E adesso chi glielo dice al povero Schalke?

Il 20 dicembre scorso ci sono stati i sorteggi per gli accoppiamenti degli ottavi di finale di Champions League.
Lo Schalke 04, arrivato primo nel suo girone (quello in cui c’era anche l’Arsenal, qualificato come secondo), avrebbe potuto incontrare il Real Madrid campione di Spagna di Mourinho, il Porto che ha una bella tradizione Europea, lo Shakhtar di Lucescu che ha fatto spaventare la Juventus o il Milan di Allegri che, per quanto in rifondazione, in Europa tira fuori sempre l’orgoglio.

E invece no. L’urna di Nyon ha deciso di accoppiare lo Schalke al Galatasaray di Fatih Terim, vecchia conoscenza del calcio italiano.
“Beh, dai. Poteva andarci peggio” il commento/pensiero dei tifosi e dirigenti tedeschi.

Come dargli torto. I giallorossi di Istanbul sono arrivati secondi nel proprio girone dietro al forte Manchester United e nel corso dell’ultimo mercato estivo si erano rinforzati con giocatori come Muslera (ex portiere della Lazio), Altintop (ex Real Madrid) e Felipe Melo (brasiliano ex Fiorentina e Juventus). Non propriamente tre “toppleiers”. Tre buoni giocatori con esperienza europea, come i già presenti in rosa Riera, Elmander e Ebuè per esempio, ma niente di trascendentale.

Ma evidentemente a Terim e alla dirigenza il “bene, ma niente di che” non era sufficiente e hanno deciso di comprare due giocatori che “toppleiers” lo sono eccome: Wesley Sneijder e Didier Drogba, vincitori rispettivamente della Champions 2010 con l’Inter e di quella 2012 con il Chelsea. Non propriamente bruscolini.

Il Galatasary non si candida automaticamente a favorita della competizione, sia chiaro. Due giocatori non fanno una squadra e Barcellona, Real Madrid, United, Juventus e Borussia sono nettamente superiori. Ma, dovessero superare gli ottavi in grande stile, chi si fiderà ad incontrarli ai quarti?

Ma soprattutto, ora chi glielo spiega ai tifosi dello Schalke che magari avevano anche accennato a un mezzo sorriso al momento del sorteggio? Dal trovarsi contro una squadra che aveva in Felipe Melo il suo faro a centrocampo e in Elmander la sua bocca da fuoco, ad affrontare undici giocatori capitanati da Sneijder e Drogba.

Beh, poteva andarvi meglio.

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Francesco Mariani