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Cara mia ex

Gol contro l’ex squadra: esultare o non esultare?

Nella giornata di ieri abbiamo assistito per due volte ad un fenomeno apparentemente simile, su due campi diversi. Una volta a Siena, con il gol di Mattia Destro in maglia giallorossa, e una volta a Bologna, con il gol di Manolo Gabbiadini contro l’Atalanta.

Il famoso “gol dell’ex”, sembrerebbe, ma con due conseguenze opposte: nella prima abbiamo visto l’attaccante della Roma esultare senza particolari problemi dopo la realizzazione, nella seconda il numero 18 rossoblù quasi chiedere scusa ai proprio ex tifosi.

Ma chi ha sbagliato? Destro ad esultare o Gabbiadini a non farlo?
Risposta: nessuno dei due.

Quelli che a prima vista ci erano parsi i soliti “gol dell’ex” in realtà sono due cose diverse. Le reazioni opposte dei due giocatori sono ampiamente giustificate.

Nello specifico, Manolo Gabbiadini è un ragazzo nato in provincia di Bergamo, nato e cresciuto calcisticamente nell’Atalanta, di cui è sempre stato tifoso fin da bambino. Normale, comprensibile più che altro, la sua voglia di rispettare quelli che una volta erano i suoi sostenitori e quella che è la squadra per cui, probabilmente, fa ancora il tifo. La sua professione è fare gol, e l’ha fatto, ma la passione, il tifo, l’aspetto umano ed emozionale del calcio vanno oltre. L’amore per quella maglia non gli ha permesso di esultare.

Mattia Destro non è nato a Siena, non è cresciuto nel Siena e, soprattutto, non tifa e non ama il Siena. Ci ha giocato un anno, bello quanto volete ma pur sempre un solo anno. Ora gioca nella Roma, ha segnato contro i bianconeri e ha esultato. Cosa avrebbe dovuto fare? Adeguarsi a quell’ipocrisia del “rispetto per i miei tifosi di cui prima ero l’idolo”? Ma no, dai. Giusto così.

Il punto è che non tutte le “non esultanze” sono uguali. Ci sono alcuni attaccanti che hanno cambiato talmente tante squadre che non esultano ormai dal 1991. Di quelle “non esultanze” il tifoso se ne frega, non sono quelle che ti rendono meno amaro un gol subito. Hanno fatto bene, quand’è capitato, i vari Gilardino o Borriello a esultare quando hanno segnato contro le loro ex squadre.

Perché diciamocelo, un conto è se per assurdo un Maldini avesse mai segnato contro il Milan, o un Totti contro la Roma, o un Del Piero contro la Juventus. Ma un altro conto sono i Matri della situazione, i tipici “ex dell’anno”, che abbassano la testa e fingono quasi dispiacere quando segnano contro il Cagliari di turno. Il buon Hernan Crespo diceva che “il gol e la relativa esultanza fanno parte del calcio, non è mancanza di rispetto”, e aveva pienamente ragione.

Quindi, cari calciatori, esultate, esultate sempre. Non fingete dispiacere per un momento che è l’apoteosi della gioia sportiva. E, soprattutto, date spazio a quelli che hanno veri motivi per non esultare. Il tifoso dell’Atalanta che segna contro i nerazzurri o il tifoso laziale che segna contro la Lazio, per esempio.

Lasciate che i sentimenti riacquistino credibilità in un gioco fatto di ipocrisia.