Il conto alla rovescia è terminato. Da oggi Schladming, un ridente paesino della Stiria, sarà il punto di riferimento per gli appassionati dello sci alpino. Due settimane di gare intense, tutte da gustare, per assegnare i titoli iridati nella specialità regina degli sport invernali.
La nostra nazionale è lontana dai tempi d’oro di Alberto Tomba; un periodo in cui lo sci primeggiava su media e telegiornali, trascinando davanti ai televisori tanti sportivi, che aspettavano una vittoria in slalom del campione bolognese prima della consueta domenica calcistica. Manca quella figura emblematica che coinvolgeva anche i non addetti ai lavori, ma vantiamo un gruppo di atleti molto competitivo, capace di primeggiare e difendersi sia sulle prove veloci che su quelle più tecniche.
Tra i discesisti e i supergigantisti abbiamo l’imbarazzo della scelta. Christof Innerhofer ha un titolo in supergigante da difendere ed è l’atleta sul quale concentriamo le nostre principali speranze; non possiamo non menzionare Dominik Paris, un meranese che quest’anno è andato a raccogliere le sue prime due vittorie in carriera sulla Stelvio, la “Scala” delle piste da sci, e sulla Streif di Kitzbuhel dove i brividi iniziano già dal cancelletto di partenza. Chissà che non possa essere proprio lui l’erede di Zeno Colò per riportare un titolo in discesa che manca da mezzo secolo. La lista prosegue con tanti assi nel mazzo con i vari Marsaglia, Fill, Klotz e Heel.
Il discorso è leggermente diverso in slalom dove c’è un ostacolo da superare con un nome e un cognome ben precisi: Marcel Hirscher. L’austriaco ha gambe e tecnica in grado di surclassare gli avversari anche dopo aver disputato una prima manche poco brillante; un avversario da non sottovalutare mai, neanche quando i cronometro in apparenza lo da fuori dai giochi.Meno extraterrestre ma comunque ostico è lo statunitense Ted Ligety, un’altra barriera contro cui dovranno scontrarsi i nostri Moellg, Thaler, Blardone, Razzoli e Deville. Il titolo mondiale, a differenza della Coppa del Mondo, si decide su una semplice gara e l’ottimo stato di forma che stanno attraversando i nostri ragazzi, combinato magari con una giornata no dei favoriti, mantengono vivo il sogno di ritornare sul gradino più alto del podio dopo i successi di Tomba del 1996.
Se dal gruppo maschile siamo in odore di medaglie, per le nostre dieci azzurre, invece, l’obiettivo è più umile e si limita a raggiungere un piazzamento onorevole, cercando qualche sorpresa con la Curtoni e la Merighetti. L’Italia infatti è lontana a livello di risultati e le vittorie sono destinate a vivere sul testa a testa tra la slovena Tina Maze e la rivale statunitense Lindsney Vonn, da poco rientrata all’attività sportiva. Non nascondiamo l’invidia per gli Stati Uniti che si presentano ai nastri di partenza in discesa con uno squadrone potenzialmente da en plein, mentre in slalom il circo bianco ha scoperto la giovanissima Shiffrin, una ragazzina terribile con poca esperienza alle spalle, ma una qualità tale da intimorire il trono della Maze in slalom. Non gioca il ruolo di principale protagonista la vecchia scuola europea con la tradizione e la storia di Austria e Germania, nazioni dove lo sci è un sport nazionale, ma austriache e tedesche cercheranno di dare battaglia e stravolgere i pronostici della vigilia.