti i costi. L’esecuzione? Una specie di passaggio a Romero. Da censura.
Senad Lulic: non ha onorato certamente al meglio il fresco rinnovo contrattuale con la Lazio. A dire il vero inizia anche bene, togliendo dalla testa di Cavani un pallone che altrimenti sarebbe finito alle spalle di Marchetti. Ma chiude malissimo, perché getta alle ortiche due clamorose occasioni per mandare al tappeto il Napoli che poi, puntualmente, approfitta dei regali ed esce dall’Olimpico con un punto alla fine preziosissimo.
Facundo Roncaglia: serata storta per il roccioso difensore argentino, che ha sulla coscienza entrambe le reti juventine. Sulla prima fornisce l’assist involontario a Vucinic, sulla seconda perde di vista Matri che ha il tempo di battere Viviano pur perdendo la scarpa.