Un cambiamento dovuto. L’ex Serie C italiana subirà un profondo stravolgimento a partire dalla stagione 2014/2015, quando verrà eliminata la Seconda Divisione (l’ex Serie C2) e si passerà ad un campionato unico. Per potersi iscrivere, però, le squadre dovranno rispettare una serie di regole economiche, una sorta di “Fair Play Finanziario” come quello che Platini ha istituito per la UEFA (e noi ne avevamo già parlato qualche settimana fa proprio con un pezzo di approfondimento e con un editoriale).
Le regole saranno molto chiare, già in vigore dal prossimo anno:
– per potersi iscrivere al campionato bisognerà aver assolto il pagamento degli emolumenti di tutti i tesserati della stagione precedente;
– depositare una fideiussione bancaria di garanzia, che sarà per il prossimo anno di 400 mila euro per la Seconda Divisione e di 600 mila euro per la Prima; poi dal 2014/2015 (con il passaggio al campionato unico) di 600 mila euro per tutti;
– i bilanci delle società dovranno essere sempre in regola, nel corso di tutta la stagione (i club, infatti, presenteranno ad inizio anno un “budget finanziario”: entrate e uscite non dovranno essere necessariamente in pari – “Non vogliamo impedire gli investimenti degli imprenditori”, è la posizione della Lega – ma dovranno essere garantite in maniera rigorosa).
Per verificare che tutto torni, ci saranno controlli trimestrali, a testimonianza di come sia finita l’epoca della “fiducia” e che si stia passando a quella dei “fatti”.
Per sanare gli eventuali sconfinamenti si avranno 30 giorni di tempo, dopo scatteranno le sanzioni. Quali?
– penalizzazioni in classifica;
– aumento del 10% delle garanzie bancarie da presentare la stagione successiva;
– sospensione dell’erogazione delle risorse spettanti ai club (e destinate invece al pagamento degli stipendi in sospeso – misura atta a garantire i diritti dei calciatori).
E poi ci vorrà anche uno stadio all’altezza del calcio professionistico: basta strutture fatiscenti, in Lega Pro si giocherà solo in impianti a norma e di capienza minima di 3 mila posti.
Messa giù così, però, sembra solo una lista di “vincoli da rispettare” per i club, invece il direttore generale Francesco Ghirelli spiega come siano previsti anche degli aiuti importanti per i club:
Piano di finanziamento su cui la Lega Pro punta molto, visto che al momento si farebbe fatica a trovare 60 squadre in grado di rispettare tutti i requisiti appena elencati. Ma, secondo Ghirelli “la strada è quella giusta, poche squadre ma buone, radicate sul territorio, che puntino a far crescere i giovani. E’ questo il prodotto intelligente che vogliamo essere”.
“E’ stata una grande soddisfazione riuscire a far approvare questa riforma. Strano, in un Paese come l’Italia dove non cambia mai nulla” – continua Ghirelli. “Certo non è pensabile che la riforma di cui il mondo del calcio ha un disperato bisogno venga delegata solo a noi” – conclude il presidente Macalli. Come a dire “e voi in Serie A e B, cosa state aspettando?”