Giochi riaperti. La Juventus continua nella sua allergia genovese e si fa fermare sul pareggio dal nuovo Genoa di Ballardini. La Lazio non ne approfitta e cade in casa contro il Chievo, mentre il Napoli sfrutta l’occasione per passare a Parma e avvicinarsi ai bianconeri. Il Milan vince ancora, questa volta contro l’Atalanta. I rossoneri si avvicinano ai cugini dell’Inter, fermati sul pareggio dal Torino, superano la Fiorentina, sconfitta a Catania, e si allontanano dalla Roma, bloccata sul pari a Bologna.
Premessa. In questo articolo, che vuole essere un’analisi sull’andamento della Serie A italiana, non si parlerà né di rigori dati, né di quelli non dati, né si commenteranno le reazioni di giocatori/allenatori/dirigenti durante e alla fine delle partite. In questo articolo si parla di calcio giocato.
La Juventus non ritrova sé stessa e si ferma ancora allo Juventus Stadium, arma segreta della scorsa stagione. Il Genoa di Ballardini imbriglia bene i bianconeri, che nel primo tempo non sono riusciti a trovare il bandolo della matassa. Ma anche quando un’invenzione di Vucinic permette a Quagliarella di segnare, il momento non ottimale dei campioni d’Italia si palesa nell’immediato pareggio di Marco Borriello, appena entrato in campo e subito autore del famoso “gol dell’ex”. Pogba non ripete la prestazione di settimana scorsa, Vucinic, invenzioni a parte, appare svogliato e irritante, De Ceglie non è Asamoah e Caceres non è Chiellini. Non sono scusanti, sono semplicemente problemi che si vanno a sommare alla mancanza della solita cattiveria agonistica juventina, quella che le permetteva di vincere anche partite come questa. Potranno tornare tutti i titolari e potranno essere acquistati tutti gli Anelka del mondo, ma se Conte non ritroverà la giusta mentalità, la Juventus è destinata a soffrire in un campionato già vinto.
Un paio d’ore prima, come settimana scorsa, è andata in scena la Lazio all’Olimpico contro il Chievo di Corini. Biancocelesti già orfani di Klose che Petkovic sceglie di mandare in campo senza Mauri ed Hernanes, ma con due interditori come Brocchi e Gonzalez al loro posto. Errore che determinerà la sconfitta incredibile dei capitolini che sprecano un tempo e mezzo di predominio territoriale senza mai tirare in porta e venendo colpiti da Paloschi alla prima occasione buona. L’ingresso tardivo dei due più quello di Kozak questa volta non salva Petkovic, che sta accusando, come alcuni giocatori, un calo di rendimento improvviso. La Lazio, che ben aveva impressionato con tutti i titolari in ottime condizioni, dimostra le proprie lacune quando c’è da buttare nella mischia le riserve. Con questa rosa anche il terzo posto potrebbe essere un traguardo difficile.
Problemi che sembra non avere il Napoli, che vince a Parma una partita complicatissima, non fosse altro che nessuno ci era ancora riuscito quest’anno, nemmeno la Juventus. Hamsik e Cavani portano a casa 3 punti fondamentali per Mazzarri e tutta Napoli, che ora si ritrova a sole tre lunghezze di distanza dalla capolista. In vista dello scontro diretto del primo marzo, con in mezzo sole altre quattro partite da giocare, questo è un ottimo risultato. Anche solamente per mettere pressione agli uomini di Conte, mai veramente in bagarre durante le prime 22 giornate.
Chi invece si ritrova incredibilmente in piena lotta per l’Europa è il Milan di Allegri, che vince a Bergamo contro l’Atalanta l’ennesima partita (la sesta nelle ultime otto) e si porta al quinto posto. Complici anche gli scivoloni delle dirette concorrenti, i rossoneri si ritrovano ora a sei punti dalla Lazio terza in classifica e tre dai cugini nerazzurri in quarta posizione. A Bergamo i rossoneri vincono 1 a 0 grazie al gol del ritrovato El Shaarawy, ben trovato dentro l’area da un’ispirato Niang. L’aggressività delle due squadre a centrocampo e le condizioni del terreno di gioco non hanno aiutato lo spettacolo, ma questi sono tre punti fondamentali per Allegri, presi su un campo dove molte squadre hanno lasciato punti preziosi.
Come ad esempio l’Inter, che a San Siro lascia sul campo due punti per strada, regalandone uno al Torino, che forse ne avrebbe meritato anche qualcuno in più. Due gol di Meggiorini (gli unici quest’anno in Serie A, proprio ai nerazzurri, come l’unico segnato durante la stagione scorsa) raggiungono e superano il vantaggio iniziale di Chivu su punizione. Ci vuole una combinazione tutta argentina tra Zanetti e Cambiasso per riuscire a trovare il pareggio nella serata del ritorno in campo di Cassano al fianco di Palacio. Ancora un po’ sottotono il barese, che soffre la mancanza di un centravanti di riferimento a cui appoggiarsi. Ancora un po’ sottotono l’Inter in generale, che non riesce a trovare quella condizione mentale e atletica che le aveva permesso di portarsi a ridosso della Juventus ad inizio stagione.
Inizio di 2013 pessimo anche per la Fiorentina di Montella, che torna nella sua ex città di Catania e perde una partita dal sapore europeo. Europeo, sì, perché i siciliani con questa vittoria si portano a un solo punto dai viola, al momento sesti in classifica. Fiorentina che dall’infortunio di Pizarro in poi non è più riuscita a fare quel tipo di calcio richiesto dal proprio mister. Il povero Migliaccio, autore anche del gol del momentaneo vantaggio viola, non c’entra: le sue caratteristiche sono diverse da quelle del cileno ed è inevitabile che la qualità offerta sia differente. Auguriamo a Montella di trovare una soluzione a questo problema entro breve. La sua squadra sta perdendo posizioni e le altre non staranno sempre ferme a guardare.
Lo stesso discorso vale per la Roma di Zeman, che non riesce a dare continuità ai propri risultati. Le partite dei giallorossi valgono sempre la pena di essere viste grazie al livello altissimo di spettacolarizzazione del gioco del calcio, ma gli ennesimi 3 gol subiti sono duri da digerire per dirigenza e tifoseria. Non è possibile segnare tre reti e non essere mai sicuri di portare a casa il risultato. Con il Bologna finisce 3 a 3 e per fortuna che due legni hanno fermato Diamanti, altrimenti i palloni da raccogliere in fondo al sacco sarebbero stati addirittura 4, per Goicoechea.
La Roma è così, bella, bellissima, ma capace di lasciarti sul più bello. Un piazzamento europeo, senza una striscia continua di risultati positivi, lo vediamo davvero impossibile.