Ieri, guardando il fantasmagorico Robert Griffin III, a molti sarà balzato per la testa il pensiero “Ma questo, esattamente, cosa diavolo sta facendo?”. E non hanno tutti i torti.
Il prodotto di Baylor University, nel Texas, applica la cosiddetta Pistol Offense, un particolare approccio offensivo che gli consente di osservare la difesa avversaria e decidere se correre, lanciare o servire il suo runningback, Alfred Morris. Questa strategia non è nuovissima, ma sta trovando con il rookie dei Washington Redskins il suo naturale impiego a livello professionistico.
Per ora ci limitiamo ad elencare alcuni degli attacchi più utilizzati:
Spread offense: Utilizzata ugualmente a livello collegiale che professionistico, prevede un backfield semi-vuoto (un RB al massimo) ed una serie di WR a distanze regolari su tutta la linea di scrimmage. Permette di avere più spazio per la giocata offensiva ed ha molti proseliti a livello collegiale in quanto spesso la velocità degli attaccanti è superiore all’esperienza dei difensori. A livello NFL è considerata rischiosa per la maggiore fisicità di linebacker e delle linee difensive.
Option offense: Permette al QB di avere più opzioni. Egli può correre, passare la palla al suo RB oppure allargarla (pitch) ad un altro giocatore. Da soddisfazione al college, dove i placcaggi sono meno duri. Le difese NFL invece sono un po’ troppo fisiche per usare la Option a livello professionistico.
West Coast offense: ha i suoi due principali profeti nei compianti coach Al Davis e Bill Walsh. Utilizzata moltissimo in NFL, si basa su una play selection totalmente sbilanciata verso i passaggi, e permette di rendere un attacco poco prevedibile, per nulla conservativo. Di solito le tracce dei WR sono profonde, in modo da allungare la difesa avversaria e rendere le corse più facili una volta avanti nel punteggio. E’ vastamente utilizzata in tutta la National Football League.
Ognuno di questi sistemi offensivi può essere organizzato con le formazioni che vi descrivavamo in precedenza. Si può alternare un passaggio da una formazione shotgun ad una corsa in formazione pro set, ad una corsa del quarterback dalla famigerata Wildcat. L’importante è sempre muoversi secondo i dettami di una delle strategia spiegate sopra, che assumono in molti casi caratteri filosofici.
Dobbiamo però parlare anche delle basi degli schemi offensivi. Tutte le squadre schierano un quarterback, un centro, due guardie e due tackle. Gli ultimi cinque sono in fila lungo la linea di scrimmage, la linea del pallone. Abbiamo T, G, C, G , T, sostituendo ad ognuno dei ruoli la sua iniziale. Il regista sta solitamente dietro al centro, attendendo lo snap, cioè che il pallone gli venga passato. Gli altri cinque giocatori (si gioca in 11) sono un misto di runningback (RB), tight end (TE), ricevitori (WR).
Alcuni schemi, che chiameremo d’ora in poi formazioni, prevedono la presenza di due RB, altre di uno solo e altre ancora di nessun corridore (empty backfield). Altre prevedono l’uso di cinque ricevitori, e poi ci sono quelle da tre tight end, un ricevitore ed un runningback. Insomma, avrete capito che ce n’è per tutti i gusti. Ognuna di queste formazioni ha poi delle varianti riguardanti l’allineamento dei giocatori o l’effettiva composizione della squadra.
Tecnicamente, un QB abituato ad usare la Option all’università è poco appetibile a livello professionistico. Un esempio è stato il grande Donovan McNabb che disse pochi giorni prima del draft: “Ehy, ma guardate che pur utilizzando la Option so lanciare lo stesso!”. Aveva ragione. Ora c’è invece molto più rispetto per chi non gioca in un attacco “pro-style” (cioè in modo simile ad un attacco NFL) e si iscrive al draft.
E’ per quello che Robert Griffin III è una macchina da football così potente. Perchè può correre la palla, può lanciarla in modo eccellente, può interpretare anche una difesa NFL oltre ad una collegiale. Ed è per quello che sta cambiando lo sport del football.
La Pistol Offense prevede che il QB stia a poche yarde dal centro, ed abbia una visione molto meno piatto del campo avversario. E’ questo particolare che gli permette di vedere meglio il gioco, ed a causa della enorme agilità mentale di RGIII è la prima volta che ciò accade con profitto contro le difese NFL. Chiedere ai Baltimore Ravens, beffati in zona Cesarini ieri sera.
Lezioni precedenti:
Il quarterback ed i passaggi
Il controllo del cronometro
Squadre speciali
Safety, overtime e division
International Series
La play selection
Le penalità
Il quarto down
La matematica nel football