Il punto sulla Serie A: giornata 23

Chi si ferma è perduto. Scappa la coppia di testa Juventus-Napoli, sempre più sole nella classifica di questa Serie A. Ultimo minuto decisivo per il terzo posto: la Lazio perde in casa del Genoa al 94esimo, il Milan batte l’Udinese al 93° grazie ad un rigore trasformato da Balotelli, doppietta all’esordio. Vince finalmente la Fiorentina, mentre l’Inter crolla a Siena, facendosi raggiungere dai cugini rossoneri, e la Roma affonda all’Olimpico con il Cagliari: a pagare per tutti è Zeman.

Vittoria in una partita difficile su un campo difficile: tre punti importantissimi. La Juventus sbanca il Bentegodi nel lunch match della domenica grazie al Matri e Liechtsteiner. Un Chievo, quello di Corini, che nel secondo tempo ha provato a mettere paura ai bianconeri dopo un primo tempo passato senza riuscire a superare la metà campo, visto il pressing a ritmo elevatissimo tenuto dai bianconeri. Gli uomini di Conte, con il ritorno di Pirlo in cabina di regia e con una ritrovata “cattiveria”, nei primi 45 minuti sono sembrati quelli di un girone fa per poi tornare ad avere un po’ di affanno nella ripresa, con i padroni di casa in pressione per cercare il pareggio. Ottima vittoria, in ogni caso, in ottica scudetto, su un campo in cui vincere non è mai facile. Tre punti che aiutano a ritrovare il morale giusto per continuare a condurre la fuga.

Fuga che è ormai a due. Il Napoli, guidato da un immenso Marek Hamsik, batte il Catania al San Paolo nella sfida di sabato sera e il pubblico partenopeo accarezza l’idea di essere in testa alla classifica per qualche ora. Mazzarri sembra essere riuscito a limare al minimo il difetto principale della sua squadra, che era quello di non riuscire a sbloccare le partite in cui gli avversari si chiudevano in 9 dietro la linea della palla. Sabato gli azzurri hanno dimostrato di aver imparato a farlo e, nonostante una formazione con qualche riserva in campo, hanno vinto meritatamente. Il primo marzo di avvicina, lo scontro diretto al San Paolo ci dirà quante reali speranze ha il Napoli di arrivare fino in fondo.

Da una squadra che sta superando i propri difetti ad un’altra che invece nei propri sta annegando. La Lazio di Petkovic nel 2013 sta subendo una frenata non prevista, guardando gli ultimi mesi del 2012. I limiti di una rosa corta, uniti ad un mix di infortuni e squalifiche, sono venuti tutti a galla nella sfida di Genova contro il Genoa dell’ex Ballardini. Dias e Biava squalificati, Hernanes infortunato (quanto pesa non essere riusciti a tesserare Felipe Anderson il 31 gennaio), Klose a mezzo servizio (che si è infortunato del tutto durante la gara) e il ricorso alla poco utilizzata difesa a 3. Questi gli ingredienti per la sconfitta di Marassi, che la sfortuna ha voluto arrivasse al 94° minuto con un gol di Marco Rigoni, all’esordio in maglia rossoblù. Altri 3 punti persi, vantaggio sul Milan dimezzato.

Proprio così, perché il Milan di Allegri non si ferma più. Vince anche contro l’Udinese nella sera dell’esordio di Mario Balotelli, che festeggia con una doppietta il suo ritorno a San Siro. Destino tutto dalla parte di SuperMario, quello di ieri sera: Pazzini, teoricamente il titolare della sfida, che si fa male nel riscaldamento, Mario che parte titolare e infiamma il pubblico dopo soli 30 secondi, doppietta decisiva con rigore (che non c’era) segnato all’ultimo secondo. Esordio migliore probabilmente non l’aveva nemmeno immaginato, il buon Mario. Tornando al Milan, la rincorsa al terzo posto continua. I rossoneri, dopo i 7 punti fatti nelle prime 8 giornate, hanno messo a segno 33 punti nelle successive 15, con una media da scudetto. La Champions non è più un miraggio.

Lo sta diventando, invece, per l’Inter di Stramaccioni, all’ennesima sconfitta esterna. Un solo punto nelle ultime cinque trasferte per i nerazzurri, che cadono anche a Siena. A nulla sono serviti gli innesti dal primo minuto di Schelotto (bocciato dopo 45 minuti) e Kuzmanovic. La squadra gioca male e difende peggio, le assenze di Samuel e Milito iniziano a farsi sentire. La mano di Stramaccioni, probabilmente, si sente sempre meno, visto che i nerazzurri non sembrano avere un’idea precisa di gioco. Il futuro è grigio, l’ideale sarebbe mantenere la calma e cercare di lavorare partendo dalle cose facili, cercando prima di tutto di giocare a calcio. Vedremo se la società e Stramaccioni riusciranno ad uscire dalla prima crisi del loro matrimonio.

Crisi che sembra essere passata invece per la Fiorentina di Montella, che in casa contro il Parma trova la prima vittoria del 2013. Tornano al gol, in coppia, Toni e Jovetic ma, cosa più importante, torna Pizarro in cabina di regia e i risultati si vedono subito. Troppo importante la presenza del cileno in campo per la Viola, che senza il suo regista ha sofferto le pene dell’inferno, non riuscendo a proporre il suo solito stile di gioco. Sissoko (appena preso), Migliaccio o gli stessi Borja Valero e Aquilani non hanno le caratteristiche per far girare la squadra come Pizarro. L’unico augurio che possiamo fare a Montella è di avere sempre a disposizione il suo numero 7.

Non sarà più a disposizione della Roma e dei suoi giocatori, invece, mister Zeman, che è stato esonerato dalla società dopo la sconfitta contro il Cagliari. In effetti la sconfitta è stata brutta, non tanto per il risultato ma per come è arrivata. Giocatori “molli”, con poco ardore e poca voglia di giocare. Probabilmente la delegittimazione di Zeman da parte della società non più tardi di una settimana fa ha provocato una reazione a catena che è sfociata nell’esonero del boemo dopo quest’ultima sconfitta. E’ un peccato, lo diciamo con sincerità. E’ un peccato perché restiamo tuttora convinti che, se seguito come si dovrebbe fare, Zeman è un allenatore che alla lunga dà gioie ai propri tifosi. Se non seguito e se ignorate le sue – poche a dir la verità, ma precise – regole ferree, si arriva alla situazione di oggi a Roma. Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso.