2012 Odissea nel rugby…
Si è concluso il 2012 e, come comprensibile, è tempo di riassunti. Lo è anche per il rugby, sport dalle alterne fortune presso il pubblico italiano. Che anno è stato? Riviviamo i momenti salienti dell’anno solare che sta per chiudersi, a livello di club e nazionali.
EFFETTO OLIMPICO. Il viaggio a ritroso non può che aprirsi con il Sei Nazioni, la competizione principale del calendario internazionale 2012. Per l’Italia, la prima volta con Jacques Brunel alla guida. Smaltite le tossine di una Coppa del Mondo chiusa alla fase a gironi contro avversari forti quali Australia e Irlanda, gli azzurri vanno a un passo dal trionfo con l’Inghilterra sotto la neve dell’Olimpico. Se battere la Scozia è più o meno nelle corde della squadra e significa solo salvare il salvabile, l’immagine migliore è quella del pubblico. L’impianto della capitale è gremito, nelle partite in casa, in ogni ordine di posto, come soleva dirsi un tempo. Un bel colpo d’occhio, un bagno di folla rimarchevole. Se una mischia la spingono 70mila persone, braccia, spalle e gambe dei giocatori acquistano una marcia in più.
SETTANTAMILA FRANCESI. Con il Galles campione e l’Inghilterra rinnovata e seconda, lo scenario internazionale riacquistava le tinte dei club, con le casacche tradizionali delle nazionali sostituite da quelle variopinte, e strapiene di sponsor, dei vari team e franchigie di varie città europee. In Francia, il Top 14 è da sempre un campionato d’alto livello, con salary cup alto e non pochi campioni in campo. Inverno o estate, l’ovale oltralpe viaggia a ritmi vertiginosi, nel noto mix di rugby alla mano e fisico. Grandi squadre, le varie Clermont, Tolone, Biarritz e compagnia cantante, ma ai playoff (barrage: non sia mai…) la spunta come d’abitudine Tolosa, corazzata vera: Tolone battuto in finale il 9 Giugno davanti ai 79,612 dello Stade de France.
ARLECCHINI, LEONI, AIRONI E ZEBRE. In Inghilterra, un anno iniziato con la crisi di alcune realtà storiche (il mondiale influisce) si chiude col trionfo degli Harlequins, bravi a reggere per tutta la Premiership. Grande successo per il club di Twickenham Stoop, dopo la Challenge Cup del 2011. Le italiane? Eccole nel Pro 12, lì ad affrontare Sabato dopo Sabato irlandesi, scozzesi e gallesi. Cresce Treviso (anche per i playoff manca ancora tanto…), mentre gli Aironi strappano qualche punto ma chiudono in coda. Chiuderanno del tutto, in verità: a fine anno polemiche, decisioni, dichiarazioni e franchigia sciolta. Da Viadana gli appassionati si “trasferiscono” a Parma, Stadio XXV Aprile: nascono le Zebre, bianconere a strisce orizzontali: 0 vittorie sinora, lavoro in progress. Campionato celtico vinto 30-31 nella finale dell’RDS Arena (Dublin) dagli Ospreys.
CIELO D’IRLANDA. La vera perla della primavera rugbistica è però l’Heineken Cup: chi poteva vincere se non Leinster? Gli irlandesi battono i compari del nord dell’isola, in finale: Ulster fa una coppa straordinaria, sorprende gli addetti ai lavori e si conferma in crescita esponenziale, ma contro Sexton e soci c’è poco da fare. Trofeo ancora in bacheca, tanti saluti agli altri. La Challenge Cup, seconda competizione internazionale per club nel Vecchio Continenente, parla basco: Tolone battuta in finale e una storia da raccontare per Biarritz, grazie al 21-18 davanti ai 10mila di The Stoop, Londra.
EMISFERO SUD. Bene adesso cambiare emisfero perché, si sa, questo codice lo praticano divinamente, sotto l’Equatore. Il rugby union è religione in Nuova Zelanda e i fatti lo confermano a livello di Super XV. Nel campionato che racchiude le migliori squadre di Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda, trionfano i Chiefs, successori dei Reds un tempo campioni e ora frastornati dall’altalenante status fisico (e tecnico) di Quade Cooper, stella discussa se ce ne è una. Vero che il super rugby segue, solitamente, il trend delle nazionali, ma nel successo dei Chiefs c’è tanto lavoro d’equipe e staff, giusto premio alla costanza e l’organizzazione.
ALL BLACKS, MACCHIA LONDINESE. Per il resto, il Tri Nations diventa Rugby Championship (Four Nations non poteva essere: questione di copyright e di un torneo già esistente nel rugby a XIII, ndr) e l’Argentina assapora i migliori campi ma pure sonore batoste. I Pumas, in ogni caso, sfiorano l’impresa e impattano con gli Springboks, salvo franare soprattutto contro gli All Blacks pigliatutto. Vanno alla grande: Championship a casa, 2012 immacolato fino alla sconfitta di Twickenham, Londra: nell’atto finale dei Test Match novembrini ecco ciò che non ti aspetti, la caduta degli dei (38-21). Si rifaranno, poco ma sicuro.
IN ITALIA. Gli azzurri? Svolgono il compitino a Brescia con Tonga, durano poco con la Nuova Zelanda e vanno a un calcio dall’Australia. La crescita c’è, occorrerebbe un pizzico di abilita tecnica in più. Quella si costruisce col tempo, forse.
Arriva così Dicembre e, mentre scriviamo, si parla di nuovo di Pro 12. Zebre in coda alla classifica e ko nel derby d’andata con Treviso: il XV della marca ha qualità maggiori e l’impressione è che a Parma servano uno o due uomini in grado di fare la differenza. Di abnegazione e coraggio non si vive, almeno in questo sport. 26-18 trevigiano nel derby di ritorno.