Continua la stagione nera dell’Espanyol. A “Cornellà el Prat”, nell’anticipo del 15° turno della Liga, la formazione perica si fa rimontare per ben due volte dal Siviglia, costretto a giocare un’ora in dieci per l’espulsione di Reyes, e perde così un’occasione d’oro per allontanarsi dal pantano della Segunda. Con questo punto i catalani raggiungono il Deportivo La Coruña al penultimo posto della Liga, mentre il Siviglia si issa al decimo posto, insieme al Rayo Vallecano.
SUBITO RIGORI E POLEMICHE Gli andalusi partono meglio, e provano sin dall’inizio a far dimenticare l’1-2 interno patito contro il Valladolid nello scorso turno. L’arcigno Spahic apre le danze: entra in area ed esplode un gran tiro che Alvarez sventa miracolosamente dopo neanche tre minuti. Il biglietto da visita degli uomini di Michel spaventa i padroni di casa, che sornioni provano a guadagnare metri sul terreno di gioco. Alla prima visita nell’area di rigore avversaria, l’Espanyol ottiene un giusto (ma ingenuo) rigore per fallo di Navarro su Verdù. Dal dischetto l’ex fantasista del Deportivo non sbaglia e porta avanti i suoi.
La reazione del Siviglia è immediata. Su un cross dalla sinistra di Reyes Stuani cintura ( secondo Muniz Fernandez) Kondogbia. Un glaciale Rakitic impatta la sfida spiazzando il portiere catalano. Da qui in avanti il vero protagonista del match diventa il quarantaduenne fischietto asturiano. In cinque minuti nega prima un clamoroso rigore ai biancoblù per fallo evidente su Stuani, e poi sventola il cartellino giallo per ben due volte in pochi secondi sotto il naso di Reyes, costretto ad abbandonare il campo anzitempo. Il match, ovviamente, dopo queste decisioni cambia inerzia e padrone.
SIMÃO ILLUDE, NEGREDO CASTIGA
Javier Aguirre, in sella al club di Barcellona da appena due partite, sprona i suoi nello spogliatoio.I catalani entrano con un furore agonistico raramente visto quest’anno a Cornellà el Prat. I biancorossi, però, tengono bene il campo e non si disuniscono. Il primo sussulto della ripresa è un tiro dai 25 metri di Wakaso ben parato da Diego Lopez. Spinti dal fantastico e impagabile pubblico di casa, i locali ottengono il gol del vantaggio su corner: Wakaso pennella per Simão Sabrosa, che in qualche modo riesce con la nuca a metter dentro il gol del 2-1. Il gol della illusoria liberazione, in una delle stagioni meno redditizie dal punto di vista dei risultati e delle gioie sportive per i “Pericos”. Michel decide negli ultimi 20 minuti di buttare dentro lo “squalo” Negredo al posto di Babà, e rischia il tutto per tutto. Nell’Espanyol entrano Longo al posto di Stuani e Rodriguez al posto del generoso ma inconcludente Wakaso.
La palla del match capita sui piedi di Verdù, ma il talentuoso fantasista, provato dalla dispendiosa prova in fase di interdizione, spara alto da buona posizione. Il resto è dramma da una parte e insperata gioia dall’altra. Negredo prova ad azzannare la preda al minuto 88, ma Alvarez salva sul suo palo il pareggio. O, per meglio dire, lo rimanda. Primo minuto di recupero: Coke recupera una corta respinta dei difensori di casa, si gira e butta in area di rigore l’assist per il pareggio di Negredo. Da due passi, inspiegabilmente abbandonato, il bomber andaluso non perdona. Non c’è che il tempo per le recriminazioni dell’Espanyol e per i fischi e la rassegnazione dei propri tifosi. Emblematico, in tal senso, uno striscione esposto in curva durante la partita : “Sognavamo l’Europa, ma con questa dirigenza rischiamo la Segunda”.