Il punto sulla Serie A: giornata 24
Scappa nuovamente la Juventus, che batte la Fiorentina a Torino e approfitta del pareggio del Napoli all’Olimpico contro la Lazio. Milan che non approfitta dell’ennesimo rallentamento biancoceleste e prende solo un punto a Cagliari mantenendo immutate le distanze. Vince l’Inter a San Siro contro il Chievo, mentre la nuova Roma di Andreazzoli crolla a Marassi.
Alessandro Matri. Il nome che non ti aspetti è il giocatore che sta trascinando questa Juventus nel 2013. Ancora titolare nel match contro la Fiorentina, ancora a segno. Troppa Juventus per questa Fiorentina che, per quanto generosa e ben disposta, non ha saputo sfruttare le assenze nella retroguardia bianconera guidata da un immenso Barzagli. La Vecchia Signora inizia come meglio non avrebbe potuto il periodo di fuoco che vede tornare anche l’impegno Champions. Per quanto riguarda la Viola, nonostante il recupero al 100% di Pizarro in cabina di regia, è preoccupante il calo di rendimento dei tre difensori titolari rispetto ai primi mesi del campionato. Roncaglia e Gonzalo Rodriguez sono le ombre di loro stessi, Savic sembra un ragazzino spaurito. I soli Jovetic e Cuadrado non posso sempre risolvere i problemi.
Problemi che, per il Napoli, risolve parzialmente Hugo Campagnaro, che agguanta il pareggio nel finale nella sfida contro la Lazio. Non ci sono né Hamsik né Cavani a brillare nel cielo dell’Olimpico nella supersfida di questa giornata di Serie A, ma solo Sergio Floccari, autore di una rete e che per due volte ha fatto tremare la traversa della porta difesa da De Sanctis. L’attaccante laziale non sta facendo rimpiangere Klose, alle prese con uno dei suoi soliti infortuni, ma è evidente che la Lazio abbia subito un’involuzione in termini di gioco espresso. Il Napoli, però, ha giocato anche peggio e il pareggio, alla fine, ci è sembrato il risultato più giusto. Il primo marzo si avvicina, lo scontro diretto tra Napoli e Juventus e a poche settimane di distanza e i punti di distacco sono diventati 5. Vincere al San Paolo potrebbe non bastare, adesso.
Basta, eccome, il ritorno di Milito all’Inter, che batte il Chievo per 3 a 1 a San Siro e si riporta a meno uno dalla Lazio. La squadra di Stramaccioni ha ancora delle lacune tattiche importanti e a volte si allunga troppo durante i 90 minuti, ma la presenza di Milito, gol a parte, come punto di riferimento è troppo importante per lo sviluppo della manovra. A beneficiarne è lo stesso Cassano, autore dell’iniziale vantaggio, che ha una vera prima punta su cui appoggiarsi. Il Chievo ha approfittato solo in parte delle disattenzioni difensive nerazzurre, che dopo il secondo vantaggio si sono ridotte al minimo. Buoni tre punti in ottica Champions per l’Inter, che vince in una giornata in cui si fermano tutte o quasi e si riporta in vantaggio di due punti sui cugini del Milan.
Distacco, quello rispetto alla zona Champions, che rimane inalterato per il Milan di Allegri, che riesce a non perdere (e anzi rischia di vincere) in una giornata no per tutta la squadra rossonera. Subito il dodicesimo gol di testa su palla inattiva, i rossoneri sono stati incapaci di impensierire il Cagliari durante tutto l’arco della partita. Milan che è arrivato con incredibile facilità sul fondo ma che non è mai riuscito a servire un cross giusto agli attaccanti in area. Ci è voluto un rigore (questa volta giusto) di Balotelli (al terzo gol in due partite) per riagguantare il pareggio. Note negative le prestazioni di Mexes e di Robinho, una volta subentrato. Il Milan non cade a pezzi come quello di settembre o ottobre ma non è nemmeno così invincibile come l’arrivo di Balotelli ha fatto credere a qualcuno degli addetti ai lavori. Allegri ha tanto da lavorare.
E di lavoro ne avrà, e parecchio, anche Andreazzoli sulla panchina della Roma, per provare a recuperare psicologicamente dei calciatori che, nonostante un buon primo tempo contro la Sampdoria, si sono lasciati buttare giù alla prima difficoltà. Il parapiglia finale con Delio Rossi è il simbolo del momento della squadra giallorossa, che pare non esserci più con la testa. Andreazzoli ha provato a cambiare sistema di gioco passando alla difesa a 3, mettendo Pjanic trequartista e Lamela esterno di centrocampo. Ha funzionato per 50 minuti, poi il tracollo con conseguente fuoriuscita di tutti i difetti cari alla Roma zemaniana vista fino a sette giorni fa.
Questa squadra ha troppo talento per perdere così tutte le partite. Il lavoro di Andreazzoli deve puntare soprattutto alla testa dei giocatori, non agli schemi di gioco.