Pagine e pagine d’interrogatorio. Davanti al procuratore di Bari, Antonio Laudati, e ai pm Ciro Angellilis e Giuseppe Dentamaro sfilano diversi calciatori e il tecnico Antonio Conte. I primi sono indagati per frode sportiva (per le gare contro Treviso e Salernitana), il secondo è persona informati sui fatti. Nei giorni scorsi la Procura ha chiuso l’indagine e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per 27 giocatori. Non per Ranocchia, Gazzi e Barreto: sono fuori dal processo penale, ma rischiano davanti alla giustizia sportiva un deferimento per omessa denuncia. Conte, invece, spiega ai magistrati come mai non si sia accorto di nulla e anche per questa ragione si dà più volte del “coglione”. La versione è stata ritenuta credibile, mentre quella di Gillet “ondivaga”. Anche per questo il tecnico della Juve è fuori dal processo penale e non dovrebbe correre rischi nel procedimento sportivo (sarà comunque sentito da Palazzi). Di seguito alcuni stralci dei verbali più significativi.
Interrogatorio Conte — “Sono un allenatore che non è amico dei calciatori. Lo faccio per gestir al meglio la squadra. Per questo con me il calciatore non si confida. Non mi sono stai accorto di qualcosa di anomalo accaduto quando allenavo il Bari. Prima della partita con la Salernitana eravamo in festa. Tra i tifosi c’era un forte gemellaggio. Ho riscontrato una sola anomalia: quando la Salernitana segnava si abbracciavano i nostri tifosi con quelli campani… Gillet dice che ci fu una riunione tecnica prima della gara e che Colombo si rifiutò di giocare? Non ricordo assolutamente questa riunione, escludo che le cose siano andate così. Prima della partita dissi di stare molto attenti onde evitare del chiacchiericcio. Cosa voglio dire? Il fatto del gemellaggio. Certo, come dice Kutuzov avevo grande gratitudine nei confronti della squadra… E comunque non ricordo e non ho visto litigi prima di Bari-Treviso, così come non ho mai visto Gazzi piangere al cinema in ritiro… E possibile come dice Lanzafame che abbia parlato ai giocatori prima della gara con il Treviso. C’erano due situazioni che ti fanno rizzare le antenne: noi eravamo salvi e c’erano molti ex nel Treviso. Per questo posso aver detto: “Diamoci dentro”. Questo è il senso… Se dietro una partita come quella con la Salernitana c’è un accordo in denaro così importante, mi viene da piangere a sapere che ci stanno dei soldi dietro e che fanno (i calciatori, ndr) anche i figli di puttana. Ci stanno dei soldi e fanno i figli di puttana! Ma qualcuno ha detto che ho preso i soldi anche io?… Mi parlate di buste negli spogliatoi, non è normale che ci siano buste con i soldi. Non esistano più i premi partita…”. Il procuratore Laudati domanda a Conte se non abbia intuito qualcosa, magari dal comportamento dei giocatori. Il tecnico ribatte: “Quello che sto scoprendo è una vergogna. Se lo avessi saputo, gli staccavo la testa una alla volta. Ma un allenatore come fa, come fa. Secondo lei mi fa piacere sapere questo? Oppure mi considero un coglione? Gustinetti, ad esempio, è una bravissima persona. Si portava nelle sue squadre questi delinquenti e non aveva nessun sospetto. Ora è disperato e dice: “Sono un coglione”. E’ un coglione lui, sono un coglione io… Guberti getta il telefono in piscina? E’ qualcosa d’incredibile, c’è grandissima amarezza. Ma come facevano a essere organizzati? Come facevano? Uno mi dice: “hai avuto Doni, Carobbio, Masiello e non ti sei accorto?”. Io gli dico: “Sono un coglione…”. Ma vogliamo parlare di Masiello: avrei gettato mia moglie e mia figlia nel fuoco, mai avrei pensato una cosa simile. Stellini? Conosceva il mio sistema di gioco e avevo bisogno di un collaboratore. Quando è uscita la notizia che si stava indagando su Bari-Salernitana venne da me e mi disse che c’era qualcosa. Lo mandai via brutalmente e non lo feci nemmeno parlare. Gli dissi: “Non mi dire nulla perché sono molto amareggiato e deluso”.”
[Gazzetta.it]