Finalmente Celtics (21-23). Dopo sei ko consecutivi, ultimo clamoroso in casa degli Atlanta Hawks dopo essere stati avanti di ben 26 lunghezze, Boston rialza la testa contro i Miami Heat (28-13), 100-98 al secondo tempo supplementare, nel giorno forse più drammatico della stagione biancoverde in cui si ferma Rajon Rondo per tutto il resto della stagione (CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIU’).
Al posto di “Rajone” gioca Lee dal primo minuto insieme con Jared Sullinger. Scelta azzardata per coach Rivers ma che poi alla fine pagherà. Prima del match i Celtics decidono di rendere omaggio all’ex di turno, Ray Allen, con un video celebrato da tutto il popolo biancoverde del TD-Garden. Poi però inizia la sfida: Miami parte con il piede pigiato sull’acceleratore sfruttando la vena emotiva di Chris Bosh, ottimo in fase offensiva, un pò meno dietro dove spadroneggia Kevin Garnett che mantiene a gallo Boston alla fine del primo quarto insieme con Leandro Barbosa in uscita dalla panchina. Gli Heat provano a riprendere in mano le redini del gioco a metà secondo quarto ma i Celtics non mollano pervenendo al pari nel finale di tempo con Sullinger.
Al rientro dal lungo riposo comincia a fare la differenza il 6 avversario, all’anagrafe Lebron James, con due triple consecutive. Si lotta punto a punto prima del parziale di 7-0 che piazzano i rossoneri al termine del terzo quarto. Sembra la svolta della gara per Miami, svolta che invece darà Jeff Green all’inizio dell’ultimo quarto, autore di una schiacciata che entra di diritto nella top della serata, della settimana, forse del mese e aggiungiamo noi anche dell’anno. Partita tesa, botta e risposta, poi i lampi di Pierce e Garnett portano Boston sul +4 ma a 25” dalla sirena arriva la zampata di mister Walter Ray Allen che riapre i giochi. Tocca dunque ai liberi di “The Jet” Jason Terry ma Lebron mette tutti d’accordo con la tripla che manda le squadre ai supplementari. Due overtime che vengono decisi all’ultimo secondo con l’errore da lontanissimo di Battier.
Gara che si chiude con la tripla doppia per Paul Pierce (17 pt, 10 assist e 13 rimbalzi) e con i 24 di Garnett mentre non bastano in casa Miami i 34 punti, 7 assist e 16 rimbalzi di James e i 21 di Allen in uscita dalla panchina.
LOS ANGELES LAKERS-OKLAHOMA CITY THUNDER 105-96
Seconda vittoria consecutiva per i Los Angeles Lakers che sembrano aver ritrovato la giusta cattiveria sfruttando anche la particolare ispirazione di mister Kobe Bryant. Allo “Staple Center” cadono gli Oklahoma City Thunder 105-96: tradotto in termini di classifica significa decima sconfitta stagionale per Okc a fronte di 34 vittorie e primo posto a ovest mentre i Lakers sono fermi a quota 18-25, ancora lontani dall’ottavo posto playoff ma per questi Lakers l’impresa non è certamente impossibile.
Kobe a servizio della squadra e gruppo compatto. Questi sono i nuovi Lakers che lottano punto a punto nel primo quarto al cospetto di Durant e compagni, finalisti Nba la scorsa edizione contro Miami, per chiudere poi sul 27-23 tra gli applausi dello Staple. Questo atteggiamento piace al pubblico e forse anche agli addetti ai lavori. Chiaramente Okc non ci sta e rientra prontamente in partita con i soliti noti, Durant, Westbrook, Martin e Ibaka che mandano gli ospiti al riposo avanti ma di una sola lunghezza 53-52. Il terzo quarto è estremamente equilibrato: si lotta su ogni pallone, Nash e Bryant distribuiscono palloni e il giocattolo gialloviola continua a funzionare. Perfetta parità ad inizio quarto periodo (75-75). L’ultima frazione di gara è molto intensa, tante belle giocate ma Okc paga le scelte un pò troppo azzardate di Russel Westbrook, non nuovo a questo tipo di problematica, e sugli errori del numero 0 di Oklahoma, Bryant, Gasol e Nash costruiscono il break decisivo del match. Il parziale del quarto quarto è di 30-21, vittoria Lakers 105-96.
17 e 13 assist per Westbrook, 35 per Kevin Durant non bastano questa volta contro questi Los Angeles Lakers. Il motivo? Il Blackmamba ha cambiato modo di giocare. Tripla doppia sfiorata da 21 punti, 9 rimbalzi e 14 assist. In più ci sono i 17 di World Peace, 11 di Clark, 17 per Nash, 16 per Gasol e 12 per Jamison. Insomma, un gioco di squadra che piace e convince.