Il punto sulla Serie A: giornata 20

Incredibile a dirsi poco più di una settimana fa, ma il campionato di Serie A è ufficialmente riaperto. La Juventus impatta a Parma e non va oltre un 1 a 1, Lazio e Napoli recuperano terreno battendo in casa rispettivamente Atalanta e Palermo. In zona Europa League vince l’Inter contro il Pescara e si porta al quarto posto solitario, mentre perdono ancora Fiorentina e Roma con i viola sotto per 3 a 1 contro l’Udinese e i giallorossi sconfitti per 1 a 0 a Catania ma che mantengono il sesto posto visto il pareggio a reti bianche tra Milan e Sampdoria.

Anche la Juventus di Conte è umana. Lo schiaccia sassi ammirato nei primi mesi del campionato si ferma nel giro di sette giorni, conquistando solo un punto tra Samp e Parma e riaprendo un campionato già chiuso. I bianconeri non azzannano il Parma e mostrano gli stessi limiti nel gioco espressi già contro la Doria allo Juventus Stadium la settimana scorsa. I ducali hanno retto bene per tutti i novanta minuti e non sono mai stati messi alle corde da una Vecchia Signora un po’ in crisi d’identità. Quello che manca alla capolista è la cattiveria agonistica, la voglia di chiudere le partite e di vincere. La difesa senza Chiellini è un po’ più ballerina e il centrocampo senza Marchisio e con Vidal sotto tono fa meno filtro del solito, i gol di Icardi e quello di Sansone di ieri sono incredibilmente simili. Va recuperata la tensione giusta per affrontare il resto del campionato, onde evitare di dare troppe speranze alle inseguitrici che hanno ricominciato a vedere il numero di targa della capolista.

La Lazio, infatti, pur non giocando benissimo, vince ancora e si porta a meno tre. Questa volta a farne le spese è l’Atalanta, che pure aveva retto senza particolari problemi nel primo tempo. Decisivo ancora una volta Petkovic con i suoi cambi dalla panchina. Ad inizio secondo tempo rivoluziona squadra e modulo, passando alle due punte inserendo Floccari. Ed è proprio l’ex atalantino ad andare in rete (probabilmente con un gol irregolare, viziato da uno stop di mano prima di mettere la palla a segno), mettendo la gara sui binari giusti per i biancocelesti, che da lì in poi non rischieranno più nulla e raddoppieranno grazie all’autorete di Brivio.
La Lazio non sarà bella da vedere ma dà l’impressione di essere una delle squadre più solide e più quadrate del campionato, gestita da un allenatore che se per molti era una scommessa ora è una splendida realtà.

Tiene la scia anche il Napoli, che strapazza il Palermo per 3 a 0 nella gara degli ex: da una parta Cavani e dall’altra Aronica e Dossena, appena passati in rosanero.
Il Palermo gioca meglio degli azzurri per la prima mezzora, Gasperini (che contro Mazzarri aveva perso solo una volta, in un derby Samp-Genoa deciso al novantesimo da Maggio) imbriglia bene il gioco dei partenopei, costretti più volte al lancio lungo. Ci vuole proprio Maggio a sbloccare la gara sugli sviluppi di un corner, mettendo le ali al Napoli e affossando un Palermo che da quel momento non si riprenderà più. Andranno a segno anche Inler (splendido gol quello dello svizzero) e Insigne, ma non il tanto atteso Cavani, ormai ad un passo dalle 100 realizzazioni in Serie A. Napoli che tiene il terzo posto e si avvicina a soli 5 punti dalla Juventus capolista.

Due punti più sotto troviamo l’Inter di Stramaccioni, che contro il Pescara interrompe la serie negativa che aveva visto i nerazzurri fare soli 8 punti in altrettante partite. Con una formazione totalmente rivista rispetto a quella “tipo” di inizio stagione a causa di infortuni e squalifiche, l’Inter si aggrappa alla qualità di Guarìn e Palacio e alla intraprendenza del giovane Benassi, che, catapultato titolare in Serie A all’esordio, guida con sorprendente autorevolezza il centrocampo nerazzurro. Ancora bene Cassano che però non prende nel migliore dei modi la tredicesima sostituzione che Stramaccioni gli riserva, dirigendosi direttamente negli spogliatoi dopo l’ingresso di Rocchi al suo posto.
Il gioco dell’Inter non è ancora bello da vedere, manca davvero tanto a questa squadra un centrocampista in grado di dettare i tempi. Benassi è un’ottima promessa ma è un classe ’94, probabilmente serve qualcuno che sia pronto subito per permettere a Stramaccioni di fare il salto di qualità.

Salto di qualità che, invece, ha fatto al contrario la Fiorentina di Montella. Tanto bella nei primi mesi del campionato, tanto brutta nell’ultimo. Una squadra e un gioco costruiti su Pizarro che, quando manca il cileno, non riescono ad esprimersi ai soliti livelli. L’Udinese di Guidolin ha il grosso merito di saper giocare magistralmente in contropiede e usa quest’arma per colpire i viola, ma la Fiorentina vista qualche partita fa non avrebbe perso la partita di ieri.

Involuzione paurosa che colpisce anche la Roma di Zeman, sconfitta per 1 a 0 a Catania. E’ incredibile come i giallorossi siano capaci di partite come quelle giocate contro Fiorentina e Milan all’Olimpico e poi si sciolgano in trasferta come contro il Chievo e il Catania ieri. A dir la verità, nel primo tempo la Roma ha dominato sbagliando tutti i gol possibili davanti la porta di Andujar. Destro, Bradley, Florenzi e Marquinho hanno sfiorato il gol in più di un’occasione e alla fine Gomez li ha puniti, riuscendo a trafiggere Goicoechea. Un campionato fatto di alti e bassi per i capitolini, che non riescono a dare continuità alle belle prestazioni fornite in casa. Le assenze di Totti, Osvaldo e Pjanic non possono essere una scusante, si è perso in trasferta anche con loro in campo.

Non approfitta del doppio scivolone di Fiorentina e Roma il Milan di Allegri, che non va oltre lo 0 a 0 a Marassi contro la Sampdoria. Brutta partita, quella del posticipo serale della ventesima giornata di Serie A. Meglio la Samp nel primo tempo, meglio i rossoneri nella ripresa. Due squadre sostanzialmente in salute fisica e con buona compattezza tattica, a cui è mancato l’acuto decisivo per segnare. Da segnalare, visto che è una novità, la brutta prestazione di El Shaarawy, che stavolta non toglie le castagne dal fuoco al Milan. Male Boateng e Bojan, benino il giovanissimo Niang. Certo è che se dal mercato non arriveranno innesti di qualità, fare più di così per questo Milan sembra davvero difficile.