Balotelli in Italia: i “pro” e i “contro”

Che il colpo italiano più clamoroso del mercato invernale appena terminato sia Mario Balotelli al Milan, lo sanno anche le disinteressate casalinghe di tutta Italia. Mario ritorna in patria dopo 2 anni e mezzo. Le domande da porsi sono un paio: è pronto per questa ennesima prova del nove? E gli sportivi italiani sapranno riabituarsi al suo essere giocatore e personaggio, nel bene e nel male? Da affermare subito che i tifosi milanisti l’hanno accolto nel mio miglior modo possibile, ma loro sono avvantaggiati visto l’amore del bresciano verso i colori rossoneri, più volte rimarcato in passato.

Analizziamo i “pro” di questo ritorno. Classe ’90, Balotelli è un mix di forza fisica, tecnica e duttilità in mezzo al campo. Può giocare come attaccante esterno, come centravanti e all’occasione anche come seconda punta. E’ uno dei migliori al mondo sui calci piazzati, e quando punta l’uomo rare volte si lascia beffare. L’estate scorsa, durante l’Europeo, ha letteralmente steso la Germania segnando una doppietta da sogno. E’ ufficialmente nella lista del futuro attacco della Nazionale Italiana, così come El Shaarawy, suo nuovo compagno di squadra tra le fila rossonere. E’ anche il simbolo di un Paese che tenta disperatamente di uscire da quella mentalità gretta di auto-chiusura etnica, ancora troppo indietro rispetto al resto d’Europa, ma palesemente proiettata verso un cambiamento di approccio non solo mentale, ma anche sociale. SuperMario rappresenta dunque il “nuovo”, che solo nei casi più estremi può provocare una sorta di ingiustificabile “irritazione”. Invece, grazie al cielo, è italiano. E ce lo teniamo ben stretto.

I “contro”: inaffidabile, irascibile, prepotente, a tratti pieno di se e un po autoreferenziale. In campo Balotelli è anche questo. Il classico giocatore della serie “o lo odi o lo ami”. Alla Cassano, per intenderci. Inoltre la sua carriera, sino a questo momento, è andata avanti a sprazzi, attraversando momenti di esplosione agonistica a periodi di buio totale. Mai veramente responsabilizzato, si porta dietro l’annoso peso della non titolarità, sia nell’Inter che nel Manchester City. Il tutto appesantito dal gossip, a volte davvero invasivo, sulla sua vita privata.

Balotelli è, ora come ora, ancora una grande incognita, forse la più grande del calcio italiano. Domenica prossima contro l’Udinese sarà molto improbabile vederlo già giocare. Questo vuol dire che l’attesa crescerà ancora di più. Non solo per il suo nuovo esordio in serie A, ma anche e soprattutto per porre fine al dilemma, quello della sua definitiva consacrazione a calciatore big o a splendida meteora. Gli amanti del bel calcio dovrebbero sperare nella prima ipotesi.