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Esclusiva Mp – Varese, Grillo: “Tornare a Crotone è un piacere. La Bulgaria? Niente è come l’Italia”

Crotone-Varese è una partita speciale per Fabrizio Grillo. Il terzino sinistro ha disputato una sola stagione in Calabria, nel 2009-10, ma conserva ricordi bellissimi di quella avventura. Tornerà domani allo Scida da titolare in una delle squadre più importanti del torneo cadetto, dopo un’esperienza in Bulgaria e vari accostamenti estivi niente di meno che alla Roma di Zeman.

Fabrizio, quali sensazioni ti evoca ritornare a Crotone?

Andare a giocare allo Scida è un piacere. Ricordo con gioia la mia stagione in rossoblu: fu bellissima. Sfiorammo i playoff e ogni sabato lo stadio era incandescente; ho avuto un ottimo rapporto con tutti, dalla società ai tifosi. Il Crotone continuerò sempre a seguirlo con affetto.

Torni con un Varese che, rispetto allo scorso anno, fa meglio fuori casa che tra le mura amiche…

Sì, è vero. Rispetto alla passata stagione, il nostro rendimento è leggermente cambiato. La cosa più importante, però, è che siamo ancora una volta una squadra d’alta classifica; il fatto di raccogliere più punti in casa, a mio avviso, è una semplice coincidenza. Se guardiamo bene, mettiamo sempre in difficoltà l’avversario anche in trasferta.

Castori è davvero un tecnico così vulcanico e grintoso?

E’ proprio come sembra visto da fuori. Ci carica al massimo prima di ogni partita e riesce sempre a trovare una motivazione valida per dominare l’avversario. C’è molto di suo in questo Varese.

Sabato scorso avete vissuto una situazione paradossale: gara sospesa sul 3-0, a otto minuti dal termine…

E’stato un pomeriggio assurdo, incredibile: volevamo giocare tutti tranne l’arbitro. Che senso ha rinviare al mese dopo una partita già segnata e costringere il Grosseto a una inutile e dispendiosa trasferta? Meglio non pensarci, perché esistono dei ruoli e vanno rispettati.

Sarà un peso trascorrere le feste natalizie tra campo e ritiro?

Sicuramente, quando si pensa al Natale, ognuno si immagina con la propria famiglia e non in giro per l’Italia. Io, tra l’altro, ho una bambina che è nata da sei mesi e non puoi capire quanto mi sarebbe piaciuto stare a casa con lei. Però siamo stati noi calciatori a prendere questa decisione in estate: adesso non ci resta che giocare e poi goderci le ferie dal 30 dicembre al 9 gennaio.

Le prime tre fanno un campionato a parte o sono raggiungibili?

La Serie B regala puntualmente sorprese e conferme. Un campionato di vertice da Sassuolo, anche se non a questi livelli, e Verona ce lo aspettavamo tutti; dal Livorno un po’ meno. Sono convinto che prima o poi dovranno calare e le inseguitrici, tra cui il Varese, potranno avere l’occasione di agguantarle. Io lo spero, per noi e per il divertimento.

L’estate scorsa il tuo nome è stato accostato più volte alla Roma di Zeman…

Durante quel periodo ero in contatto fitto con mio fratello, colui che in pratica mi fa da procuratore, ed abbiamo parlato con diverse società della massima serie. Ad un certo punto si ipotizzava fosse interessata anche la Roma, ma sinceramente non saprei dire se quelle notizie corrispondessero al vero. Per ora penso al Varese, a cui tengo tantissimo, e non è da escludere che possa raggiungere la Serie A proprio con questa maglia.

Due anni fa partisti per la Bulgaria, acquistato dal Cska Sofia. Cosa ti ha lasciato quella breve esperienza, soprattutto da un punto di vista umano?

Per prima cosa mi ha fatto capire che l’Italia e il calcio italiano non hanno eguali (ride n.d.r.). Lo stile di vita, la passione della gente e, in un certo senso, le pressioni che si respirano qui, non le cambierei con niente al mondo. La Bulgaria mi ha fatto comunque crescere: mi sono confrontato con una nuova cultura ed ho giocato in Europa League, sfidando il Porto campione uscente. Un’avventura importante.