Il punto sulla Serie A: giornata 21

La Juventus allunga nuovamente in testa alla classifica, portando a 5 punti il distacco da Lazio e Napoli, fermate sul pari entrambe in trasferta, rispettivamente a Palermo e a Firenze. Il Milan batte il Bologna a San Siro, si porta a 2 punti dai viola, che al momento occupano l’ultimo posto disponibile per l’Europa League, e scavalca la Roma, fermata sul pareggio in casa contro un’Inter in emergenza. In coda, preoccupante la posizione del Genoa, sconfitto ancora in casa e autore di soli 8 punti nelle ultime 13. Ne fa le spese Delneri, esonerato dopo 8 punti nelle ultime 13 partite.

Paul Pogba. E’ il giovane centrocampista francese a togliere le castagne dal fuoco alla Juventus in una partita che, nonostante il 4 a 0 finale, si era rivelata più complicata del previsto. Non tanto per i pericoli corsi da Buffon (zero), quanto per la difficoltà dei bianconeri a creare occasioni nitide da gol. Ci son voluti due missili del 19enne ex United a rompere gli equilibri. Il primo per il gol dell’uno a zero e il secondo per il raddoppio proprio quando l’Udinese, con l’ingresso di Di Natale, aveva alzato il suo baricentro. Da lì in poi la gara s’è svolta in discesa, con il ritorno al gol anche di Vucinic e Matri. Il gioco espresso dagli uomini di Conte non è ancora spumeggiante come ad inizio stagione, gli acciacchi e le assenze si sono fatte sentire. Quello che c’è di diverso è la velocità, mentre nelle idee e nelle trame (che sono sempre ottime) si vede la mano dell’allenatore. Vecchia Signora che torna quindi alla vittoria dopo due partite senza i tre punti e che lancia un preciso segnale al campionato.

Segnale che vale 5 punti. I 3 conquistati sul campo e i 2 che hanno perso per strada le dirette inseguitrici. Per prima la Lazio, che a Palermo dopo essere andata in vantaggio nel primo tempo, non riesce a frenare il ritorno degli uomini di Gasperini nella ripresa e si ritrovano addirittura sotto. Solamente un rigore trasformato da Hernanes permette alla squadra di Petkovic di portare a casa un punto. I fattori determinanti per l’andamento della partita sono stati fondamentalmente due: 1) l’errore di Petkovic di abbassare Cana sulla linea dei difensori ad inizio ripresa, mossa che ha permesso al Palermo di trovare più spazi a centrocampo e contemporaneamente ha abbassato il baricentro dei biancocelesti di 20-25 metri; 2) l’errore del guardalinee sul gol annullato a Floccari, sul risultato parziale di 1 a 0 per la Lazio. Senza quell’errore e con i biancocelesti avanti di due reti, forse avremmo visto un’altra gara.
Certo è che, questa volta, l’allenatore dei capitolini ha dato un vantaggio agli avversari anziché alla propria squadra con le sue scelte, al contrario di quanto dimostrato finora nel corso di questa Serie A.

Come detto, si ferma anche il Napoli, che a Firenze lascia i due punti che non più tardi di giovedì aveva ritrovato dopo il ricorso in appello per la sentenza sul calcioscommesse. Un errore grossolano di De Sanctis lancia la Fiorentina, che ha il grosso demerito di non riuscire ad approfittare del momento di sbandamento dei partenopei nel primo tempo. Poi ci pensa il solito Cavani a trovare il gol che significa 1 a 1 finale e 100 gol in Serie A. Nonostante una ripresa più vivace, il Napoli non riesce a trovare la vittoria per restare in scia della Juventus capolista e, anzi, rischia all’ultimo secondo quando Aquilani spreca una clamorosa occasione dal limite dell’area. Un pareggio che sostanzialmente non serve a nessuno. Non serve al Napoli in ottica scudetto, non serve alla Fiorentina per uscire dalla crisi di gioco e risultati che l’attanaglia in questo inizio di 2013.

Pareggio poco utile anche a Roma e Inter, che terminano sul punteggio di 1 a 1 la sfida del posticipo all’Olimpico. Alla Roma non è bastato il generoso rigore concesso per fallo di Ranocchia su Bradley e poi trasformato da Totti per portare a casa i tre punti. I capitolini, infatti, sono stati raggiunti sul finire del primo tempo da Palacio, ben servito dallo straripante Guarìn. Partita poco veloce, con due squadre apparse stanche dall’impegno infrasettimanale di Coppa Italia, che però ha visto gli uomini di Zeman prevalere sia come possesso che come occasioni da gol, sprecate di volta in volta dai giallorossi. Inter poco intraprendente con Lavaja titolare e in bella mostra per un quarto d’ora, poi calato come tutta la squadra, che fuori casa non riesce più a essere incisiva come ad inizio stagione.

Torna alla vittoria invece il Milan, dopo il pareggio di Marassi contro la Sampdoria di settimana scorsa. Pazzini mette a segno una doppietta proprio contro quel Bologna colpito già tre volte all’andata: 5 gol sui 10 totali in campionato siglati contro Agliardi e rossoblù. Un fatto personale. Allegri può sorridere per le buone prestazioni di Niang e Constant (migliore in campo) e attende buone nuove dal mercato, visto che sembrano sempre più insistenti le voci su Kakà e Balotelli. Guardando però la partita di Flamini e di Mexes, ci sorge una domanda: ma un trequartista e una punta sono proprio i giocatori che servono a questo Milan?

Meritano due parole finali anche due squadre, ma per motivi opposti: una è il Catania di Maran, arrivato a quota 32 punti, a due lunghezze dal Milan di Allegri e quattro dalla tanto decantata Fiorentina di Montella. Il Catania è il simbolo di una società precisa, diligente e attenta e di un allenatore preparato che ha a disposizione giocatori che hanno l’umiltà di mettersi a disposizione del proprio mister. I nostri più sentiti complimenti.
La seconda è il Genoa, sconfitto a Marassi proprio dal Catania. L’ennesima sconfitta è costata a Delneri la panchina, e in effetti 8 punti in 13 partite ci sono sembrati un po’ pochi. Al suo posto Preziosi ha chiamato Ballardini.
Ma siamo sicuri che il problema del Genoa fosse quel Pasquale Marino che ad inizio stagione era nella parte sinistra della classifica?