Home » Top e flop della 17a giornata di Serie A

I migliori e i peggiori della 17a giornata di Serie A. Domenica intrisa di significati per Pizarro e Portanova, eroi dopo le rispettive sofferenze. Ujkani ‘nega’ il colpaccio al Palermo, clamoroso a San Siro con gli attaccanti del Pescara che segnano nella porta sbagliata.

 

TOP

David Pizarro: commovente la trasformazione dal dischetto e la dedica alla sorella scomparsa la scorsa settimana. Torna in campo dopo il dramma familiare e dirige con la solida lucidità il gioco nella mediana nella goleada della Fiorentina. Campione vero.

Daniele Portanova: a proposito di storie particolari. C’è quella del difensore del Bologna che rientra in campo dopo la squalifica di 4 mesi per illecito sportivo e stavolta è lui a emettere la sentenza, firmando il clamoroso colpaccio dei felsinei nel pirotecnico finale del San Paolo. Ha sofferto tanto, è già stato ripagato. Ritorno migliore davvero non poteva chiedere.

Ishak Belfodil: prima, splendida, doppietta in Serie A per il giovane attaccante francese di origini algerine che si sta ritagliando sempre più spazio nei piani di Donadoni. I mezzi non gli mancano, ha fisico e tecnica. I margini di miglioramento sono tanti. Può diventare un giocatore davvero interessante.

 

FLOP

Samir Ujkani: Tra lui e Brkic l’hanno combinata grossa sulle due reti che hanno deciso Udinese-Palermo. Ma mentre il collega si è riscattato con una serie di miracoli che hanno tenuto in partita i friulani, l’albanese con la sua papera ha compromesso irreparabilmente una vittoria che il Palermo avrebbe ampiamente meritato.

Abbruscato-Jonathas: professione attaccanti, peccato che segnino nella porta sbagliata. Singolare che a frantumare le speranze del Pescara siano state le autoreti dei suoi due attaccanti, mentre a segnare l’unico gol nella porta giusta sia stato un difensore (Terlizzi). Anche Bergodi sta iniziando a non capirci più niente…

Thomas Manfredini: I primi 30 minuti giocati contro la Juve sono stati senza dubbio i peggiori della sua carriera: tre gol presi dalla difesa atalantina, da lui guidata, e due gialli che gli hanno fatto terminare dopo mezzora appunto una partita che, in verità, per gli orobici non è mai iniziata.