Addio Palermo: Zamparini ti ha distrutto

La fortuna aiuta gli audaci. Sempre. A furia di provarci e riprovarci, prima o poi l’obiettivo viene centrato. Maurizio Zamparini sta riuscendo nell’impresa di condurre in Serie B una delle realtà più belle del nostro calcio, creata certamente da lui ma allo stesso modo distruttane senza scrupoli. E’un’operazione avviata nell‘estate del 2011, con la cessione degli eroi di Delio Rossi e la fomentazione dei primi e pesanti malumori della piazza; non contento di tutto ciò, il friulano ha deciso di montare e smontare in pochi mesi un nuovo progetto tecnico, con il licenziamento in blocco di Sannino e Perinetti. Dentro Gasperini e Lo Monaco, esonerati oggi in coppia. Dove si è mai visto un presidente che per i brutti risultati dell’allenatore licenzia anche il ds? Lo Monaco poteva lavorar meglio sul mercato, questo è indubbio, ma i miracoli a gennaio non li ha mai fatti nessuno. Figuriamoci in tempi di crisi.

Adesso tocca a Perinetti e Malesani e chissà cosa mai ci si aspetta da loro. Il primo non ha la possibilità di costruire il futuro perché non si sa in quale categoria giocherà il Palermo l’anno prossimo e quindi potrà fornire un semplice apporto carismatico (ma per questo non era più valido Lo Monaco?); il secondo, baciato dalla fortuna o forse da poteri meno astratti,avrà almeno la possibilità di incrementare il proprio record di retrocessioni. Ecco la mazzata finale: il capoluogo siciliano si ritrova con una squadra scarsa, un direttore già delegittimato e una guida tecnica il cui curriculum infonde solo una maggiore angoscia. Nell’ultimo anno e mezzo il Palermo ha avuto tre ds (non dimentichiamo Sogliano) e sei allenatori, retribusice attualmente ben tre persone che non gli prestano servizio e si prepara per un lento decesso, con le speranze di salvezza ormai aggrappate a un filo. Dalla quasi Champions e da una finale di Coppa Italia, in soli venti mesi, Maurizio Zamparini ha dilapitato un patrimonio invidiabile, ha violentato un’orchestra che suonava a forte godimento del pubblico, ha scavato nella propria storia e ne ha ricavato i tratti più autolesionisti.  Chi paga ha il diritto di scegliere in libertà e se fa un male lo fa innanzitutto a se stesso. Noi possiamo solo far critica e allora… Chapeau!