Anonimi del Pallone: alla vostra!
Alla vostra! A Natale siamo tutti uguali, ma qualcuno continua a esserlo un po’ di più nonostante l’acclamata ricorrenza. Negli ultimi giorni, il nostro Matteo Portoghese ha scritto della Serie B lanciando una domanda: “E’ giusto giocare anche nel periodo festivo?”. Non sono uno di quelli che “il calciatore è un privilegiato e quindi deve sopportare di tutto”; i robot non esistono e chiunque possiede un’anima: siamo italiani e per noi il 25 dicembre è una giornata sacra, da trascorrere in famiglia davanti al caminetto. Certo, protestare per i diritti di gente che guadagna cifre sbalorditive rincorrendo un pallone è quantomeno discutibile, infatti non sono qui per parlare di questo. In pochi ci avranno pensato, tranne i diretti interessati ovviamente, ma voglio aprire il “Santo Stefano’s Day” ricordando gli operai del calcio: magazzinieri, segretari e compagnia bella. Soggetti che ricevono uno stipendio pari a quello di un impiegato statale o di un libero professionista e sono stati costretti a dividersi dai loro cari nel periodo che più aspettavano. Siete grandi, ricordatelo.
Nell’attesa che l’affluenza odierna di pubblico nei vari stadi del torneo cadetto ci aiuti a capire meglio la decisione di Abodi, mi permetto di fomentare il seme del dubbio: sicuri di aver imboccata la strada corretta? Perché “stranierizzarsi”, copiando una Premier League che ormai sembra un Paradiso terrestre, e trascurare alcuni lati della nostra cultura? Il Natale si passa a casa, milionari o non, e soprattutto si deve tener conto degli uomini comuni. Il business è business, purtroppo, ma l’etica non è mai troppa. Cari magazzinieri, cari segretari, cari cuochi, cari eroi abbandonati: non ci siamo dimenticati di voi. Apriamo questo 26 dicembre con un brindisi in vostro onore, che avete trascorso il giorno principe del calendario in un hotel. Salute!
P.s. Auguri a mio nonno e ai due cugini che portano il nome Stefano. A casa mia, oggi, si festeggia più delle altre volte. In ritiro, fortunatamente, non deve andarci nessuno: Abodi ci scuserà.