Inizia oggi una nuova rubrica che ci porterà alla scoperta dei giocatori che hanno fatto la storia del calcio russo, e di quelli che la faranno. Oggi è la volta di Pavel Pogrebnyak, capocannoniere della Coppa Uefa 2007/2008 con lo Zenit San Pietroburgo, ora in forza al Reading.
Ovunque Pogrebnyak sia andato, ha segnato. Non è un’ equazione così immediata per un calciatore russo, spesso e volentieri timido e senza cattiveria agonistica al di fuori della propria madre patria. Decisivo nella conquista della Coppa Uefa 2007/2008, con il grande rammarico della finale saltata per uno stupido giallo ricevuto sul 4-0 col Bayern in semifinale (comunque egregiamente sostituito dal veterano turco Fatih Tekke), ha sbloccato i conti anche a Monaco, l’agosto successivo, per consegnare allo Zenit il titolo di supercampione d’Europa. Nel mezzo la delusione più grande: l’europeo saltato; quel torneo che metteva in mostra tutti i talenti di un calcio troppo sottovalutato, e che consegnava alla nazionale russa la medaglia di bronzo. Purtroppo uno sciocco infortunio in un amichevole di preparazione con la Serbia lo costrinse a stare fuori una cinquantina di giorni, tornando a metà agosto col Terek Grozny, in tempo per risultare decisivo nella sfida con il Manchester United, trionfatore, guarda caso, in Russia, qualche mese prima contro il Chelsea, in una rocambolesca finale decisasi soltanto ai calci di rigore.
E’ il 2006 l’anno della svolta per “Posha”. Il giocatore Moscovita sbarca a Tomsk dopo essere stato snobbato dallo Spartak Mosca, squadra nella quale era cresciuto, che lo aveva rifilato in prestito al Baltika, al Khimki e allo Shinnik Yaroslavl (squadra dell’anello d’oro). La squadra siberiana gli dimostra sin da subito grande fiducia, e decide di prescindere dal possente attaccante allora 23enne. Pogrebnyak trascina l’unica squadra siberiana in Premjer Liga (bisognerà aspettare altri quattro anni per il fantastico derby col Sibir) a uno splendido ottavo posto, a ridosso dei piazzamenti per le coppe europee, con 13 gol in 26 incontri disputati.
Advocaat lo nota e decide di prenderlo per l’attacco del suo Zenit. A San Pietroburgo Pavel trascorre tre stagione fantastiche, dove vince praticamente tutto: Coppa Uefa 2007/2008, campionato russo 2007, Supercoppa di Russia 2008, Supercoppa Europea 2008. Le sue prestazioni non possono far altro che convincere Guus Hiddink a convocarlo in nazionale; il suo è un esordio da urlo, dato che subentra a dieci dalla fine nel match casalingo con la Lituania e decide l’incontro con un rete in pieno recupero. Come detto, sarà costretto a saltare la manifestazione europea in Austria e Svizzera, a causa di un infortunio patito poco prima dell’inizio di un torneo che si rivelerà esaltante per la “Sbornaya Rossii”
Il 2009 è un annata complicata. Lo Zenit vive un periodo di crisi, comprensibile conseguenza dei numerosi titoli conquistati durante il ciclo precedente, e Pogrebnyak decide di tentare la fortuna altrove. Nell’estate di quell’anno infatti si accasa in Germania, allo Stoccarda, in quella che risulterà poi essere una esperienza abbastanza positiva. In Germania avrà modo di segnare pure una tripletta, contro il Borussia Moenchengladbach.
Nel 2012 il club tedesco decide di cederlo con la formula del prestito oneroso al Fulham. A Craven Cottage cominciano ad amarlo sin da subito, dato che il suo debutto con lo Stoke coincide con un gol. Anche col club londinese riuscirà a segnare un hattrick, nella sfida col Wolverhampton.
Terminato il contratto con lo Stoccarda, nell’estate del 2012 sceglie di accasarsi ancora in Inghilterra, sponda Reading. E, con le sue qualità,fa sin da subito la differenza. In rete nel folle 5-7 con l’Arsenal, segna praticamente solo gol decisivi, permettendo alla sua squadra di mantenere vive le speranze di salvezze. Per la sua caratura, probabilmente, il Reading è qualcosa che non rispecchia il suo reale valore. Ma intanto nella cittadina del Berkshire se lo godono alla grande.
E’ sicuramente uno dei calciatori russi che ha inciso maggiormente all’estero, anche se probabilmente lui stesso avrebbe pensato di poter meritare un carriera in club di una fascia superiore. Dopo l’esperienza allo Zenit, non è mai approdato in una squadra di livello superiore: ha però potuto coronare il suo sogno di giocare in Inghilterra, e di conquistare altre tifoserie, che si sono presto innamorate di un giocatore dal fisico possente ma dai piedi educati. Un gigante buono, un esponente della classe operaia, un campione della gente.
Nella prossima puntata tratteremo di un calciatore che al momento gioca in Inghilterra e che in patria è stato duramente contestato dopo l’ultimo europeo.